Capitolo 14

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Lia non era riuscita a chiudere occhio e per più di mezz'ora non aveva fatto altro che agitarsi nel letto emettendo lamenti di nervosismo e disapprovazione verso James che, nonostante tutto, si era addormentato sommessamente.

Alla fine era caduta in trance osservando il freddo soffitto di mattone e immaginando diverse possibilità future della sua nuova vita, quasi come se sognasse a occhi aperti.
Un forte rumore, un tonfo, la fece tornare alla realtà.

Si alzò di scatto a sedere e Giaspra comparve nel suo campo visivo. Indossava una strana sottoveste verde, troppo leggera per il freddo che proveniva dalla neve dell'alta montagna, ma la Ninfa non sembrava notare gli uragani di vento.
La guardò gravemente, poi volse lo sguardo verso i suoi compagni di stanza. Lia notò che aveva, poggiati delicatamente su un braccio, dei strani vestiti neri e grigi.

Strinse gli occhi per osservarli meglio, ma non riuscì a capire cosa fossero.
Poi la Ninfa tornò a guardala e disse: "Sveglia gli altri è l'ora di colazione, vi aspetto nel salone dove avete cenato ieri sera tra venti minuti".
Appoggiò delicatamente gli strani indumenti sull'armadio vicino alla porta e uscendo aggiunse: "questi lasciateli li finché non vi darò l'ordine di prenderli, ho messo vestiti più pesanti nei vostri comò e le pellicce regalate dalla mia sorella sono nell'ultimo ripiano dell'armadio, non vi serviranno, ammenoché non tenterete di nuovo di scappare" e accentuò le ultime parole alzando la voce in modo ironico.

Lia non riuscì a ribattere e si limitò ad annuire cercando di emanare convinzione. Quando la ninfa richiuse la porta, fece un sospiro di sollievo e aprì il comodino dove trovò un maglione di lana grigio e pantaloni di una tuta neri.
Li porse davanti a se ed emanarono polvere leggera, erano maschili e di una taglia enorme. Alzò gli occhi al cielo sbuffando, poi prima che gli altri si fossero svegliati, corse in bagno cercando di sistemarsi i capelli e lavando velocemente la faccia, si vesti e cercò ovunque uno specchio.

Guardò in ogni angolo della stanza ma non ne vedeva nemmeno l'ombra.
Delusa si risedette sul letto e cercò di osservarsi dalla fotocamera interna del telefono.
Ora la sua percentuale segnava quarantadue, non sarebbe durato ancora per molto.
Alla fine svegliò James e Challor.
Entrambi rimasero stupefatti da come era vestita Lia. "Non ti ho mai visto così teatrale sorella" disse ridendo James.
Lia fece un ghigno, "mica me li sono scelta da sola, e poi non sono così male".
James rise poi aprì il suo comodino e gli venne quasi da svenire.

Giaspra gli aveva lasciato uno strano pantalone grigio e un maglione bianco un po' troppo chiaro. "Ma dove li ha presi questi vestiti?" Disse Lui sconvolto.

Challor gli si avvicinò e fece un ghigno deplorevole , "credo che li abbia direttamente presi, entrambi, dal mio armadio " disse raccogliendoli e indicando Lia. "Non li metto mai dato che sto sempre poco da Duinhir però quei due non smettono mai di sorprendermi" si voltò ridendo verso Lia.
La osservò completamente, i suoi lineamenti erano totalmente coperti dai larghi vestiti, i capelli gli scendevano morbidi sulle spalle e i piedi minuti nudi erano contratti a causa del freddo pavimento, anche conciata così riusciva a essere bellissima.
"Che c'è?" Chiese lei, "lo so che sono inguardabile" e abbassò gli occhi.

Lui non rispose nulla distogliendo lo sguardo e si trovò James vicinissimo che lo fissava. "Stai attento!" Gli disse con fare minaccioso avvicinando il suo volto a quello di Cha e intuendo i suoi pensieri.
Il biondino lo guardò a sua volta senza cedere e presto una forte tensione si insinuò tra di loro.

"Ma che avete voi due? Su muovetevi a vestirvi che Giaspra ci sta aspettando".
Entrambi smisero di guardarsi minacciosamente e James tolse i vestiti di mano a Cha violentemente.
Li osservò sconvolto. "Ecco ora capisco tutto, non mi andranno mai, la mi corporatura e la tua sono molto, ma molto, differenti" esclamò rivolto al suo vicino e marcando l'ultima parola.

Cha alzò le braccia "tanto non li ho mai messi, credo che me li abbiano regalati" rispose, poi andò verso il suo zaino e indossò i sui vestiti portati dall'orfanotrofio senza curarsi degli occhi di Lia.
Quando aveva tolto la maglietta bianca del giorno prima, lei non era riuscita a fare a meno di notare i muscoli scolpiti quasi ovunque che, nonostante fosse minuto, incorniciavano il suo corpo regalandogli fermezza.

Ma la cosa che più l'aveva colpita era la strana cicatrice leggermente percettibile sulla pelle del suo dorso.
Tagliava verticalmente il derma da un punto appena sotto il collo fino all'ombelico.
Rimase a fissarla per qualche istante sondando l'idea sul chiedergli dell'accaduto, ma decise di farlo in seguito.

James, per conto suo poteva però vantarsi dell'altezza e del fatto che fosse molto più grosso di lui e a parità di muscoli lo batteva alla gran lunga. Lia si chiese chi tra i due potesse vincere in un corpo a corpo, se Cha e la sua agilità o James e la sua forza.

Sua fratello si vestì per ultimo, troppo sconvolto e imbarazzato. Quando li infilò alla fine non erano così piccoli. I pantaloni arrivano un po' sopra la caviglia ed erano fastidiosamente stretti e le maniche della maglietta sfioravano il polso, ma per ora poteva arrangiarsi.

Quando tutti e tre furono pronti, uscirono dalla stanza e tornarono nel vasto salone incorniciato di statue e caratterizzato dal lungo tavolo per i ricevimenti.
Appena entrati nel salone un profumo di tisana e latte inondò i tre ragazzi e bastò aspettare pochi minuti che la giovane donna uscì da un uscio della stanza con in mano diversi vassoi pieni di bellissime è svariate pietanze.
Sorrise ai tre, "Non sapevo bene cosa voi mangiaste a colazione ma non credo che sia diverso da quello dei Nerediani quindi mi sono inspirata a loro, noi Ninfe infatti mangiamo solo una volta al giorno" disse.

Posò i vassoi e Lia notò che erano cibi Terrestri o almeno sembravano tali.
C'erano biscotti e dello strano pane piatto e duro che assomigliava alle fette biscottate, tre tazze ripiene di un infuso rosa scuro e tre piccoli bicchieri di latte bianchissimo caldo e fumante. "Wow è perfetto" disse Lia.

"Me grazie, nei pochi anni che sono stata a stretto contatto con i mortali ho imparato molto da loro" ringraziò Giaspra

"Mortali? Cos'è non dirmi che sei immortale come Titano, il padre di Nebula" interloquì James.

Giaspra sorrise senza capire, "Non credo che Sappia chi sia Titano!" Lo rimproverò Lia. "Non lo so nemmeno io" si aggiunse Cha con la bocca già piena di biscotti e latte.
"Bene ragazzi, mangiate tranquilli, io sarò impegnata in un convegno cercherò di essere qui per pranzo dove vi spiegherò bene tutto il da farsi nei giorno che verranno" enunciò la ninfa, sorrise e uscì dall'ampio salone.

"Non provate a scappar che vi tengo d'occhio" esclamò Cha subito dopo

James sghignazzò e si sedette affianco a lui. Guardò le pietanze troppo normali per il suo gusto. Lia stava per addentare un biscotto quando suo fratello la blocco "Ferma Lia, come poi essere così sicura, ci sta soggiogando".
Lia rimase con il biscotto per aria " davvero James, ancora non ti sei arreso? Lascia perdere tutto e goditi questa piacevole permanenza" .
James gli lanciò uno sguardo sconvolto " non puoi dire sul serio, ci hanno portato qui a forza e chissà chi c'è sotto, sono tutti pazzi compreso Sto qui" e indicò Cha.
"Ci hanno salvati se non ricordi, dall'oscura figura" precisò Lia.

Lui non seppe come reclamare e abbasso gli occhi.
Il silenzio prese posto tra di loro come una persona fisica e consistente e per un po' nessuno proferì parola.

James rifletté per più di dieci minuti prima di mangiare ma alla fine la fame prese il sopravvento.
Si accasciò alla sedia sconfitto, sottomettendosi anche lui alla strana donna ma si promise che alla prima via di fuga, alla prima occasione non avrebbe certo perso la sua opportunità.

Ma non solo lui era pensieroso, tutti e tre si chiedevano quello che presto sarebbe accaduto, c'era la vaga sensazione di trovarsi in una situazione di stallo e il continuo via vai e lo sparire di Giaspra non era certo d'aiuto.

Erano passati solo una notte e un giorno e in totale con lei massimo due ore.
La sera prima avevano cenato soli e la stessa cosa stava avvenendo ora.

Lia guardò la tazza e con tutta la sua forza cercò di scacciare ogni pensiero e dubbio.

Cronache di Thule: L'ultima RosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora