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Incontrò lo sguardo tagliente del corvino.

«Non sono affari tuoi.» sputò acida.

Fa per andarsene, ma la strinse per il polso.

«Cosa cazzo vuoi ancora da me?! Lasciami! Mi hai promesso una cosa e quindi se sei una persona per bene mantienilo.» cercò di liberarsi, ma invano.

Improvvisamente gli occhi di Yoongi persero quel colore vivo, sembrava quasi che avesse perso l'anima.

«Persona per bene?» fece un ghigno ironico.

«Tu hai idea di cosa hai chiesto? NE HAI IDEA?! E per giunta ti traslochi senza dirmi niente.» cercò di trattenere le lacrime per non sembrare troppo femmina.

Mi-Hi restò in silenzio ad ascoltare le sue dichiarazioni dolorose.

«Mi hai impedito di far volare il mio cuore per te. Per cosa? Per tua sorella, che non ti merita! Perché non pensi anche a te stessa, novellina?» fece scivolare l'altra mano libera sulla vita della ragazza e la strinse sempre più a sé per non farla scappare più da lui.

Era follemente innamorato di lei.

«Ti prego, Yoongi. Basta! Lasciami andare.» non voleva più questa tortura perché a essere onesta le faceva male impedirgli di volare per una sua richiesta egoista...troppo male.

Delle lacrime, come un ruscello infinito, scesero dagli occhi a mandorla di Mi-Hi.

«Perché piangi, Mi-Hi?» chiese Yoongi con il cuore spezzato vedendola annegare tra le sue stesse lacrime.

«Ti giuro, fa male anche a me farti una richiesta del genere. M-mi spiace, Yoongi....perdonami.» prese l'occasione di scappare dalla presa del corvino e entrò dentro casa lasciando una scia di lacrime.

I palli delle luci in quella periferia erano le sole cose che illuminavano la strada.
Restò con la testa abbassata.
Si guardò la mano ed erano bagnate di lacrime.

Anche lui si lasciò andare e pianse in silenzio per il dolore al cuore spezzato.
Le sue lacrime caddero sulla mano e si mescolarono con le lacrime di dolore di Mi-Hi.

Due persone con le stesse lacrime di dolore.

I due ragazzi passarono la notte in bianco pensando tra di loro.
Mi-Hi ieri notte era tornata a casa di Valery ancora con le lacrime, ma Valery era in cucina e aveva solo sentito che si era chiusa in camera.

Si guardò allo specchio e notò le occhiaie grandi per colpa della notte senza sonno.
Ma oggi doveva fare la solite routine di lavoro.

Si fece forze nonostante la pesante stanchezza che portava alle spalle.

Scese già vestita e vide già la colazione pronta sul tavolo.

Prese un pezzo di pane tostate e lo mangiò creando un suono croccantoso.
Si accorse che accanto alla collazione c'era un bigliettino.

«È da Valery.» cominciò a leggerlo mentalmente.

"Buongiorno, tesorino.
Ti ho già preparato la colazione. Sii piena di forze al lavoro. Se hai bisogno, sono nella dagli Park.

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