Capitolo 7.

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Octavia's POV.

"Octavia!"

"OCTAVIA!"

Sgrano gli occhi, e cado dal letto dallo spavento.

"Finalmente!"-sbuffa Jeremy.

Mi alzo guardandolo male, mentre mi massaggio il sedere.

"Cosa c'è?"-gli domando con sguardo truce.

"Cosa c'è? Sei in ritardo!"-mi avverte.

"Cosa?"-urlo abbastanza forte, da farlo sussultare.

Prendo il mio cellulare, e dopo aver verificato che sono veramente in ritardo, lo butto sul letto e corro verso il bagno, imprecando in russo, sotto le risate di Jeremy.

Mi faccio una doccia veloce, e metto l'intimo.

Appena torno in stanza, notando l'assenza di Jeremy, inizio a vestirmi.

Appena torno in stanza, notando l'assenza di Jeremy, inizio a vestirmi

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Non mi trucco, e lego in miei lunghi capelli in una coda alta.

"Il caffè, è pronto!"-mi urla dalla cucina.

Metto le mie adorate converse bianche, prendo il mio cellulare e la mia borsa e in tutta fretta, scendo le scale.

Entro in cucina, e bevo il mio caffè.

"La mia salvezza."-lo ringrazio, e lui scoppia a ridere.

"Ti porto io?"-mi chiede.

"Sì."-gli rispondo, e detto questo, ci avviamo verso la sua macchina.

"Ti devo venire a prendere?"-mi domanda.

"Ti scrivo appena finisco."-gli rispondo.

Una volta partiti, mi rilasso, mi accendo una sigaretta e prendo il mio cellulare.

Rispondo ai messaggi dai vari membri della mia famiglia e lo poso, visto che sono arrivata all'università e mi devo fare una corsa per arrivare in tempo alla lezione di diritto.

Arrivo giusto in tempo.

Il professore, è entrato pochi secondi dopo di me.

Prima che lui inizi la sua lezione, viene interrotto da un continuo bussare.

Dopo aver dato il permesso di entrare, nella nostra aula, fa la sua comparsa Alexander Reed.

Lui con gli occhi, cerca qualcuno, e appena mi nota chiede al professore se posso assentarmi due minuti.

Mi alzo, e lo seguo.

Appena rimaniamo da soli, lo abbraccio e lui ricambia.

"Cosa c'è?"-gli chiedo, e lui torna serio.

"Tuo padre mi ha chiamato arrabbiatissimo, perché ha saputo che hai sfidato Jackson Archer."-mi informa, e io alzo gli occhi al cielo.

"Non alzare gli occhi al cielo. Sai benissimo di cosa sono capaci i mafiosi."-mi rimprovera.

"Lo so, Alex.. sono una mafiosa anch'io.. ricordi?"-gli rispondo, sbuffando.

"Promettimi solo, che starai attenta."-mi implora.

Mi avvicino, e gli dò un bacio sulla guancia.

"Promesso."-gli rispondo, prima di salutarlo per poi subite tre ore di diritto.

Alla fine della lezione, mi reco fuori dall'università, per fumarmi una sigaretta.

Mentre fumo, decido di incamminarmi verso i cancelli dell'università e una volta arrivata lì, mi blocco, perché un cretino con una porche nera e i vetri oscurati si è fermato davanti a me, facendomi spaventare.

Abbassa i finestrini e in me, inizia a svegliarsi la voglia di picchiare qualcuno.

E quel qualcuno, si chiama Jack.

"Che cazzo fai?"-gli urlo, furiosa.

"Sali in macchina, Peste."-mi ordina.

"Tu sei scemo."-gli rispondo, iniziando a camminare, con l'intento di tornare a casa a piedi.

Dopo aver fatto sì e no venti passi, la porche nera, è di nuovo accanto a me.

"Sali in macchina."-mi ordina.

"Vai a fanculo."-gli rispondo, per poi iniziare a correre verso casa.

Mi giro ad un tratto, e non lo vedo più.

Comincio a camminare piano fino ad arrivare a casa mia dove, indovinate cosa c'è parcheggiata nel vialetto?

Come cazzo fa, a sapere dove abito?

Sorpasso la macchina, e mi fermo davanti alla porta.

Prendo le chiavi per aprirla ma, mi accorgo quasi subito, che la porta, è già aperta.

Entro, e sul divano spaparanzato, ci trovo Jack.

Mi guarda con aria soddisfatta, e incazzata allo stesso tempo.

Sono stanca.

"Non mi interessa sapere come hai fatto, fai il bravo, perché voglio andare a dormire."-gli dico, mentre con una mano, mi stropiccio gli occhi.

Mi avvio verso la mia stanza e a peso morto, mi butto sul letto, scrivo un messaggio a Jeremy e chiudo gli occhi, cadendo in un sonno profondo.

Jack's POV.

Quella ragazza, è davvero strana.

Invece di urlare, sparare a destra e manca, o chiamare la polizia, se n'è andata a dormire.

Quando non sento più alcun rumore dal piano di sopra, mi avvio silenziosamente verso la sua camera.

La apro e trovo lei, rannicchiata, che dorme.

È davvero unica.

Di donne ne ho avute tante, ma tutte sottomesse.

Lei è diversa.

È una dominatrice, e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno.

Una donna così, merito di avere al mio fianco.

E quando al Lux ha strappato il mio numero.. l'avrei presa lì in quel momento, se fossimo stati da soli.

Solo ora, noto il suo abbigliamento.

E non mi piace.

La sento mugugnare qualcosa, e mi avvicino.

Non resisto.

Mi corico accanto a lei e lei, appoggia la sua testa nel mio petto.

Mi beo di questo momento, perché una volta sveglia, mi farà passare le pene dell'inferno.

The best part of me 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora