Capitolo 18.

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Octavia's POV.

"Jeremy, ti prego, mantieni la calma."-chiedo al mio amico.

Quando mi sono svegliata stamattina, non ho trovato Jack al mio fianco, ma ho trovato una rosa rossa e un vassoio pieno di cibo.

Ora sono in salotto, lavata e profumata che sto parlando al cellulare con Jeremy.. almeno ci provo visto che dopo che gli ho raccontato di ieri sera, non fa altro che urlare e imprecare.

Quando si calma, lo saluto e vado da Jack nel suo studio.

Busso ed entro, senza aspettare il suo permesso.

"Buongiorno."-lo saluto.

"Buongiorno, Peste."-mi saluta lui e mi invita a sedermi sulle sue gambe.

"Sei andata in giro così?"-mi domanda, inarcando un sopracciglio.

Ho addosso solo una sua maglia a maniche corte che a me va come vestitino striminzito.

"Sì."-gli rispondo, e lo bacio.

Si stacca da me, e mi sistema i capelli.

"Come ti senti?"-mi domanda.

"Felice, rilassata.."-gli rispondo semplicemente e lui mi sorride.

Si avvicina per baciarmi, ma veniamo interrotti da Zayne e Nicole.

"Buongiorno Splendori!"-ci saluta lui, mentre io lo guardo scioccata e Jack si porta una mano sugli occhi come per dire "Oh no, ci risiamo."

"Cosa vuoi?"-gli domanda Jack.

"Che vi alzate e che vi andate a preparare."-gli risponde.

"Per andare dove?"-gli domando guardando entrambi i ragazzi.

"Andiamo a fare shopping."-mi annuncia felice Nicole.

Mi alzo di scatto, facendo male a Jack e mi fiondo su Nicole per abbracciarla felice.

In Russia se volevo andare a fare shopping dovevo andare o con mia madre o con mio fratello, in ogni caso seguita dalle guardie.. ora sto per andare al centro commerciale con degli amici.

Corro verso la stanza di Jack e dopo essermi preparata, prendo la mia borsa e scendo le scale.

"Dove credi di andare conciata così?"-mi domanda severo Jack, una volta arrivata davanti alla porta

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"Dove credi di andare conciata così?"-mi domanda severo Jack, una volta arrivata davanti alla porta.

"A fare shopping!"-gli comunico.

"Sembra che hai messo il pigiama!"-mi rimprovera.

Intanto ci hanno raggiunto Zayne e Nicole.

Ora lo faccio rimanere male.

Mi avvicino al suo orecchio.

"Io non ho pigiama! Dormo in intimo!"-gli sussurro e sento Nicole ridere sotto i baffi mentre Jack, rimane a bocca aperta.

Detto questo, lo supero, e mi accomodo nella sua macchina, in attesa del suo arrivo.

Una volta arrivati al centro commerciale, i miei occhi si illuminano.

"I saldi!"-urlo contenta.

"Ma tu non sei ricca sfondata?"-mi domanda Zayne.

Jack si avvicina al mio orecchio e mi sussurra "Sfondata, sì..".

Io divento subito rossa ma per fortuna Nicole mi distrae.

"Già.. perché ti piacciono i saldi?"-mi domanda.

"Mia madre una volta, ha chiesto una cosa simile a mia zia."-le rispondo mentre prendo per mano Jack e iniziamo a camminare, mentre Nicole tiene per mano Zayne.

"E lei cosa ha risposto?"-mi domanda Nicole curiosa.

"Che non tutti i membri delle famiglie mafiose, amano pavoneggiarsi con il soldi del papi.. io compresa, sembro una ragazza sofisticata, ma amo la semplicità."-le rispondo e iniziamo così, a girare i negozi.

Intanto in Russia..

Axel's POV.

"Anthony, novità?"-domando ad uno dei miei uomini che controlla Octavia di nascosto.

"Sì, signor Bass.. Sua figlia sembra molto legata ad un noto mafioso canadese. Il nome Jackson Archer, le dice qualcosa?"-mi domanda.

Cosa? Anziché stargli lontano lo frequenta?

"Sì."-gli rispondo.

"Ah e l'altro giorno, mentre era nel suo locale, sembrava molto spaventata."-mi informa.

"Spaventata?"-gli domando confuso.

Spaventata? Mia figlia?

"Sì, signore."-mi risponde prima che io riattacchi.

Poso il cellulare sulla scrivania e mi massaggio le tempie.

"Amore?"-mi chiama Jessica che ha appena varcato la soglia del mio studio.

"Vieni qui, Piccola."-le dico facendole segno di sedersi sulle mie gambe.

Lei non se lo fa ripetere due volte e lo fa.

"Tua figlia mi preoccupa."-le confido.

"È successo qualcosa?"-mi domanda, con un cipiglio.

"Credo di sì, ma la conosci.. non ci dirà niente. Ha legato molto con quel Jackson Archer."-la informo.

"Amore, se lei vuole frequentare qualcuno, lasciala.."-mi dice e io sbotto.

"È mia figlia!"-gli rispondo scioccato.

"Ha vent'anni!"-mi risponde lei, incrociando le braccia al petto.

Vent'anni un corno.

Qui urge una mia visita.

Faccio scendere Jessica dalle mie gambe e mi alzo.

"Dove vai?"-mi domanda curiosa e scioccata dalla mia reazione.

"A New York."-le rispondo semplicemente, mentre con il cellulare compongo il numero del pilota del mio Jet privato.

Già che ci sono, controllo la situazione.

Il messaggio minaccioso nei suoi confronti mi ha fatto ribollire il sangue e non poco.

Lei si sa difendere, ma ho lo stesso paura.

Devo accettarmi della situazione.

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