Capitolo 16.

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Octavia's POV.

Arrivati alla villa di Jack, non dò nemmeno il tempo a Jeremy di parcheggiare, perché apro lo sportello e scendo dalla macchina.

Entro dentro la villa ma un uomo mi blocca chiedendo la mia identità.

In risposta alzo il dito medio più arrabbiata che mai e a passo deciso, cerco lo studio del coglione.

Non è stato difficile trovarlo, visto che a caratteri cubitali c'è scritto il suo nome.

Entro senza bussare e lo trovo seduto nella sua poltrona di pelle nera, intento a parlare con tre suoi uomini, anzi adesso, intento a guardarmi senza proferire parola.

Il gatto ti ha mangiato la lingua?

I testicoli ti doveva mangiare!

"Signori, lasciateci soli."-ordino ai suoi uomini.

Uno di loro si fa coraggio e mi parla.

"Chi è lei?"-mi domanda.

Mi avvicino a lui e inarco un sopracciglio.

"Sono la figlia di Axel Bass, Octavia e ti dò tre secondi per sparire dalla mia vista insieme ai tuoi compari!"-gli ordino calma.

Come da me richiesto, se ne vanno e rimango da sola Jack.

"Piccola."-mi chiama mentre si alza per avvicinarsi a me.

"Amoreee."-gli rispondo con tono dolce, a presa per il culo.

Quando si avvicina per baciarmi, gli tiro uno schiaffo.

"Perche lo hai fatto cazzo?"-mi domanda mentre si massaggia la guancia e mi guarda con odio.

"Perché sei uno stronzo! 'Mi ha ordinato di trattarti bene' eh? È questo quello che ti ha chiesto mio zio Rick oppure ti ha informato della minaccia nei confronti della sottoscritta? AH?"-gli urlo e lo vedo calmarsi.

"Mi dispiace, Octavia. Mi aveva detto che tu non ne sapevi niente."-si giustifica lui mentre appoggia le sue mani sui miei fianchi.

"Sì infatti, menomale che Dio mi ha mandato Jeremy!"-gli rispondo incazzata, con le braccia conserte.

Lui sbuffa sonoramente, e si siede sul divano grande.

Mi fa segno di sedermi accanto a lui, e così faccio.

"Scusami."-mi chiede.

"Sai cosa me ne faccio io delle tue scuse? Si tratta di me! Non ho bisogno di essere protetta!"-gli urlo.

"Ieri non sembrava."-mi risponde lui con aria di sfida.

In questo momento non sono in vena di giocare.

Mi alzo dal divano e me ne vado, sotto i suoi continui richiami.

"Jeremy, andiamo."-gli ordino una volta raggiunta la macchia e salita su di essa.

Fanculo le buone maniere.

Arrivata a casa, saluto per modo di dire Jeremy, e a grandi falcate, raggiungo il mio letto.

Che vita.

Mi domando come possa essere la vita di una normale ragazza della mia età.

Sicuramente, tranquilla.

Ad un tratto, suona il mio telefono.

È Jack.

Ignoro la chiamata e chiamo Nicole.

"Pronto?"-mi risponde con voce impastata dal sonno.

"Ti ho svegliata?"-le domando dispiaciuta.

"Oh, ciao Octavia. No, tranquilla."-mi risponde.

The best part of me 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora