Capitolo 8.

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Octavia's POV.

Ho urgente bisogno di andare in bagno.

Con gli occhi chiusi, cerco di alzarmi dal mio letto ma un braccio muscoloso intorno alla mia vita, me lo impedisce.

Apro gli occhi e vedo Jack, dormire.

Alzo gli occhi al cielo e prendo la mia pistola d'emergenza, posta sotto il materasso.

Gliela punto sul braccio e tolgo la sicurezza, provocando un lieve 'click' che lui ha sentito benissimo.

Apre gli occhi e li richiude.

"Non si può stare un'attimo tranquilli con te, Peste."-mi dice con voce roca e impastata dal sonno.

"Ti dò cinque secondi di tempo per togliere il tuo braccio dalla mia vita, altrimenti ti sparo."-gli comunico.

"Non lo faresti mai."-mi risponde lui.

Ah no?

"Vuoi scommettere?"-gli domando con aria di sfida e lui subito lo caccia.

"Non ci tengo particolarmente."-mi risponde lui, sedendosi sul mio letto.

"Bravo bambino."-gli dico guadagnandomi una sua occhiataccia, mentre mi dirigo in bagno a fare i miei bisogni.

Appena esco dal bagno, mi dirigo a passo svelto verso la cucina per prepararmi un caffè, seguita da Jack.

Guardo l'orologio sopra la televisione e noto che sono le sei di pomeriggio.

Metto la macchinetta del caffè sul fornello e poi mi dirigo verso la vetrina dove ci sono le tazzine.

"Vuoi il caffè?"-chiedo a Jack che intanto, si è buttato a peso morto sul mio divano.

"Mi hai appena chiesto se voglio il caffè? Facciamo progressi. Comunque sì, grazie."-mi dice mentre io alzo un sopracciglio.

"Ti sei auto invitato a casa mia, e nel mio letto. Un caffè non è niente in confronto a questo."-lo ammonisco e con la coda dell'occhio, vedo che ci rimane male alla mia risposta.

Appena il caffè è pronto, lo verso nelle tazzine e metto nella mia due cucchiaini di zucchero.

Prendo la tazzina e mi siedo sul tavolo, appoggiando accanto a me il mio pacchetto di sigarette.

"Il caffè è pronto e lo zucchero è lì accanto."-gli comunico.

Se lo può mettere benissimo da solo.. infondo, Dio gli ha dato le mani.

Si alza e lo beve senza mettere lo zucchero.

"Mi piace amaro."-commenta e io scoppio a ridere perché dalla sua espressione, capisco che l'ha fatto solo per non darmi sazio.

Ad un tratto, posa la tazzina del caffè nel lavandino e si avvicina lentamente a me, fermandosi in mezzo alle mie gambe.

Comincio a respirare affannosamente.

Odio quando le persone hanno potere su di me, specialmente lui.

Mi destabilizza.

Si piega di poco avvicinandosi alle mie labbra, e quando penso che stia per baciarmi, prende una sigaretta dal mio pacchetto, se la mette in bocca e l'accende.

Fa un tiro e poi mi dice "Grazie" mostrandomi la sigaretta.

Spazientita, scendo dal tavolo spingendolo in maniera poco delicata, poso la tazzina nel lavandino e prendo una sigaretta.

The best part of me 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora