Capitolo 13.

13.7K 420 15
                                    

Octavia's POV.

Dopo aver preso il caffè nella villa di mio padre, saluto Jeremy e mi faccio portare a casa per prepararmi.

Mentro ero con lui, mi ha chiamato Nicole chiedendomi di andare a cena con lei.

Finalmente, posso dire di avere un amica che non ha paura di me per le mie origini.

Dopo aver fatto la doccia, mi vesto e mi trucco come sempre, cioè con il mascara e la matita.

Dopo aver fatto la doccia, mi vesto e mi trucco come sempre, cioè con il mascara e la matita

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Aggiungo al tutto un paio di tacchi a spillo bianchi e un giubbotto di pelle nera.

La sera inizia a fare un po' freddo, segno che l'autunno sta arrivando.

Io non vedo l'ora che arrivi l'inverno.

Sono abitua per lo più al clima russo, anziché a questo.

Prendo una porchette nera con sfumature blu scure e scendo le scale.

Sono le otto e mezza è stranamente, sono in anticipo.

Mentre aspetto Nicole, guardo incantata le rose che mi ha regalato Jack.

Sono meravigliose.

Le ho messe in un vaso molto costoso sul tavolo in cucina.

Mentre guardo estasiata le rose, il mio telefono inizia a squillare.

È Jack.

"Pronto?"-rispondo fredda.

"Sei ancora arrabbiata con me per il succhiotto?"-mi domanda contento.

"Secondo te?"-gli rispondo irritata e lui scoppia a ridere.

"Ti va di cenare insieme a me?"-mi chiede.

"Ho un'altro impegno."-gli rispondo stanca.

"Con chi?"-mi domanda con tono geloso.

Alzo gli occhi al cielo.

Perché tutte a me?

"Passa una buona serata."-gli rispondo semplicemente, prima di riattaccare.

Intanto dalla finestra, vedo arrivare Nicole tutta sorridente.

Le vado incontro, dopo essere uscita di casa, e la saluto.

Saliamo in macchina e partiamo.

Durante il viaggio abbiamo parlato del più e del meno.

È una ragazza abbastanza simpatica, non se la tira pur avendo la possibilità.

I suoi genitori sono abbastanza benestanti.

Ad un tratto, si ferma in un posto a me molto familiare.

"Perche siamo qui?"-le domando.

"Non ti piace il Lux?"-mi chiede felice e alzo gli occhi al cielo.

"È di mio padre."-le rispondo semplicemente, e lei rimane a bocca aperta.

"Vuoi che andiamo da un'altra parte?"-mi chiede e io le rispondo di no.

Scendiamo dall'auto e ci avviamo verso l'entrata.

Appena il buttafuori mi vede, abbassa la testa e io lo sorpasso per entrare.

Ci accomodiamo al solito tavolo e noto che stasera c'è più confusione del solito.

Mentre sono intenta a parlare con Nicole, qualcuno appoggia le sue mani sulle mie spalle, facendomi spaventare.

Mi giro e vedo mio zio Rick.

Lo saluto e gli presento Nicole.

"Zio, come mai oggi c'è tanta gente?"-gli domando.

"Onestamente, non lo so.. comunque io ho del lavoro da fare.. se avete bisogno di qualcosa, sai dove trovarmi."-mi dice, strizzandomi l'occhio, guadagnandosi uno dei miei sorrisi più sinceri.

Intato al nostro tavolo arrivano due drink, e un vassoio di rustici.

Dev'essere stato Rick.

Quanto mi conosce mio zio.

Iniziamo a mangiare di gusto e dopo aver finito, prendiamo il nostro drink e lo beviamo tutto.

"Andiamo a ballare?"-mi chiede Nicole e io in risposta, mi alzo in piedi, le prendo la mano e la porto in pista.

Mentre sono intenta a ballare, mi sento un po' troppo osservata.

Mi giro e al bancone, vedo un uomo che non sembra americano, alto, spalle larghe e muscolose con occhi e capelli scuri.

Chi è?

Continuo a ballare facendo finta di niente, fin quando due mani, si posano sui miei finachi.

Mi giro e vedo l'uomo di prima.

Ha un sorriso maligno.

Non mi piace per niente.

Nicole guarda entrambi, e non sa cosa fare.

Ad un tratto, l'uomo si avvicina a me e mi sussurra all'orecchio cinque parole che mi spaventano e non poco.

"Che il gioco abbia inizio."

Mi allontano e lo guardo stranita, mentre lui mi osserva con un ghigno sul viso.

Mi lancia un'ultima occhiata con un sorriso che non promette niente di buono e se ne va.

"Chi era?"-mi domanda spaventata Nicole.

"Non lo so."-le rispondo sinceramente, mentre la prendo per mano e la porto fuori dal locale.

Appena siamo fuori, chiamo Jack.

"Piccola?"-mi dice dopo due squilli.

"Jack.. ho bisogno di te.. sono al Lux."-gli dico agitata.

"Cos'è successo?"-mi domanda allarmato.

"Ti prego."-lo imploro e chiudo la chiamata.

The best part of me 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora