Prologo.

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Mi chiamo Octavia Sky Bass.

Sicuramente, avrete già sentito parlare di me.

Sono la figlia di Jessica Blackwell e Axel Bass.

Sono cresciuta in una famiglia di mafiosi e posso affermare fieramente, di aver imparato molto.

Non parlo solo di come usare una pistola.

Ho imparato a conoscere il significato della parola "sacrificio" e "amore".

La storia dei miei genitori, è come un sogno.

Una ragazza povera, che si innamora di un uomo pericolo.

Io li ammiro molto.. loro e il mio fratellino
Ruben, sono il mio punto di riferimento.

Ho vent'anni, mentre il mio fratello ne ha diciannove.

Diciamo che lui è stata una sorpresa molto gradita.

Ritornando a me, sono pronta per iniziare una nuova avventura.. l'università.

Voglio seguire le orme di mia madre.. diventare una psicologa.

Devo anche seguire le orme di mio padre.. mio fratello essendo maschio, doveva prendere il suo posto un giorno, ma Ruben.. diciamo che ha altri piani in mente.

Lui, non vuole avere niente a che fare con la mafia.

Per me non è una cosa brutta parlare delle mie origini, ma preferisco tenerle segrete.

Ogni volta che cerco di farmi degli amici, appena sentono il mio cognome, scappano.

Non bisogna mai giudicare un libro dalla copertina.

Sono come loro, ma sono anche fatta a modo mio.

"Sei pronta?"-mi domanda mio padre con tono autoritario, mentre posa nel bagagliaio la mia valigia.

"Sì, papà."-gli rispondo.

Mi volto verso mia madre in lacrime, mi avvicino e l'abbraccio.

"Stai attenta."-mi avverte premurosa.

Non le rispondo, ma le regalo uno dei miei sorrisi migliori.

Ritorno da mio padre, e salgo in macchina.

Mi accompagna fino al suo Jet privato, e durante in viaggio nessuno a proferito parola.

Sono nata e cresciuta in Russia, ma l'università che ho scelto di frequentare, è a New York.

Sono già stata a New York, e devo dire che non è niente male.

È diversa dalla solita Mosca che vedo tutti i giorni.

Arrivati all'aeroporto, scendiamo e un uomo di mio padre, che ci ha seguito con la sua macchina, prende la mia valigia e insieme ci dirigiamo sul Jet.

Appena mi accomodo, mio padre mi dà un bacio sulla guancia.

"Se succede qualcosa.."-lo interrompo.

"Sì, papà.. ti chiamo subito."-continuo io.

Mio padre, sbuffa sonoramente.

"Sei uguale a tua madre."-mi informa.

"Lo so, papà."-gli rispondo.

"Hai la tua pistola con te?"-mi domanda.

"Sempre."-lo informo e mi alzo per abbracciarlo.

"Mi mancherai."-mi sussurra all'orecchio.

Dopo un po' ci stacchiamo, e mentre lui scende dal Jet, io mi allaccio la cintura di sicurezza.

New York, sto arrivando.

The best part of me 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora