Capitolo 19.

13.6K 441 22
                                    

Axel's POV.

"Amore, sei arrivato?"-mi domanda tramite cellulare la mia bellissima donna.

"Sì, Piccola. Sono atterrato poco fa. Ho chiamato a Jeremy e mi ha detto che per la sua sicurezza, si è momentaneamente trasferita da Archer.. Quindi adesso vado lì."-la informo.

"Stai attento."-mi chiede.

"Sempre, Piccola."-le rispondo e chiudo la chiamata.

Non vedo l'ora di riabbracciare mia figlia.

Octavia's POV.

"Jack!"-gli urlo a quest'ultimo.

"Che ti urlo di prima mattina?"-mi domanda con un occhio chiuso.

"Devo andare all'università!"-gli ricordo.

"Se non ci vai per una volta non succede niente!"-mi dice, mentre si alza.

Alzo gli occhi al cielo e mentre esco dalla stanza, gli urlo "Muoviti!".

Scendo in cucina per bere il mio solito caffè e fumare la mia solita sigaretta, poi vado in salotto e mi corico sul divano.

Poco dopo arriva lui e inizia a guardarmi maliziosamente.

"Non ci pensare nemmeno. Sono in ritardo."-lo avverto.

"Ma tu il buongiorno alle persone lo dai sempre così?"-mi chiede mentre piano piano si avvicina a me.

"Sì."-gli rispondo mentre si sistema sopra di me.

"Io voglio un buongiorno speciale."-mi informa mentre si avvicina al mio viso.

"Del tipo?"-gli domando a un soffio dalle sue labbra.

"Del tipo.."-inizia ma non finisce, perché le sue labbra sono sulle mie.

Lentamente, mi toglie la maglietta e inizia a baciarmi.

Passiamo non so quanto tempo a baciarci avvinghiati, poi ci fermiamo quando sentiamo un 'click'.

Ci guardiamo negli occhi e capiamo di avere una pistola puntata addosso.

"Ti dò tre secondi di tempo per allontanarti da mia figlia."-lo avverte un uomo dalla voce familiare.

Mi giro e..

"Papà!"-lo saluto mentre cerco di coprirmi.

Jack spaventato, si alza subito e si avvicina per dargli una mano e presentarsi ma mio padre non abbassa la pistola e Jack alza le mani in segno di resa.

Intanto io mi sono vestita velocemente e affianco mio padre.

"Papà.."-lo rimprovero dolcemente.

"Sparisci."-ordina a Jack.

"Beh.. tecnicamente questa è casa mia."-lo informa Jack mentre abbassa le mani.

"Ora."-lo intima mio padre guardandolo malissimo.

Io, con una mano sulla fronte, vado in cucina a bere un bicchiere d'acqua.

"Che cazzo significa?"-mi domanda mio padre, una volta raggiunta da lui.

"Ci frequentiamo.. più o meno."-lo informo, mentre posa la pistola.

"E dirlo al tuo vecchio, ti costava troppo?"-mi domanda.

Mi avvicino a lui e gli dò un bacio sulla guancia.

"Mi sei mancato anche tu, papà. Ma ora devo andare all'università perciò, ne riparliamo dopo. Io devo dirti tante cose e anche tu."-gli dico, riferito al fatto che ho saputo del messaggio minaccioso nei miei confronti da Jeremy.

Lo saluto con la mano e con Jack, vado all'università.

Durante la lezione, non faccio altro che pensare  a Jack e mio padre sotto lo stesso tetto.. menomale che c'era Nicole, almeno mi ha distratta.

Appena esco dall'università, vado incontro a Jeremy che ho chiamato durante la pausa e quest'ultimo, mi accompagna a casa di Jack.

Appena entro, silenzio tombale.

Non è che si sono ammazzati a vicenda?

Mi guardo intorno ma noto con piacere che non ci sono fori di proiettile.

"Sono a casa!"-urlo.

"In cucina!"-ordina mio padre con tono duro.

Vado in cucina, e rimango scioccata.

Jack ha un'occhio nero, mio padre il labbro spaccato.

"Avete finito di fare i bambini?"-gli chiedo mentre incrocio le braccia al petto.

Mio padre mi guarda male, mentre Jack guarda un punto indefinito della cucina.

"Allora?"-domando.

"Siediti."-mi ordina mio padre e mi siedo tra i due bambini.

Anzi, bambini no.

Offenderei i bambini così.

Due mafiosi potenti che si prendono a pugni per me.

Da non raccontare assolutamente, soprattutto perché uno dei due è il padre è l'altro è un frequentante.. diciamo.

"Allora, inizio col dire che Jeremy è licenziato. Infatti è già sull'aereo di ritorno per la Russia."-inizia ma lo interrompo subito.

"CHE COSA?"-gli urlo, alzandomi dalla sedia.

"Stai zitta e siediti."-mi ordina e faccio come mi dice.

"So che ti ha informato di molte cose Jeremy, cose che tu non dovevi sapere e so anche, che questo esemplare di uomo che ho davanti ti ha protetta a modo suo e lo ringrazio ma.."-dice lasciando la frase in sospeso.

"Ma..?"-lo intimo a continuare.

"Ma tu tornerai con me in Russia, stasera stessa!"-mi ordina.

"Te lo scordi!"-gli dico mentre tranquillamente mi alzo e mi giro di spalle.

"Ti ho dato il permesso di alzarti?"-mi domanda serio e io mi rigiro per guardarlo.

"Papà, ho vent'anni.. non sono più una bambina. Voglio rimanere qui. A New York ho degli amici, ho Jack.."-gli dico mentre con gli occhi lo prego, avvicinandomi a lui.

"Hai anche un nemico che non sappiamo cosa vuole da te."-mi ricorda e io sospiro.

"So come difendermi. Me lo hai insegnato tu. E con me, ho il carattere forte e combattivo di mamma. Jack starà con me ventiquattro ore su ventiquattro. Ho a disposizione la tua villa piena di uomini e il tuo locale. Ho lo zio Rick qui e i Keller. Forse sono più al sicuro qui che in Russia."-gli ricordo e lo vedo pensare.

"Octavia."-mi chiama ma lo interrompo.

"Papà, è tutto ok. Tu lasciami rimane qui, e io dimenticherò il fatto che per la prima volta nella tua vita, mi hai nascosto qualcosa."-lo prego.

Si alza dalla sedia e fa avanti e indietro per un po'.

Poi si gira a guardare me successivamente, posa gli occhi su Jack.

"Ti scopi mia figlia?"-gli domanda e io sbianco.

"È mia."-gli risponde semplicemente Jack.

Guarda me per due minuti e poi guarda di nuovo Jack.

"Se le succede qualcosa, ti sparo nelle palle."-lo avverte.

Aspetta..

"Quindi significa che..?"-gli domando.

"Significa che puoi restare, ma ti prego, avvertimi di qualsiasi cosa."-mi chiede e io gli salto addosso come un koala e lo riempio di baci, sotto le risate di Jack.

Mi stacco da mio padre e i due uomini, si scambiano una stretta di mano.

Successivamente, mio padre se n'è va.

The best part of me 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora