Capitolo 35.

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Jack's POV.

Hai presente quanto vedi una scena a rallentatore?

Quando non credi a ciò che hai appena visto e rivedi quella scena così piano, che la tua mente inizia a convincerti di quello che è successo?

"Jack."

È così, io sto venendo tutto a rallentatore.

La mia fidanzata che viene portata via in barella, Zayne che continua a chiamarmi da due ore e Nicole che disperata, guarda il sangue a terra.

Octavia è svenuta e la stanno portando in ospedale.. il bambino, non si sa.

"Jackson, cazzo!"-mi urla Zayne, prima di tirarmi uno schiaffo.

Lo guardo ancora scioccato e poi mi alzo di scatto, per raggiungere la mia famiglia.

Alle undici di sera, arriviamo in ospedale.

"Lei deve rimanere qui!"-mi ordina un'infermiera.

Faccio come mi dicono e aspetto, aspetto e aspetto.

"Jack."-mi chiama una voce femminile.

È la mamma di Octavia, insieme a suo marito.

"Cos'è successo a mia figlia?"-mi domanda Axel, afferrandomi per la camicia e inchiodandomi al muro.

L'unica mia risposta, è una lacrima di disperazione.

"Ho paura."-confesso, ad entrambi.

Axel, mi lascia in malo modo e va ad abbracciare sua moglie.

"Menomale, che eravamo per strada."-le sussurra Jessica.

Passano ore e di Octavia, ancora nessuna notizia.

Alle quattro del mattino, un dottore esce dalla sala operatoria.

"Siete la famiglia della ragazza?"-domanda serio, il dottore.

Axel si avvicina e si presenta e poi, faccio la stessa cosa io, dicendogli che sono il fidanzato.

"Congratulazioni.. i suoi figli sono nati e stanno bene per miracolo."-mi dice, e io sbianco.

Menomale.

Aspetta..

"Co-come i miei f-figli?"-gli domando confuso, mentre al dottore, spunta un sorriso sincero sul volto.

"Sono un maschio e una femmina.. purtroppo la ragazza ancora non ha ripreso conoscenza e quindi dobbiamo aspettare che si svegli per capire se sta bene o no, ma per il momento, possiamo affermare con sicurezza che è fuori pericolo.. È stata una fortuna che i gemelli erano già formati, altrimenti non ce l'avrebbero fatta."-ci informa, e i miei occhi si illuminano.

"Posso andare da loro?"-gli domando.

"Ovviamente."-mi dice.

"Dove sono?"-gli domando, eccitato.

"Con la sua fidanzata."-mi risponde, e io inizio a correre verso la stanza della mia fidanzata, dopo avergli chiesto qual'è ovviamente.

Appena entro, noto la figura di Octavia.

È distesa su un lettino, coperta dalle lenzuola.

Mi avvicino a lei, e le dò un leggero bacio sulle labbra.

È fredda.

Ti prego, lei no.

Tutto.. tranne lei.

Mentre la osservo, un pianto, attira la mia attenzione.

Mi avvicino alla culla, e noto che un bambino con il plaid blu sta piangendo, mentre una bambina con il plaid rosa lo guarda scioccata.

"Ehi."-dico al piccolo, prima di prenderlo in braccio.

Mentre lo cullo, il dottore entra nella stanza e si avvicina.

"Ho bisogno di sapere il nome dei bambini."-mi domanda.

"Certo.. Il maschio si chiama Richard, come il nonno."-gli rispondo felice, mentre lo cullo e mi avvicino alla piccola.

"La femmina?"-mi domanda lui, e io non posso non pensare al momento in cui, dovevamo scegliere i nomi.

Flashback.

"Che nome è?"-mi domanda Octavia, con le braccia conserte.

"Il nome di mio nonno zuccona!"-la prendo in giro.

"Come mi hai chiamata?"-si incazza lei.

Ecco, mi sono appena firmato la mia condanna a morte.

Mai e dico mai, insultare una donna incinta, anche se l'amate.

"Octavia, stavo scherzando!"-le dico, abbracciandola.

"Come lo chiamiamo allora?"-mi domanda lei.

"Come vuoi, Peste. Puoi scegliere entrambi i nomi, non mi importa. L'importante è che tu sia felice."-la rassicuro.

"Facciamo così, io scelgo il nome della femmina e tu quello del maschio.. Non chiederemo il sesso del piccolo, quando nascerà tu verrai da me, e mi dirai solo il nome."-mi dice.

"Ok piccola, allora, se è maschio Richard."-le dico.

"E se è femmina.."-inizia lei.

Fine Flashback.

"La femmina, si chiama Eveline."-gli rispondo, mentre osservo i miei figli.

Mi saluta con un cenno della testa, e metto mio figlio nella culla.

Prendo Eveline e la cullo un po' finché non si addormenta.

Poi la rimetto nella culla, e mi avvicino alla mia Peste.

Con un dito, le sposto i capelli che le sono caduti sulla fronte.

"Ti amo."-le dico, mentre le stringo una mano.

Stretta, che lei debolmente ricambia.

La guardo schioccato.

"Ti amo."-mi risponde, mentre lentamente apre gli occhi.

"Cosa?"-le chiedo confuso.

"Non te l'ho mai detto.. ti amo."-ripete.

Con le lacrime agli occhi, la bacio.

Un bacio bisognoso.

Lei era il mio ossigeno, e in quel momento ne avevo disperatamente bisogno.

Quando ci stacchiamo, appoggio la mia fronte sulla sua.

Mentre ci osserviamo, la piccola, inizia a piangere.

Octavia, inizia a piangere.

"Non è morto?"-mi domanda.

"No, stanno bene."-le rispondo con le lacrime e la vedo sbiancare.

"Come.. stanno bene?"-domanda lei, confusa ma felice allo stesso tempo.

"Richard ed Eveline, stanno bene."-la informo, e subito si gira come può, per vedere le due culle, con tutto il viso rigato dalle lacrime.

The best part of me 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora