Prologo: 2° Anno

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La signora Weasley non era molto felice del fatto che tre dei suoi figli avessero usato la Macchina Volante, ma nel sapere che i Babbani non mi trattavano bene, tutti i suoi dubbi svanirono.
Usammo la Metropolvere per arrivare a Diagon Alley e lì incontrai Hermione. Insieme ci dirigemmo verso il negozio dei libri, e incontrammo il famoso professor Lockhart che firmava le copie dei suoi libri.
Era troppo bella quella giornata, se non fosse per Malfoy che scese dal piano superiore del negozio.
"Sei felice, Potter? Ancora una volta puoi mostrare la tua fama. Anche se vieni in una libreria finisci in prima pagina!"
"Geloso, Malfoy?" borbottò Ron.
"E poi ti sei cercata delle amicizie incredibili, Potter: dei Nati Babbani e dei traditori del loro sangue!" continuò schifato.
"Suvvia, Draco, più garbato."
Una voce strascicata giunse da dietro il ragazzino. Un uomo alto dai capelli biondo platino e con gli occhi color ghiaccio posò un bastone da passeggio d'argento, credo, sulla spalla di Malfoy.
Chiaramente il padre.
Si guardò intorno con sguardo furtivo e minaccioso, per poi posare i suoi occhi su di me.
O meglio, sulla mia fronte.
"Denise Potter... - affermò in un sussurro. Si avvicinò e alzò il bastone per spostarmi i lunghi capelli castani dalla fronte - La tua cicatrice è leggenda. Come il mago che te l'ha procurata."
Io lo guardai con sguardo di sfida.
"Voldemort ha ucciso i miei genitori."
Sostenni il suo sguardo glaciale.
"Sei molto coraggiosa a pronunciare il nome del Signore Oscuro. Oppure sei molto sciocca."
Sentii il ghigno di Malfoy e mi voltai a guardarlo freddamente.
Il padre di Malfoy passò accanto a Ron.
"Capelli rossi, espressione vuota, libri di seconda mano... Sei per caso un Weasley?"
Ron si irrigidì, ma lo trattenni posandogli una mano sul braccio che teneva lungo il fianco.
Si avvicinò infine ad Hermione.
"E tu devi essere la signorina Granger... Draco mi ha parlato di te e dei tuoi genitori... Babbani"
Pronunciò l'ultima parola con disprezzo, ma anche Hermione continuava a sostenere lo sguardo dell'uomo.
Fu allora che giunse il papà di Ron.
"Bene ragazzi, andiamo." disse cercando di ignorare i Malfoy.
"Bene bene bene... Arthur." sibilò quello.
Allora lui si voltò e in un sussurro riluttante disse solo:
"Lucius."
Si dissero due cose sul lavoro, poi andammo.

Ricordo ancora quando a scuola Malfoy si comprò l'ammissione alla squadra di Quidditch grazie a suo padre, che fornì a tutti i giocatori una nuova scopa.
"Ma quelle sono le nuove Nimbus 2001." commentò Ron ammirato.
"Certo che lo sono. A differenza tua, mio padre si può permettere il meglio." ghignò Malfoy.
"Nessuno dei Grifondoro si è comprato l'ammissione. Sono stati scelti per il loro talento." subentrò Hermione.
"Nessuno ha chiesto il tuo parere, sporca Mezzosangue."
Da quando Malfoy aveva chiamato così Hermione, iniziai ad odiarlo ancor di più, se possibile.
In quell'anno molti alunni scomparivano a causa dell'apertura della Camera dei Segreti, e fra questi pure Ginny, la sorella di Ron, mentre Hermione fu pietrificata come molti figli di Babbani.
Quando io e Ron scoprimmo come aprire la Camera, ci dirigemmo, di notte, nel bagno delle ragazze e scendemmo nelle tubature per riuscire a salvare Ginny.
Quando fummo tra le rocce, però, il mio amico rimase bloccato da un crollo dei massi e mi disse di andare avanti.
Entrai in un grande luogo parlando serpentese, e c'era come una passerella larga venti metri, in pietra, e intorno dell'acqua.
Lì giaceva Ginny, a terra, svenuta.
Scoprii chi fosse il buon ragazzo Tom Riddle, sconfissi il Basilisco con la Spada di Grifondoro e poi, con il dente del Basilisco, trapassai il diario di Tom Riddle e quindi sconfissi anche lui.
Anche quest'anno la Coppa delle Case venne assegnata a Grifondoro, e io me ne tornai dai Babbani.
Durante l'estate, gonfiai e feci accidentalmente volare via Zia Marge, sorella di Vernon Dursley, e per questo decisi di scappare di casa con il mio baule.
Mi salvò il Nottetempo, ma io in un cespuglio avevo visto l'ombra di un cane.

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