24. Pensavo fosse fatale

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Arrivai nel mezzo della foresta. Voldemort e la sua gente si voltarono a guardarmi.
"Sapevo che sarebbe venuta... Denise Potter, la ragazza che è sopravvissuta, eccola. È venuta a morire. " sibilò.
Sorrise ed estrasse la bacchetta. Io non opposi resistenza e nemmeno afferrai la mia.
Voldemort si mise in posizione, io chiusi gli occhi.
"Avada Kedavra!"
Caddi al suolo con un tonfo, poi nient'altro.

Draco Malfoy's P.O.V
Avevo guardato Denise camminare fino a che era sparita dalla mia vista. Successivamente scossi il capo e piansi, mentre rientrai nel castello.
"Malfoy? Cosa c'è che non va?"
La professoressa McGranitt venne verso di me preoccupata.
"È andata. Si è consegnata a lui." mormorai con voce di un ottavo maggiore al mio standard, con le lacrime che non cessavano di scendere.
"Cosa? Sei sicuro?"
Annuii, mentre la donna si mise le mani al cuore e sospirò.
"Siamo finiti, vero?"
Annuii di nuovo. Nel frattempo mi avevano raggiunto anche Weasley e la Granger, entrambi molto scossi.
Nessuno disse niente, non c'era bisogno di parlare per descrivere ciò che provavamo.
Ad un certo punto sentimmo dei passi, molti passi, come un corteo.
Io e i due ragazzi uscimmo dal castello, seguiti dalla McGranitt e poi da tutta la gente che c'era nel castello.
Vidi il mezzogigante Hagrid camminare con qualcosa in mano. Qualcuno.
In capo al corteo c'era Voldemort, sorridente più che mai.
Ci fermammo sia noi che loro.
Quando vidi chi aveva in braccio Hagrid, gridai un 'No!' secco. Denise era inerme tra le braccia di Hagrid, il quale piangeva silenziosamente.
Feci per correre, ma la mano di Weasley mi prese saldamente e mi fermò.
"Draco... che piacere rivederti. - esordì Voldemort - Ma, ahimè, mi sa che hai sbagliato schieramento."
Mi scrollai di dosso la mano di Weasley e misi le braccia lungo i fianchi.
"No. Sono nel posto giusto. Sei tu che hai sbagliato, come sempre del resto." ribattei.
"Draco."
Il sibilo di mio padre mi giunse a malapena all'orecchio. Spostai lo sguardo su di lui.
"Vieni qui." ordinò.
"Mai." replicai.
"So tutto. - disse mio padre, con fare intimidatorio - Ho letto la lettera che avevi mandato a tua madre. Devi fare quello che ti dico io."
"Dovrai obbligarmi."
Il mio sguardo sosteneva quello di mio padre.
"Avete ucciso la ragazza che amo, non esistono altre cose da dire." dissi a denti stretti.
"L'amore non porta a nulla. L'odio porta al potere." replicò Voldemort.
"A me non importa niente del potere. - dissi - E nemmeno di voi."
"Come osi...?" sibilò mio padre.
"Oso. Voi non conoscete cosa significa essere felici e essere amati. La ragazza che ho da sempre amato è nelle sue braccia - indicai Hagrid - e non si sveglierà più."
Spostai lo sguardo su mia madre, che mi guardava quasi sorridente, con una strana luce negli occhi.
Conoscevo mia madre, voleva dire qualche cosa.
"Le cose si sistemeranno, Draco." sostenne.
Presi fiato per dire qualcosa, ma sentii un tonfo.
Denise era caduta dalle braccia di Hagrid, che la guardava perplesso.
Improvvisamente, Denise aprì gli occhi e spianò la bacchetta verso Voldemort, urlando:
"Pietrificus Totalus! "
"È viva!"
Le osservazioni evidenti esplosero tra i due schieramenti. Pensavo che quell'incantesimo, l'Avada Kedavra, stavolta sarebbe stato fatale per Denise, ma a quanto pareva lei era troppo forte.
Riuscii appena ad allargare le braccia ed afferrare Hermione, che si era emozionata.
"Levati Granger. È ora di combattere."
La ragazza si rimise in piedi, sempre più perplessa per quanto stesse succedendo, mentre io presi la bacchetta e iniziai a combattere contro mio padre.
"Madre!" esclamai.
Lei si voltò e mi guardò.
"Vattene! Smaterializzati lontano da qui, quando sarà finito tutto ti troverò!" urlai mentre schivavo incantesimi da parte di mio padre.
Lei annuì appena e scomparì, mentre mio padre mi guardò sempre più furioso.
"Devi obbedire." replicò.
"Ormai sono maggiorenne nel mondo dei maghi, so cosa è giusto per me. Faccio quello che voglio."
Con questo lanciai uno Schiantesimo e lo feci atterrare a terra poco più avanti.
Si alzò, sospirò affranto e anche lui si Smaterializzò.
Mi voltai a guardare altri Mangiamorte che si Smaterializzavano, mentre Voldemort aveva in pugno la Bacchetta di Sambuco.
Denise ancora lottava con lui.
"Non riuscirai a sconfiggermi, la Bacchetta di Sambuco è invincibile." sostenne.
"Non se il suo padrone non sei tu." disse determinata la ragazza.
Voldemort si voltò verso di me, quindi lanciò un Incantesimo.
"Crucio! "
Caddi a terra dolorante.
"Vedi che funziona? - diceva Voldemort soddisfatto - Ora saluta tutti, stai per morire, e stavolta davvero!"
"Expelliarmus! "
Vidi un fascio di luce rossa contrastare quello del luce verde, poi vidi quello rosso vincere su quello verde e il Signore Oscuro andò in polvere, lasciando la Bacchetta di Sambuco.
Sfinita, Denise la afferrò e la mise nella felpa insieme all'altra.
Strisciando venne verso di me.
"Draco... stai bene?"
"Più o meno." sussurrai reprimendo il dolore.
Lei si alzò e cercò di far alzare anche me.
"Vieni, ti accompagno in infermeria."
Cercai di camminare mentre lei mi sosteneva.
"Non serve l'infermeria."
"Sì. - ribattè lei - Per riprenderti devi curarti."
"Non ho bisogno di cure. La mia cura sei tu."
Quelle parole probabilmente la spiazzarono, ma sul suo volto si dipinse quel sorriso che avevo imparato ad amare da tempo, un sorriso che lasciava alle spalle le vittime, la sofferenza e la guerra appena conclusa e che sembrava essere l'indizio per un nuovo inizio, per un futuro migliore.
"Amore dai, se proprio vuoi ti curerò io."
Accennai un sorrisetto, mentre piano piano mi rimisi in piedi, e lei mi sosteneva mentre andavamo nel castello.
"Come mi hai chiamato scusa?" chiesi.
"Ti ho chiamato amore... non va bene?"
Quella parola mi diede la conferma che anche lei sotto sotto si era innamorata di me, e che ora sarebbe stata meglio.
"Certo, va benissimo, volevo sentirlo ancora una volta. Detto da te è una parola bellissima."
Ci guardammo negli occhi ed entrambi fecimo un sorriso, quindi le presi il volto tra le mani e la baciai, ormai senza avere più preoccupazioni.
"Se avessi saputo prima che mi amavi davvero, ti avrei portata da me con un Accio." sorrisi, mentre entrammo nel castello mano nella mano.
Lei sorrise lusingata.
"Ti amerò senza bisogno dell'Amortentia." replicò stando al gioco.
Pensai a cos'altro dire per spiazzarla di nuovo.
"Se potessi userei una Giratempo per tornare indietro al nostro primo bacio e continuare a viverlo."
Lei sorrise, con un sorriso malizioso, sapevo che ora mi avrebbe stupito.
"Ti proteggerò da tutti gli Avada Kedavra, tanto sono la Prescelta e sopravvivo sempre."
Mi arresi a quella frase che mi aveva fatto stare meglio. Avevo trovato davvero la ragazza dei miei sogni.
"Okay mi arrendo, hai vinto tu."

Spazio Me
Holaaaa💋
Siamo giunti QUASI alla fine della storia, se volete che scriva qualche cosa in particolare ditemi, così valuto le idee ed eventualmente inserisco qualcosa di interessante.
Comunque grazie, per essere arrivati fino a qui!💙

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