18. Tutta la verità

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Writer's P.O.V.
Un vortice si formò al posto dei ragazzi e dell'elfo domestico Dobby.
Insieme a loro si Smaterializzò anche il pugnale lanciato da Bellatrix. La donna sperò che esso colpisse qualcuno, magari non la giovane Potter, ma qualcuno a lei caro, in modo da farla soffrire come quando aveva ucciso quel delinquente di Black. Quanta sofferenza per un padrino che mai c'è stato, pensò Bellatrix perplessa dal comportamento della Potter.
Fu quando distolse lo sguardo dal punto dove prima c'erano i ragazzi che osservò attorno a lei.
"Anche stavolta ce la siamo fatta sfuggire. Mannaggia a te Draco, dovevi chiamarlo quando te l'ho detto!" sbuffò con espressione contratta.
Cercò con lo sguardo il nipote biondo, ma nella stanza non c'era traccia di lui.
"Draco?"
Nessuno rispose al richiamo.
Anche Lucius e Narcissa si guardavano attorno stupiti, la donna un po' meno del marito, perchè lei, a differenza degli altri, sapeva.
"Non si sarà mica Smaterializzato con loro, vero?" mormorò stridula Bellatrix.
Lucius Malfoy allargò gli occhi e sbiancò, diventando del colore di un lenzuolo, mentre la moglie Narcissa guardò fissa negli occhi la sorella che sembrava in crisi isterica.
"Qualcuno mi può rispondere? Cissy, che cosa sta succedendo? Cosa c'è che io non so?" domandò strillando.
La sorella fece spallucce.
"Parecchie cose direi. E che non sa nessuno."
Narcissa calcò la voce su quella parola, attirando l'attenzione di Lucius, che volse il suo sguardo glaciale con gli occhi socchiusi.
"Narcissa?"
Lei accennò appena un sorriso, poi si diresse verso la libreria accanto alla finestra.
Prese un libro e da esso estrasse un foglio spiegazzato e un po' malandato.
Tornò dalla sorella e dal marito e sospirò, poi prese posto sulla poltrona.
"Cara madre, - iniziò a leggere la donna - mando questa lettera ora perchè so che mio padre non c'è, e anche perchè è da parecchio che non scrivo.
Non immagini cosa provi io in questo momento.
Ti sto scrivendo in modo freddo e distaccato, la mia mente è altrove, sto ancora pensando al compito che mi è stato affidato.
Lo confesso madre, non so se sono all'altezza di portarlo a termine.
Già due tentativi sono falliti, ho rischiato di ammazzare una ragazza Grifondoro e anche Weasley (nessun rimpianto per questi gesti).
Non so più che fare, sono disperato e sono stanco della scuola.
Nessuno ormai riesce più a capirmi, mi isolo sempre più anche dai Serpeverde, sto sempre dietro le quinte, a differenza di quando ero piccolo.
Come se non bastasse, Potter mi ha scoperto nel corridoio del settimo piano. Ci siamo insultati parecchio, devo dire, ci siamo scagliati qualche frecciatina, ma madre, ho un problema grosso.
Io temo... so che quando lo leggerai probabilmente non ci crederai, ma so che ti andrà bene lo stesso, perchè a te basta che io sia felice.
Madre, io sono innamorato di Potter, e non è una cotta temporanea, è una cosa seria, quando la vedo voglio solo sputarle in faccia per riuscire a dire che no, non la amo. E invece l'unica cosa che faccio è restare a guardarla, in tutta la sua semplicità.
Te ne prego madre, non dirlo a mio padre, non farlo.
Sai che lui non lo vorrebbe, e in più sai le conseguenze. E in più, se sa che io sono innamorato, lo prenderà come un segno di debolezza, ma sai che io non voglio essere debole.
Ora devo andare madre, la cena in Sala Grande è pronta.
Ci vediamo presto, sinceramente,
Tuo figlio Draco. "
Bellatrix era troppo sconvolta per emettere suoni, Lucius invece, irritato al massimo, strappò di mano la lettera alla moglie e la contemplò, come se sperasse che il suo contenuto cambiasse.
Con gli occhi infuocati guardò Narcissa.
"Come hai osato tenermelo nascosto?"
"Lo hai sentito, Draco non voleva. Era un volere di mio figlio, io non lo faccio soffrire, a differenza tua, che vuoi... segui solo quello che dice Lui. Dovresti volere un po' anche il bene di tuo figlio, non solo tuo o suo. " rispose Narcissa con semplicità.
"Quando l'ha mandata questa lettera? Quando?" domandò Bellatrix con gli occhi fuori dalle orbite, ripresasi dallo shock iniziale.
"Quando Lucius era in prigione. Era il suo sesto anno, poco prima o poco dopo Natale."
Lucius aveva il respiro irregolare.
"Non dirlo a mio padre, eh? Che strigliata che si piglia quel ragazzo quando tornerà qui, eccome se lo sistemo! Lo posso giurare sulla mia stessa vita!" esclamò.
"Non ci giurerei se fossi in te. - riprese Narcissa - Sei sicuro che ritornerà? Oramai è con la ragazza, con la Potter."
Bellatrix volse la testa.
"Com'è caduto in basso, Draco. Mai avrei immaginato potesse tradire tutti così. Uguale identico a quello delinquente di Black, uguale a lui! Fa la beffa a tutti!" urlò disperata.
"Non parlare così di mio figlio, Bella. Non farlo." sussurrò Narcissa seria, guardando la sorella.
"Anche tu hai collaborato. Siete due traditori! Se lo sapesse il Signore Oscuro..."
Proprio allora, un tonfo fece voltare i tre verso la porta d'ingresso del salone.
Il Signore Oscuro, accompagnato dal suo inseparabile Nagini, fece il suo ingresso, posando i suoi occhi freddi in tutti gli angoli della casa, probabilmente alla ricerca del giovane Malfoy.

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Eravamo vivi. O comunque, eravamo lontani da Voldemort e da quella gente. Mi rialzai a fatica. Eravamo a Shell Cottage, dove vivevano Bill e Fleur, dopo essersi sposati. Era bello, lontano da tutto e da tutti.
Sospirai.
"Ron? Hermione? State bene?"
"Denise... Potter... "
Una voce flebile giunse alle mie orecchie. Dobby.
Era piegato in due, le manine strette attorno alla manico del pugnale, conficcato nel suo addome.
Lestrange ti ammazzo.
Corsi verso di lui in preda al panico.
Estrassi piano il pugnale e presi l'elfo tra le braccia.
"Dobby... Ti cureremo ora, resisti."
"No. Io volevo aiutare Denise Potter, ora lei è libera, e anche io lo sono. Fa' sempre quello che ti dice il cuore. Io l'ho fatto, e ho salvato la vita alla Prescelta. È bello stare con- con gli amici... D-Denise... Potter..."
L'elfo chiuse gli occhi.
"Dobby... Non lasciarmi anche tu."
Alzai lo sguardo sentendomi gli occhi pieni di lacrime. Ron ed Hermione mi osservavano scuotendo il capo. Dobby era morto e, ancora, era colpa mia.
È morta un sacco di gente, e io sono responsabile di tutto.
Sentii un braccio avvolgermi le spalle. Spostai lo sguardo al mio fianco. Draco Malfoy era lì, che mi guardava negli occhi, senza dire niente, con l'espressione vuota.
Ma sembrava che a lui andasse bene così.

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