L'estate volava al numero 12 di Grimmauld Place. Stavo ormai abituandomi a vivere in casa Black senza Sirius, con il quadro di sua madre che battibeccava al passaggio di chiunque e con l'elfo Kreacher che si lamentava di continuo.
Mancavano pochi giorni al ritorno a Hogwarts. Mi sentivo diversa, vedevo tutto con occhi diversi, vivevo in modo diverso.
Sirius era la mia famiglia. Mi era rimasto solo lui. Lui era riuscito a farmi sentire come se vivessi con... la mia vera famiglia.
Di lui mi era rimasta la casa, la Mappa, la Firebolt regalatami alla fine del terzo anno e il frammento di specchio che mi aveva dato nell'estate tra il terzo e il quarto anno.
Di mio padre era rimasto il Mantello che mi aveva fatto avere Silente e il ciondolo della J che mi aveva regalato Sirius.
Di mia madre erano rimasti... gli occhi. Me lo dicevano tutti.
I ricordi della mia famiglia erano tutti concreti, anche se in realtà sapevo che i pensieri e i momenti passati insieme (almeno con Sirius, con i miei genitori non ricordo) valevano più di mille regali.
Il primo settembre io, Hermione, Ron e Ginny (Fred e George avevano finito la scuola) avevamo i bauli pronti. Io avevo con me tutti i ricordi della mia famiglia e anche la foto che mi aveva dato Hagrid, di quando ero ancora un'insignificante maghetta di meno di un anno.
Salutai tutti quelli dell'Ordine e sorrisi a Remus.
"Ti voglio bene, Malandrina." sussurrò quando mi strinse in un abbraccio veloce.
"Anche io, Lunastorta. Ci vediamo a Natale."
Sull'Hogwarts Express, restai nella cabina con Ron, Hermione e Ginny.
Poco dopo la partenza, la porta si aprì. Luna Lovegood.
"Entra, Luna!" la accogliemmo, mentre la ragazza si sedette accanto alla coetanea Ginny.
Non passò molto tempo che arrivò anche Neville, che prese posto accanto a Ron.
"Sei stato bravissimo, Neville. - mi complimentai - Sai, lo scorso anno, al Ministero. Le lezioni dell'ES ti hanno cambiato. E anche te, Luna."
Sorrisero entrambi e Luna, con il suo fare stravagante, parlò.
"Pensavo che non saresti riuscita a sconfiggerlo. Insomma, ti contorcevi da far paura. Non volevo perdere subito i miei unici amici. Ero terrorizzata."
Posai lo sguardo al paesaggio fuori dal finestrino, come se di colpo fosse diventato estremamente interessante, per evitare che vedessero le lacrime salirmi agli occhi.
Arrivati a scuola, ci sedemmo al nostro tavolo e riuscii al salutare anche Dean (attuale fidanzato di Ginny), Seamus, Lavanda, le sorelle Patil e i fratelli Creevey, oltre ad altri Grifondoro.
Scorsi, al tavolo opposto, un Draco Malfoy alquanto pensieroso, che fissava il piatto il bicchiere davanti a sé. Non vi badai.
Non riuscii a cogliere le parole di Silente, ma mi ingozzai al banchetto. Non come Ron, comunque.
"Sei schifoso." gli ripeteva sua sorella, che in quel momento voleva solo sotterrarsi per l'imbarazzo causato dal fratello.
Ben presto iniziarono le lezioni e cominciarono a girare voci e versioni differenti inerente la notte al Ministero.
Durante la prima lezione di Difesa contro le Arti Oscure di Piton, che si tenne il mercoledì mattina, il professore era visibilmente di malumore e il fatto che la lezione era con Serpeverde e Grifondoro non serviva affatto a risollevarlo.
"Come sapete bene, Difesa contro le Arti Oscure è una materia seria, e nessun professore prima d'ora ve l'ha mai insegnata decentemente. - osservò - Siccome al mio corso non accetto studenti incapaci che si troveranno, tra un anno, a dover affrontare i M.A.G.O. quando non sanno neppure cos'è un Avvicino, vorrei che chi non fosse interessato alla materia uscisse."
Nessuno si mosse, probabilmente per la paura di come l'avrebbe presa Piton.
Gli occhi nero pece a fessura dell'insegnante si piantarono nei miei.
"Eccola la nostra celebrità. Dicono che ti abbia respinto il Signore Oscuro dalla tua mente, Potter, ma ne dubito, vista la facilità con cui egli riusciva ad utilizzare il tuo cervello incapace."
Molti Serpeverde sghignazzarono, ma io mi sentivo lo sguardo addosso. Mi voltai appena.
Draco Malfoy non aveva risposto con i Serpeverde, ma mi fissava assente, così come lo era al banchetto di inizio anno.
"Io c'ero. Io lo vista contorcersi a terra, urlare disperata e ho visto con i miei occhi Voi-Sapete-Chi impossessarsi del suo spirito. Denise lottava con tutte le sue forforze e ce l'ha fatta, ha sconfitto temporaneamente Voi-Sapete-Chi nella guerra dell'anima. Molti l'hanno vista. Anche il Ministro in persona."
Una voce flebile ma sicura aveva pronunciato quelle parole in mia difesa, e giungeva dal fondo dell'aula. Ci voltammo tutti.
"Signor Paciock, a nessuno importa del tuo parere. Potter è su tutti i giornali ormai, e il Ministro crede davvero che il Signore Oscuro sia tornato. Tutte menzogne."
Neville fece per ribattere, ma Ron accanto a lui o trattenne.
"Sei fortunato ad avere il signor Weasley accanto a te, signor Paciock, o non sarebbe finita bene. 10 punti in meno per Grifondoro."
Alla fine della giornata di scuola, Neville stava ancora insultando Piton.
"Non farci caso. So che le persone non mi credono, ma me ne sbatto." tagliai corto.
Mi mancava Sirius. Volevo rivedere Remus. E mancava un secolo a Natale.
Tutto il trimestre passò lento, con le sere buttate via per stare nell'ufficio di Silente e vedere dei ricordi su Riddle che non avevano né capo né coda, alcuni pomeriggi occupati con il Quidditch, le domeniche passate o sulla scopa per le partite, o sui libri in biblioteca. La cicatrice bruciava di maledetto tre volte su quattro. L'unica persona sempre accanto a me era comunque Hermione.
Nel periodo prima della partita contro Serpeverde ero sottotono, stavo male e la cicatrice era molto dolorosa, sentivo dei continui vuoti dentro di me e soffrivo di frequenti sbalzi d'umore.
La sera prima della partita eravamo nel nostro dormitorio e Hermione si sedette sul suo letto, sospirando con un fare che mi allarmò.
"Denise Lily Potter, quando ti deciderai a dirmi che cosa c'è che ti fa stare male? Che ti prende?"
Ero sdraiata sul mio letto e, se non se ne fosse uscita con una domanda simile, starei ancora fissando il soffitto.
"Mai. Perché non so cosa mi prende."
"Denise, so che cosa provi. Mai ho passato una cosa anche solo simile a quello che vivi, ma posso immaginare quello che provi. Aprirsi fa bene. Dovresti parlarmi." mi consigliò.
Ammisi di doverla ringraziare.
"La cicatrice fa male. Sirius e Remus mi mancano. Malfoy ha un comportamento strano e ambiguo. L'essere capitano a Quidditch è una responsabilità che non riesco ad assumere. Ho paura per il destino dei miei amici, per il destino tuo, Hermione, se... se Lui dovesse dichiarare guerra. Silente mi mostra ricordi di Riddle e io non capisco nulla. I compiti mi lapidano. Piton mi tortura in Difesa contro le Arti Oscure. La vita e la realtà mi stanno pian piano uccidendo. Penso che sia una buona descrizione di ciò che vortica nella mia testa." dissi ironica.
Lei mi guardò accigliata. Io scossi il capo.
"Ci sarà una guerra e io per prima rischierò la vita. Se starai al mio fianco, sarai a rischio."
"Se sarò insieme a te, non avrò paura del rischio." ribatté.
Io sorrisi e lei mi abbracciò. Io sospirai, ma le sussurrai piano:
"Mi mancavano i tuoi abbracci, Herm."
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𝐋𝐀 𝐏𝐑𝐄𝐒𝐂𝐄𝐋𝐓𝐀
FanfictionE se, al posto di Harry, i Potter avessero avuto una figlia femmina? Ella sarebbe stata in grado di fare quello che ha fatto Harry? Si sarebbe alleata con i buoni o si sarebbe unita ai Mangiamorte? Avrebbe fatto le sue scelte in funzione al bene deg...