2. Segreti di famiglia

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Nel giorno di Natale aprii i regali. Trovai un maglione fatto a mano dalla signora Weasley, un kit di cura delle scope da Quidditch da parte di Ron, un libro regalatomi da Hermione e Fred e George mi regalarono una scatola contenenti oggetti da scherzi vari.
Aprii l'ultimo regalo. Era una collana, con un ciondolo con la lettera J.
"Wow, chi me l'ha regalata questa? Non c'è alcun biglietto." dissi svuotando il pacchetto e rompendo la carta per cercarlo.
"Credo che non ci sia il biglietto perché probabilmente la persona che te l'ha regalata ha deciso di spiegarti l'origine del ciondolo a parole." intervenne Sirius, poggiato allo stipite della porta con le braccia conserte.
Lo guardai leggermente stupita.
"È il tuo regalo? Oh, Sirius!"
Mi avvicinai e lo abbracciai, tenendo tra le mani la collana. Poi lui si sedette a terra, davanti al fuoco.
"Siediti. È una lunga storia."
Lo imitai e mi sedetti accanto a lui, pogginadomi alla sua spalla. Lui mi circondò la vita con un braccio e poi iniziò a raccontare.
"Questa apparteneva a tuo padre. Vedi? 'J' di James. Tuo padre me la diede appena nascesti e mi disse che, se mai fosse successo qualcosa, io avrei dovuto dartela quando sarebbe stato il momento opportuno. Rimase in questa casa per dodici anni, fino a che io uscii da Azkaban, e quando riordinai la casa per renderla un Quartier Generale decente la ritrovai. Credo che questo sia il momento giusto per dartela."
Me la prese dalle mani e me la mise al collo.
"Non abbandonarla mai. Sono sicura che James ci resterebbe male se tu te la togliessi..." commentò.
"No. La terrò sempre al collo. - dissi decisa - Così saprò che papà è sempre con me."
Sirius sorrise e si alzò.
"Dai, il tempo da trascorrere insieme è quasi finito. Ma voglio che tu capisca che.. insomma, mi dispiace non essermi potuto rivelare prima. Dodici anni della mia vita buttati via, quando avrei potuto risparmiarti l'infanzia babbana." si rammaricò.
"Tranquillo Sirius. Sei il mio padrino, la mia unica famiglia. Non potrei mai odiarti."
Feci per uscire dalla stanza per andare a ringraziare gli altri, ma tornai a guardare quell'uomo che fino a due anni fa pensavo fosse l'assassino e il traditore dei miei genitori.
Poi uscii.

"Perché quella parte del muro è nera?" domandai a Sirius prima di partire per prendere l'Hogwarts Express per tornare a scuola.
Indicai una parete su cui era disegnato una specie di albero con dei nomi.
"Ah, quello è il mio albero genealogico. Quella parte è nera perché l'ha colorata mia madre quando scappai di casa. Avevo sedici anni."
"Perché sei scappato? - domandai avvicinandomi al mio padrino - E dove sei andato?"
Sirius sorrise.
"Dai Potter ero sempre il benvenuto."
Anche io sorrisi e istintivamente mi portai la mano al collo, dove avevo attaccato il ciondolo con l'iniziale J.
"S-Sirius? A te non capita mai... di sentirti la persona sbagliata nel luogo sbagliato al momento sbagliato?"
Lui distolse lo sguardo da me e lo portò fuori sulla finestra, dove il paesaggio era ancora innevato.
"Sì. Ma tu non lo sei."
"Spesso mi sento crudele. Mi arrabbio e non mi controllo." ammisi.
"Hai salvato la vita ad Arthur Weasley con quel sogno. Come puoi sentirti una persona cattiva?"
"DENISE! È ora!" sentii urlare la signora Weasley.
"Arrivo!" gridai di rimando.
Guardia Sirius.
"Ci vediamo quest'estate, Sirius. Ti voglio bene." dissi abbracciandolo forte.
Sirius ricambiò la stretta.
"Ci vediamo, mia piccola principessa. Spero che, quando ti rivedrò, sarai ancora così bella. E buona fortuna per i GUFO."
Ci lasciammo, ma Sirius mi disse ancora delle ultime parole prima che uscissi.
"Non dimenticarlo per nessuno motivo. Tu non sei una persona cattiva. Sei solo una persona buona a cui sono capitate cose cattive. Quando tutto finirà... formeremo una famiglia. Promesso."
Sorrisi e lasciai la stanza.

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