Baekhyun's Love Philter ↬ ChanBaek ღ

Verità

Dopo una notte trascorsa a singhiozzare con il viso fra le coperte, Baekhyun si alzò lentamente mentre la sveglia continuava a suonare con ostinazione.
Il ragazzo con capì perché il suo amato avesse detto una cosa del genere prima di attaccargli il telefono in faccia, ma sapeva che c'era qualcosa. Qualcosa di grave. E ciò lo spaventava a morte. Proprio per questo si era rifiutato di cercare contatto con altre persone e chiedere spiegazioni, ma si era limitato a piangere e a prepararsi mentalmente a quello che lo avrebbe aspettato a scuola.

Ogni azione che svolse in quella mattinata fu dettata da una tristezza immensa. Il viso di Baekhyun era inespressivo, come quello di chi si dirige eroicamente al patibolo, ormai consapevole che soltanto la morte potrà donargli la pace. Eppure il ragazzo sapeva di non stare andando incontro a una pace eterna, ma verso l'inizio di tutti i suoi guai futuri.
Sospirò prima di mettere piede fuori da quella casa, ritenendosi ormai mentalmente pronto.
Anche se non lo era affatto.
Se avesse avuto tre anni, non avrebbe esitato a farsela nei pantaloni, ma non voleva peggiorare la situazione.

Una volta arrivato a scuola, percorse il corridoio principale gettando occhiate impaurite a destra e a sinistra; poi, non appena si accorse della prima risatina, abbassò il capo e puntò lo sguardo a terra. La cosa che lo infastidiva di più era il non conoscere la causa di tutto quello che stava accadendo intorno a lui e perciò si sentiva precipitare in un abisso senza fine. 

- Ehi, Byun! Sapevo che fossi frocio, ma non fino a questo punto! 

Il ragazzo inspirò con le labbra semichiuse e intimò a se stesso di continuare a camminare e non badare a quelle voci.

Ma in che modo?

Perché quello studente che neanche conosceva gli aveva detto una cosa simile? Sapeva forse del bacio fra lui e Chanyeol? Non era possibile, era avvenuto tutto nella sua camera da letto, lontano da occhi indiscreti. E di certo il più grande non avrebbe avuto motivo di spiattellarlo a una persona qualunque.
Ma allora cosa era successo? Perché Chanyeol era così arrabbiato con lui? Davvero non capiva. Stava per scoppiare a piangere di nuovo, nel bel mezzo del corridoio, quando un colpo più forte degli altri lo sconvolse così tanto da fargli ricacciare indietro le lacrime che si erano già affacciate ai suoi occhi.
Passando dinanzi a una classe, udì due ragazze del primo anno sussurrare e ridacchiare con il cellulare fra le mani.
Baekhyun riconobbe la risata fredda e distaccata di Ha-Neul provenire da quel dispositivo e si avvicinò alle coetanee.
Una di loro alzò il capo e gli rivolse uno sguardo sprezzante, mentre l'amica riponeva il cellulare in tasca frettolosamente.

- Che vuoi? Vai a fare il filo ai frocetti come te.

Il ragazzo sussultò e si voltò immediatamente per andarsene. Non c'era bisogno di alcuna spiegazione: sapeva cosa stavano guardando tutti.
Qualcuno gli aveva fatto un video la sera della festa e lo aveva diffuso in rete. Ma perché faceva tanto ridere? Non avrebbero dovuto apprezzarlo, visto che aveva fatto esattamente le stesse cose che facevano loro abitualmente?

Entrò in classe strisciando i piedi e non fece nemmeno caso a tutti gli occhi che si puntarono addosso a lui nello stesso istante. Voleva soltanto che i suoi compagni facessero silenzio, per il resto potevano guardarlo per quanto volevano. Tanto non avevano fatto altro da quando Baekhyun aveva messo piede in quella scuola.

❀❀❀

Una volta suonata la campanella che segnava l'inizio della pausa pranzo, Baekhyun uscì dalla classe per ultimo e si diresse a passo funebre verso il tetto della scuola, dove sperava di essere solo.
Salì le scale antincendio e spinse la pesante porta di ferro, sebbene vi fosse incollato un cartello con su scritto che era severamente vietato agli studenti salire sul tetto.
Ma se avessero davvero voluto che la regola fosse rispettata, avrebbero dovuto semplicemente chiudere la porta a chiave.
Il ragazzo si aggiustò i capelli scompigliati dal vento e avanzò sulle mattonelle sporche e per metà rotte. Gli parve strano che ci fosse una pecca in quella scuola così prestigiosa.