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Il telefono non smetteva di squillare.
Quel suono, assillante e caotico, che Amber aveva impostato come suoneria personale, continuava a rimbombarmi nelle orecchie grazie alla sua raffica di messaggi.
Uscii dalla doccia cercando di non scivolare sul lussuoso marmo nero, mi avvolsi nell'asciugamano di costoso cotone egiziano e finalmente risposi a quel messaggio inviato ripetutamente.
Era tutto il giorno che Amber mi ricordava l'orario della festa pregandomi di non tardare. Le risposi distrattamente e cercai di prepararmi il più velocemente possibile, finché fui richiamata nuovamente da quel suono.
Afferrai scattante il cellulare e lessi il contenuto dell'ultimo messaggio inviato dalla mia migliore amica:
- cinque minuti e arrivo. -
Sbuffai controllando l'orario, poi presi lo zaino con il necessario e scesi le scale.

Mi affrettai sentendo lo squillo del campanello tagliare, improvvisamente, la pesante quiete di quella casa.
Svoltai a destra e attraversai il corridoio luminoso, dove intravidi la compagna di mio padre, nel suo vestito attillato ad esaltarle il fisico snello, conversare con la mia amica.
Sorpresa da quella scena, mi fermai un istante a scrutare la situazione, con le sopracciglia leggermente aggrottate e la testa inclinata.
Esteticamente era una bellissima donna, nonostante spesso esagerasse nell'uso del trucco, dipingendo pesantemente occhi e labbra.
La vidi sistemarsi svogliatamente l'acconciatura biondo cenere, sempre perfetta, celava il suo vero carattere da iena, le sfiorava dolcemente gli zigomi, accentuati dall'illuminate glitterato.

« Non si preoccupi signora Allen, abbiamo in programma di vedere questo film da mesi ormai! » affermò candidamente Amber sbattendo ripetutamente le ciglia da cerbiatta.
Non le rispose, non diede importanza alle sue parole, forse, non l'ascoltò nemmeno, preferì riporre la sua attenzione su di me, sondandomi con uno sguardo carico di giudizio,
« A che ti serve quello zaino Megan?
Sii educata e non farmi sfigurare... come mi hai chiamata? Quante volte devo ripeterti di chiamarmi signorina?!
Ma cosa state aspettando volete andarvene o avete intenzione di intralciarmi per tutta la serata » argomentò, disinteressata alle domande da lei stessa poste, finì la frase spingendoci fuori di casa e sbattendo violentemente la porta.

Mi scambiai uno sguardo d'intesa con la mia amica, dove, silenziosamente mi scusavo per quell'assurdo comportamento,
« Non riesco a capire come può una sola donna essere così snervante, chissà cosa ci trova tuo padre » affermò Amber sbuffando sonoramente,
« Non chiedermelo guarda » risposi mentre salivo sul suo motorino rosa shocking,
« Accendi e andiamo » aggiunsi, prima che l'uniforme asfalto grigio iniziasse a scorrere sotto i miei piedi.

In breve tempo arrivammo a casa di Amber.
Una grande villa a tre piani, arredata modernamente con colori vivaci e quadri incomprensibili.
Era enorme, le finestre grandi come pareti, le stanze ampie, e i corridoi troppo spaziosi e dispersivi per una famiglia composta solamente da tre persone.
Ho sempre pensato che in una casa così grande ci si sentisse facilmente soli...
« Hai fame? Mangiamo qualcosa prima di prepararci, ma com'è possibile che Agnese non ti permetta di andare alle feste?! Non ha neanche quarant'anni e sembra una matrigna di settanta » affermò Amber, distraendomi dai miei pensieri, per poi addentare affamata un panino farcito con non so cosa.
« Già... » risposi semplicemente, prendendo delle patatine dal ripiano della cucina,
« Hai già deciso cosa indossare? » le chiesi cercando di cambiare argomento, odiavo parlare di Agnese e della sua relazione con mio padre.
« No, ho assolutamente bisogno del tuo meraviglioso aiuto, sono drasticamente indecisa su due super vestiti!
Tu invece che pensi di metterti per essere ultra mega fantastica? » spiegò parlando velocemente come suo solito.
Cercai di nascondere un sorriso di fronte al suo originale uso degli aggettivi.
« Una gonna nera ed un top » replicai noncurante con un'alzata di spalle, mentre Amber iniziava a salire le scale saltellando agitata.

Entrammo nella sua stanza e mi buttai di peso sul gigantesco letto principesco,
« Ecco guarda sono indecisa tra questi due! » affermò con due vestiti bellissimi in mano,
« Sono diversi... » dissi riflettendo, studiandoli con attenzione,
« Lo so, questo è semplice ma aderente ed evidenzia la mia figura, questo al contrario è più appariscente, sai come brillerò lì dentro! Solo che non so... » spiegò arricciando il naso indecisa.
« Metti quello bianco, quello sarà anche luminoso e appariscente ma con quelle maniche soffrirai sicuramente il caldo » scelsi, senza pensarci troppo,
« Mmh si, hai proprio ragione. » esclamò raggiante, felicemente soddisfatta.

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