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Presi alcune cose e mi diressi verso i bagni per farmi una doccia.
Lasciai dormire serenamente Jette, che esausta si era appisolata sul mio letto, abbracciando teneramente il cuscino.
Mi rinfrescai sotto il getto d'acqua, ricaricando al massimo le mie energie.
Imprecai animatamente nel vuoto quando lo Shampoo mi bruciò gli occhi.
Dopodiché mi avvolsi l'asciugamano intorno al corpo nudo e, una volta asciugata la lunga chioma mi avviai nel corridoio.
Con una mano spazzolavo dolcemente i capelli, mentre con l'altra giocherellavo in modo spensierato con le punte, attorcigliandole intorno all'indice.
Vidi una figura camminare nella direzione opposta alla mia. Strizzai gli occhi cercando di mettere a fuoco, ma solo quando si avvicinò a soli pochi passi da me lo riconobbi.
Ethan avanzava serio, il petto infuori e le spalle rigide ad innalzare la sua postura.
Mi salutò con un segno del mento, senza diminuire il passo deciso, visibilmente turbato da qualcosa a me ignota,
<< Ciao. >> ricambia a mia volta a bassa voce senza fermarmi.
E solo allora, mi resi conto che il mio cuore ricominciò a battere, facendo vibrare la cassa toracica.

Abbassai la maniglia e varcai la soglia della mia camera, nel farlo inciampai in una coperta a terra facendo cadere delle scatole che rimbalzarono più volte sul pavimento.
Sentendo tutto quel trambusto Jette brontolò risvegliandosi dal suo dolce sonno.
<< Scusa non volevo svegliarti. >> sussurrai con le sopracciglia alzate visibilmente dispiaciuta, per risposta si limitò ad alzare le spalle stropicciandosi gli occhi, ancora stesa comodamente sul letto.
Presi un cambio semplice dall'armadio, mentre con un cenno del capo annuivo a Jette, che mi informava di andare a lavarsi.
Mi vestii velocemente e mi sedetti sul letto per allacciarmi le scarpe.

Tre colpi alla porta inaspettati mi fecero sobbalzare sul posto,
<< Avanti. >> dissi con lo sguardo rivolto all'entrata, mentre meccanicamente terminavo di fare il fiocco al piede sinistro.
Chase entrò in stanza, ravvivandosi con una mano i capelli biondi che gli scivolarono morbidamente tra le dita. Quando i suoi occhi incrociarono i miei un sorriso luminoso gli sorse sul volto, illuminando quelle due perle cristalline della stessa luce.
<< Ehi. Stai uscendo? >> mi domandò indicandomi le scarpe che avevo ormai terminato di legare.
Alzai le spalle per risposta sorridendogli a mia volta.
<< Dove vai? >> chiese curioso,
<< In realtà ancora non lo so... pensavo di fare due passi prima di andare a prendere le bambine. Tu invece che fai? >>
<< Volevo invitarti a prendere un gelato, ma se hai altri programmi faremo un'altra volta. >> affermò cercando di nascondere la delusione, come nascondeva le mani nelle tasche dei pantaloni.
<< Per me va bene. >> risposi alzandomi in piedi e cercando gli occhiali da sole,
<< Se ti va, non sentirti obbligata Megan. >>
<< Certo, altrimenti avrei rifiutato. L'importante è che torniamo in tempo, altrimenti arriverò in ritardo all'asilo. >> affermai stringendomi nelle spalle ed avviandomi in corridoio,
<< Avverto Jette e arrivo. >> dissi saltellando.

Scendevo le scale lasciando volare le braccia.
Dopo aver informato Jette, avevo notato il suo sguardo rabbuiarsi al nome di Chase, come se la sorpresa fosse seguita dalla confusione e dalla tristezza.
Non capii precisamente il motivo di quel cambiamento perciò decisi di non dargli molto peso.
Chase mi aspettava su uno dei tanti divani all'ingresso, mi venne incontro sorridendo ed insieme ci avviamo all'esterno.
La brezza leggera mi scompigliò giocosamente i capelli facendoli ondeggiare, mentre il sole splendeva alto nel cielo.
Camminammo un po', finché raggiungemmo una gelateria decorata da un grande giardino, abbellito da particolari tavolini in ferro.
Parlai per tutto il tempo con Chase, il quale si dimostrò un'ottima compagnia.
I suoi occhi, capaci di trasmettere tranquillità e calma erano sempre fissi nei miei.
Notai più volte quanto, nella loro diversità, mi ricordassero gli occhi verdi di Ethan.
Entrambi nascondevano una parte importante, come se un velo li coprisse, lieve da far intravedere attraverso, ma abbastanza spesso da non lasciar comprendere di cosa si trattasse.
Scacciai il pensiero di Ethan concentrandomi sulle biglie azzurre che mi fronteggiavano, capaci di far nascere in continuazioni risate genuine in me.

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