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Ethan stava attraversando spedito la sala diretto verso di noi.
Il suo sguardo duro planava sulla semioscurità dell'intero locale, controllando attentamente la situazione, come un detective sulla scena di un crimine.
Era ormai a pochi passi e potei notare i muscoli tendersi per il turbamento, fece scivolare una mano tra i capelli prima di fermarsi ed incrociare le braccia al petto possente. La maglia grigia sgualcita aderiva perfettamente al suo corpo.
Fece un cenno con il mento a me e a Dave, spronandoci a parlare.

<< Insomma si può sapere che avete combinato? >> domandò tagliando il silenzio, direttamente a Dave senza alcun preambolo,
<< Fammi vedere >> aggiunse accennando al suo viso malridotto.
Quando Dave incerto tolse il sacchetto di ghiaccio potei percepire Ethan irrigidirsi, nonostante non proferì commenti, si limitò a sospirare.
<< Allora? Avete intenzione di dire qualcosa o no? >> affermò continuando il suo monologo.
<< Senti non mi va di parlarne, va bene? >> sbottò Dave con una punta di arroganza nella voce.
<< Non pensi di aver fatto già abbastanza danni per questa sera? >> chiese Ethan di rimando, mentre nei suoi occhi si accendeva quella luce che troppe volte gli avevo visto.
Dave serrò la mascella, non parlò, si limitò a sostenere il suo sguardo, dando inizio alla sfida.

Ethan allargò le braccia ghignando, soddisfatto della reazione scaturita,
<< Devo indovinare? O aspetta, non ce n'è bisogno vero? >>.
Dave si alzò impulsivamente e con la testa bassa, come se fosse un toro alla carica, si diresse veloce verso dei divanetti più lontani, come se la distanza potesse procurargli un reale sollievo.
<< Dave aspetta! >> urlai seguendolo, dopo aver lanciato un'occhiataccia ad Ethan.
<< Dave! >> dissi avendolo quasi raggiunto.
Si girò improvvisamente, gli occhi spaventati brillavano nell'oscurità mentre con le mani gesticolava nell'aria,
<< Cosa vuoi sapere?! Ha ragione va bene? >> si passò una mano tra i capelli prima di ricominciare a parlare,
<< Stavo ballando tranquillamente con la ragazza bionda, finché quello si è avvicinato tentando un approccio con lei, ci provava palesemente! Gli ho detto di andarsene ed ha iniziato a spintonarmi aggressivamente, facendomi cadere il cocktail, ed io ho semplicemente reagito... >>.
Rimasi immobile a quelle sue parole, con il sangue ghiacciato nelle mie vene.
Non era vero.
Era solo un brutto sogno.
Sentii qualcuno affiancarmi e posarmi una mano al centro della schiena come gesto di conforto, ma non mi voltai a guardarlo. Il mio sguardo rimaneva fisso dove poco prima c'era Dave, nonostante ora vedessi solo il vuoto che attorcigliava la mia anima.

<< Megan non mi guardare così, per favore dì qualcosa! >> implorò il ragazzo dagli occhi castani sempre sorridenti, caratterizzati da quell'insolita allegria, ma che ora erano spenti e contornati da lividi.
<< Cosa dovrei dirti? >> domandai ironicamente con voce tremante,
<< Chase è stato portato all'ospedale in ambulanza, sanguinante, ha ricevuto una pugnalata per cercare di placare la tua lite infantile, ed ora combatte tra la vita e la morte...
E per cosa?! Perché tu eri geloso della tua nuova conquista?
Chase sta soffrendo perché tu stasera non hai avuto la decenza di restare sobrio! Sei solo un egoista! >> urlai esasperata.
La mia voce da debole e spaventata si era tramutata in un'onda rabbiosa, che velocemente si stava innalzando dentro di me diventando incontrollabile.
Il mio dito era puntato contro Dave che mi guardava attanagliato dai sensi di colpa, ma non m'importava. Era giusto che soffrisse, perché il suo dolore, non era nemmeno paragonabile a ciò che Chase stava passando per colpa sua.

Solo allora il mio sguardo si spostò a destra, dove vidi la figura di Ethan al mio fianco.
Le sue spalle erano rigide, ma il suo viso non era stato scalfito da quegli avvenimenti.
Lui sapeva già tutto riguardo Dave, o almeno lo aveva intuito, per questo da quando era arrivato si era comportato in modo scorbutico e scontroso.
<< Ora andiamo, tu devi farti medicare e Chase ha bisogno di noi. >> disse Ethan calmo.
La sua mano era ancora posata al centro della mia colonna vertebrale, ed in quel momento quel semplice gesto mi donò un po' di conforto.
<< Alfred e Jette? >> domandai mentre ci avviavamo verso l'uscita.
<< Li ho già avvertiti. Alfred sta discutendo con il proprietario, quando avranno stabilito un accordo ci raggiungeranno. >> spiegò Ethan.

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