Era lì, disteso tra quelle lenzuola candide.
Il suo corpo giaceva rilassato, il suo petto si alzava e abbassava regolarmente, gonfiandosi e svuotandosi ritmicamente di ossigeno.
In una completa tranquillità Chase riposava su quel letto, come se fosse in una comune camera d'albergo.
Tutto in lui esprimeva una serenità spaventosa, tale da scaturire invidia al mio tormento interiore.
Le mani, così delicate e ricoperte di tagli sfioravano leggiadramente la coperta chiara.
La pelle era aggrovigliata da numerosi tubicini trasparenti ed aghi che l'attraversavano senza il suo permesso.
E il suo viso, incorniciato dai capelli biondi, dipingeva un angelo che aveva perso la sua purezza, macchiandosi di lividi amari.
Soltanto il labbro superiore, accartocciato in una lieve smorfia, distruggeva quell'immobile e statuaria perfezione.La mano tremante corse alle mie labbra, come per bloccare un ansimo misto di orrore e rassicurazione scaturito dalla sua vista.
Improvvisamente Chase scomparve davanti a me, sostituito da una donna pallida. Aveva da poco superato la soglia dei quarant'anni, nonostante la sua pelle liscia manteneva le caratteristiche di una trentenne. Non sembrava una donna, bensì una giovane adulta, una ragazza imprigionata in un corpo che l'ha abbandonata troppo in fretta.
La sua era una bellezza strana, sembrava sfiorita, malsana... malata.
I lunghi capelli castani, della stessa sfumatura dei miei, si aggrappavano al cuscino come tentacoli selvaggi.
I lineamenti dolci e delicati, erano tagliati dal contorno netto delle ossa, in rilievo per l'eccessiva magrezza.
Le labbra pallide, come la sua carnagione, lasciavano chiunque esitante e titubante.
Lentamente, con una lentezza spaventosa, queste iniziarono a tirarsi, disegnando un sorriso tenebroso, che andava sempre più allargandosi sul volto.
E poi gli occhi, veloci come le finestre che sbattono al vento si aprirono, mostrando iridi opache e lontane, appannate come i vetri nei giorni di pioggia.
La mano scheletrica si sollevò portandosi l'indice alla bocca,
<< Ssh, piano dolce Meg. Ricordati di fare sempre attenzione figlia mia. >> pronunciò la sua voce leggera, scaturendomi vibrazioni nelle vene, mentre i miei occhi restavano sbalorditi e increduli.Li sbattei ripetutamente, per poi ritrovare sul letto il corpo di Chase incoronato dai suoi capelli dorati.
Gocce di sudore tracciavano la loro scia sui nervi tesi del collo, scaturendomi brividi di freddo, e nelle orecchie, sentivo rimbombare solamente il battito accelerato del mio cuore.
Lo sguardo di Ethan mi scrutava spaventato,
<< Ei, Stai bene? Sei bianca come un cadavere... >> mi domandò accarezzandomi il braccio. Deglutii prima di annuire.
<< Sì certo, tutto bene >> apostrofai con il timbro vocale più normale che mi era possibile,
<< Tranquilla, fa strano anche a me vederlo in queste condizioni >> affermò riferendosi al ragazzo di fronte a noi.
Come poterlo biasimare, lui non era stato scaraventato indietro nel tempo, in quelle interminabili ore trascorse nelle sale d'attesa.
Lui non aveva visto il corpo cadaverico di mia madre su quel lettino, non l'aveva vista perdere giorno dopo giorno la sua energia vitale, come un fiore perde i suoi petali, lasciando vuoti incolmabili ed incubi sempre pronti a soccomberti.Restammo un po' nella sua stanza a tenergli moralmente compagnia, dedicandogli in silenzio il nostro tempo.
<< Jette ha il giorno libero perciò sta venendo a darci il cambio... >> mi informò Ethan ed io gli annuii di risposta.
Mi anticipò ponendosi di fronte a Chase per salutarlo accarezzandogli una spalla affettuosamente, lo seguii avvicinandomi anch'io e lasciai un bacio delicato sulla sua guancia leggermente ispida per la crescita della barba, mentre il cuore si contraeva in una morsa dolorosa.
Restai immobile sul posto ad osservarlo, finché Ethan non affusolò le sue dita alle mie, in un gesto istintivo, per poi trasportarmi dolcemente per il corridoio, scendemmo le rampe di scale ed incontrammo Jette all'ingresso.Portava i capelli raccolti in una coda alta, jeans neri strappati sulle ginocchia ed un sorriso riposato sul volto, che mi invogliò a prendere un altro caffè.
Vendendola avvicinarsi lasciai di colpo la mano di Ethan, senza pensarci, per poi ricambiare il caloroso abbraccio della mia amica.
<< Lo avete visto? >> domandò con gli occhi luccicanti di speranza,
<< Si >> rispondemmo in coro, lasciando unire le nostre voci,
<< I dottori che hanno detto? >> si informò ancora Jette scalpitante,
<< Sta bene, ha solo bisogno di tempo e riposo. Voi invece, tuto bene? >> chiese Ethan con un gesto del capo,
<< Si, per il momento. Ora però è meglio che andate, dovete sbrigarvi. Ci teniamo in contatto, ok? >> affermò sbrigativa, annuimmo e ci dirigemmo verso l'auto.
Fui scossa da una strana sensazione dialogandoci, quell'insieme di emozioni non definite che ti attraversano di colpo, come un fulmine nel cielo. Mi sentii così, perplessa, come indecisa se realmente avessi visto un lampo o se lo avessi solo immaginato.
Mi parve strana... qualcuno lo chiama sesto senso o intuito, io al contrario incolpai semplicemente la stanchezza.
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Happens
RomanceA volte succede, inaspettatamente e all'improvviso la tua vita cambia radicalmente trasportandoti in un mondo che non ti appartiene. Megan ha diciassette anni, non ha particolari pretese dalla sua vita, solo una, forse la più difficile, essere felic...