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Nella camera delle bambine ero esasperata dalla sabbia. Si era infiltrata ovunque. Il pavimento ne era completamente ricoperto.
Il pomeriggio passato in spiaggia aveva distrutto i bambini, esaurendo le loro energie solitamente interminabili.
Le stavo preparando per portarle a fare la doccia, impiegandoci più tempo del previsto, poiché la loro collaborazione era nulla.
Armata di asciugamani, ciabattine di mille colori e vestiti vari che faticavo a non perdere, ci incamminammo nel corridoio verso le docce.
Varcai l'arco che fungeva da porta d'ingresso del bagno femminile, tutto rigorosamente grigio, dalle mattonelle del pavimento a quelle del muro, persino il soffitto era color fuliggine. Girammo subito a destra e poi a sinistra ed entrammo nella sezione dedicata alle docce al momento vuota.

<< Occupate queste quattro, bagnatevi bene i capelli. >> annunciai sentendomi un comandante di un esercito, nel frattempo appendevo ai vari ganci gli accappatoi e riponevo sulle mensole rosse i loro cambi.
Presi un po' di shampoo ed iniziai a insaponare i capelli di Kim mentre lei si lavava  ricoprendosi di mille bollicine il corpo. Abbie iniziò ad intonare una canzoncina ed io riconoscendola mi aggiunsi a lei, le altre bambine ci seguirono cantando allegramente all'unisono. Sciacquai i lunghi capelli neri di Kim e ripetei la stessa procedura per le altre tre.
<< Venite qui che ci asciughiamo dai. >> arrivarono ad una ad una infilando le loro braccia minute nelle maniche degli accappatoi, solo Lily fece storie. Restava sotto la doccia ignorandomi.
<< Lily andiamo. >> le ripetevo e lei si voltava nella direzione opposta continuando a ballare sotto il getto dell'acqua.
<< Lily. Se non esci subito non ti porto più al mare. >> minacciai con voce dura, lei si voltò e finalmente uscì indossando il suo accappatoio arancione fluo.

Fiera di essere riuscita a farle la doccia senza bagnarmi, le portai vicino ai phon e le aiutai a vestirsi. Stavo asciugando la cascata nera di Kim mentre le altre cercavano a modo loro di asciugarsi a loro volta. Mi cadde l'occhio sullo specchio dove vidi in che stato fosse la mia immagine riflessa. Ero decisamente sconvolta, le occhiaie mi contornavano gli occhi e i capelli erano raccolti in una crocchia fin troppo disordinata dalla quale fuoriuscivano ciocche di capelli ovunque. Ci avrei pensato più tardi.
Mezz'ora dopo tornavo in camera con quattro bamboline pulite e profumate.
Abbie mi si avvicinò con la preoccupazione che le colorava il volto,
<< Megan mi sono dimenticata la spazzola in bagno! >> disse aggrappandosi con la mano sulla mia gamba.
La porta si aprì e spuntò una ragazza che si occupava di portarle a cena insieme agli altri bambini della struttura.
<< Sono pronte? >> mi chiese controllandole con lo sguardo,
<< Si. Vai a mangiare Abbie, vado a prenderla io. >> risposi alla bambina che si tranquillizzò subito seguendo le altre verso la mensa.

Sospirai e tornai in bagno a cercare la spazzola di Abbie.
All'entrata vidi Ethan che usciva dal bagno accanto, con indosso una maglia bianca di un tessuto leggero, e potei ammirare di sfuggita il suo fisico ben allenato.
<< Dove vai principessa? >> domandò mentre si passava velocemente un asciugamano sui capelli bagnati,
<< Abbie si è dimenticata la spazzola. >> risposi alzando le spalle ed entrando nel bagno mentre lui mi seguiva curioso.
La trovai in poco tempo, appoggiata sopra una delle tante mensole.
<< Hai fatto la doccia a tutte? >>
<< Si. >>
<< E sei ancora asciutta? Dopo averla fatta ai bambini ero più bagnato di loro. >> disse osservandomi,
<< Se sei negato non è colpa mia. >> replicai sorridendogli mentre mi avviavo verso l'uscita,
<< Ah si? >> domandò ghignando beffardamente.

Accadde tutto troppo velocemente. Lanciò distrattamente l'asciugamano bianco su una delle tante mensole.
Mi affrettai verso l'uscita ma mi bloccò da dietro con entrambe la braccia sollevandomi di peso senza fatica,
<< No dai Ethan! >> urlavo cercando di divincolarmi, tuttavia mi trovai sotto il getto gelato dell'acqua mentre lui rideva sonoramente.
Chiusi gli occhi gemendo dal freddo,
<< Chi è negato scusa? >> domandò lui lasciandomi libera dalla sua presa, mi voltai prendendo il tessuto della sua maglia in due pugni e tirandolo con tutte le forze sotto la doccia. E risi anch'io vedendo la sua espressione scioccata causata dall'acqua ghiacciata che lo inzuppò subito.
<< Tu. >> gli risposi ridendo. Fingeva un'espressione arrabbiata tuttavia non riusciva a controllare il sorriso.
Petto contro petto non faticò a spingermi con le spalle al muro intrappolandomi con il suo corpo. L'acqua scivolava sul suo corpo scolpito, i capelli bagnati gli ricadevano sulla fronte coprendogli leggermente gli occhi ma lui non ci faceva caso, la sua attenzione era riposta tutta in me.
La tentazione di baciarlo era incontenibile, e lui lo sapeva.
Si avvicinò ancora sfiorandomi con le labbra il collo risalendo lentamente verso l'orecchio e soffiando.
Una scarica di brividi incontrollabili percorse tutto il mio corpo e istintivamente socchiusi le palpebre.
La tensione galleggiava nell'aria come una cappa di fumo.
<< E adesso che fai? >> domandò al mio orecchio lasciando un bacio leggero subito sotto.
Appoggiai una mano sul suo petto tentando di spostarlo, lo sentii irrigidirsi al mio tocco, ed ebbi la conferma che sentisse la stessa attrazione che io stessa stavo provando.
<< Se ti sposti me ne vado. >> dissi tentando invano di muoverlo.

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