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Non so se disse ancora qualcosa, perché io non sentii altro se non la rabbia rimbombare come un tornado tra le pareti del mio cranio.
Mi diressi spedita, quasi correndo verso di loro, come se avessi paura che potessero fuggire, e tuonai furiosa il suo nome,
<< Alfred! >>
Quest'ultimo, allontanò leggermente il viso da quello della ragazza, incorniciato da perfetti ricci castani; restando per un istante a contemplarne la bellezza con gli occhi, per poi voltarsi verso di me, e, visibilmente sorpreso incontrare il mio sguardo,
<< Che c'è? >> disse notevolmente infastidito, facendo scrocchiare le articolazioni delle dita delle mani.

Sbarrai gli occhi stravolta,
<< Che c'è?! Dovrei chiederlo io a te! Ma che diavolo stai facendo? >> domandai con la tonalità della voce che si innalzava frase dopo frase, divenendo sempre più acuta,
<< Non si vede? >> ironizzò, appoggiando sensualmente la spalla sinistra al muro, con fare borioso e pavoneggiante,
<< È lei Jette? >> chiese la ragazza al suo fianco rimasta fino a quel momento in totale silenzio. Continuava a spostare lo sguardo tra di noi, come spaventata, mentre batteva ritmicamente il piede a terra a disagio,

<< Non ci posso credere! Le hai parlato di Jette?! >> domandai isterica, sempre più incredula,
<< Certo, che c'è di strano? >> ribatté Alfred alzando confusamente le sopracciglia,
<< A te sembra normale che parli di Jette alle tue... >> mi interruppi, indecisa su quale termina adottare per classificare quella sorta di relazione,
<< Alle tue amiche, e poi, le baci senza ritegno?! Spiegami dov'è il nesso logico nelle tue azioni! >> ringhiai nervosamente, ma lui si limitò a scrollare le spalle,
<< Ma seriamente Alfred? >> domandai sperando si inventasse qualcosa, anche una di quelle scuse banalmente inverosimili,

<< Senti, hai finito di farmi la morale? Perché ho una questione in sospeso >> affermò ammiccando perverso alla sua compagna.
Percepii il sangue scorrere come un torrente in piena nelle mie vene, sradicando ogni margine e dando libero sfogo alla mia rabbia.
I pensieri da urlargli contro erano così tanti e affluivano così velocemente, da non permettermi di formulare una frase efficace,
<< Ma non ti vergogni?! Non tieni nemmeno un po' a lei? Questo dimostra che razza di persona tu sia! Sei solo un >> urlai ora, furibonda e stanca del suo continuo essere indifferente,

<< E che persona sarei, eh? Da quanto tempo sei arrivata? Una settimana? Due? E pensi di poter venire qui a farmi la predica? >> ringhiò, avanzando con fare minaccioso verso di me, tentando di incutermi terrore,
<< Ma cosa c'entra ora questo! Tu non hai un briciolo di rispetto per Jette! La illudi, la fai soffrire continuamente e, come se non bastasse ti baci un'altra, e Dio solo sa cos'altro avreste fatto! E per di più nel giardino del collegio, sotto la sua finestra! >> gridai scuotendo la testa schifata.

Alfred ormai mi fronteggiava, aveva gli occhi castani completamente rossi, iniettati di sangue a causa dei capillari oculari eccessivamente dilatati; che lo rendevano spaventoso, erano fuori dalle orbite, tanto che temevo potessero cadergli.
Le sopracciglia, formavano ormai un'unica riga bassa e contorta, inclinata verso il basso, e la fronte era totalmente raggrinzita da pieghe crudeli.
Le narici, allargate a formare due fori, fremevano di collera; dall'estremità del naso alla bocca si erano create due pieghe nette e ben definite, che disegnavano una smorfia animalesca, in cui le labbra accartocciate, mostravano i denti digrignati, come un animale selvatico pronto a mordere.
Alfred sembrava scomparso, come se l'ira avesse avuto il sopravvento su di lui, ed ora lo stesse controllando,

<< Chi cazzo credi di essere ragazzina?! Io faccio quel che voglio, e tu, tu non sei nessuno! Inizia a tornare al tuo posto, se non vuoi che ti ci rispedisca io >> urlò, fuori di sé.
Non aveva ancora finito di parlare... mi sembrava di vedere altre frasi legate sulla sua lingua che stavano per uscire; già percepivo le cattiverie che stava per gridare contro di me, punendo le mie accuse, rivendicando il suo orgoglio ferito.
Ogni suo muscolo si stava per sferrare contro di me, ripagandomi delle mie parole con un dolore fisico e non emotivo; perché Alfred non era capace, non era capace di ferire le persone con le parole, era in grado soltanto di usare la forza, come un animale, incurante di chi avesse di fronte.

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