PDV Simona.
Non appena entrai in casa sua mi fermai nell'ingresso, lei chiuse la porta alle sue spalle e mi fece segno di seguirla. C'inoltrammo in quel piccolo corridoio, che aveva meno scatoloni della sera precedente, ed entrammo di nuovo in quel suo piccolo bagno. Non restò molto con me, mi disse che potevo fare come se fossi a casa mia, che l'asciugacapelli era sullo stesso mobiletto accanto al lavandino dov'era la sera prima e che dovevo togliermi quegli abiti bagnati.
«Non preoccuparti, vado subito a prenderti un mio pigiama così potrai cambiarti in tutta calma senza che io ti veda.» concluse poco prima di uscire con un sorriso sarcastico.
A me però non dispiaceva più di tanto che lei mi vedesse o meno svestita, la sera precedente ero nervosa all'idea di spogliarmi davanti a lei ma in quel momento non provavo alcun tipo d'imbarazzo. Non appena lei uscì dal bagno io iniziai a togliermi quei vestiti bagnati, lasciai il cellulare e le chiavi sul mobiletto accanto al lavandino e quando rimasi solo con l'intimo addosso iniziai ad asciugarmi i capelli. Ero forse fin troppo sfacciata ma dopo aver superato l'imbarazzo, con qualcuno che mi piaceva, passavo alle provocazioni, e quale modo migliore di provocare qualcuno se non fare qualcosa che non si aspetterebbe mai?
«Senti, penso sia un po' grande per te ma...» disse Barbara entrando nel bagno e fermandosi poi davanti alla porta.
Io le davo le spalle, ero rivolta verso lo specchio con l'asciugacapelli in mano e dallo specchio notai il suo sguardo sorpreso. Era divertente guardare il suo viso imbarazzato, non sapeva bene dove guardare ma rimase per 2 minuti buoni a scrutare il mio corpo mezzo nudo.
«Se vuoi puoi farmi una fotografia così potrai guardarmi per tutto il tempo che vorrai.» le proposi prendendola decisamente in giro.
Lei si accorse che la stavo guardando e portò subito il suo sguardo altrove sebbene il suo viso divenne completamente rosso.
«Scusami...» disse lei schiarendosi leggermente la voce.
Io non riuscivo a togliermi il sorriso dal viso, era divertente vederla al mio posto, non ero più io quella imbarazzata, in quel momento lo era lei. Spensi l'asciugacapelli, lo lasciai sul mobiletto e mi voltai verso Barbara che era ancora ferma al suo posto. Mi avvicinai lentamente a lei e pensai bene a come farla sentire ancora di più in imbarazzo.
«Ehm, cosa dicevi riguardo al pigiama?» le chiesi fermandomi di fronte a lei.
«Sinceramente non lo ricordo...» rispose lei continuando a tenere lo sguardo sul pavimento, il più lontano possibile dal mio corpo.
«Sul serio? Ti faccio questo effetto?» continuai io piuttosto sorpresa, non credevo di avere un bel corpo, lo reputavo simile ad altri, nulla di speciale insomma.
«Credo tu possa fare questo effetto a tantissime persone, sei molto bella.» commentò lei portando finalmente lo sguardo su di me, ma non sembrava sforzarsi molto per tenerlo fermo sul mio viso.
«Non credo di riuscire a far perdere la memoria a tantissime persone.» ribattei io sarcasticamente.
«Per quanto mi riguarda tu puoi fare questo ed altro.» replicò lei con un tono più serio del mio, in quel momento portò me di nuovo alla parte dell'imbarazzo. «Sei bella sul serio... Adesso però vestiti, non voglio che tu ti ammali.» aggiunse porgendomi i vestiti.
Il suo modo di fare era molto premuroso ma notai sul suo viso ancora un po' d'imbarazzo e così la provocai per l'ennesima volta.
«Non preferiresti coprirmi in un altro modo? Magari con l'aiuto di tutto il tuo corpo?» le chiesi con un sorriso beffardo sul viso mentre lei sorrise a sua volta.
«Non provocarmi ragazzina, ho molto autocontrollo, ti servirà molto più di questo per farmi cedere.» rispose lei col mio stesso tono.
«Oh ma tu stai cedendo eccome, lentamente e dolorosamente. Ammettilo, vorresti saltarmi addosso ma c'è qualcosa dentro di te che non te lo permette.» replicai avvicinandomi ancora di più al suo corpo e tenendomi a pochi miseri centimetri di distanza.
Lei allargò un po' di più il suo sorriso, lasciò cadere i vestiti sul pavimento alla sua destra e con l'altra mano mi tirò verso di se. I nostri corpi si scontrarono e poco dopo fecero lo stesso anche le nostre labbra. Dai suoi baci capii di aver colto nel segno. Erano pieni di passione, di ardore, e dopo pochi istanti i miei piedi non toccarono più quel pavimento gelido, dopo quei pochi istanti fu la mia schiena a soffrire per il freddo. Lei mi prese in braccio e mi fece scontrare con le spalle contro il muro piastrellato. Non sapevo se sarei riuscita ad andare oltre se solo lo avesse voluto, ma nemmeno lei sembrava convinta al 100%. Ne aveva voglia sì, era evidente, ma come le dissi precedentemente c'era qualcosa che la bloccava. Le uniche parti del mio corpo che toccò furono le mie gambe, il ventre e dal collo in su, il resto lo evitò quasi. Non capivo se dovessi sentirmi lusingata da tanta galanteria o se dovessi sentirmi offesa. Dopo alcuni minuti passò a baciarmi e mordermi il collo e fu proprio in quel momento che ebbi più voglia di lei. Sentire i suoi morsi sulla mia pelle era qualcosa di estremamente eccitante per me, in quel momento volevo che andasse oltre, che non si fermasse di nuovo e invece si fermò eccome.
«Non sai cosa ti farei...» sussurrò staccandosi dal mio collo e riportando il suo viso davanti al mio.
Provò a baciarmi di nuovo sulle labbra ma io voltai il mio viso, ero stanca di quella sua frase. Non sapevo cosa mi avrebbe fatto? Beh perché non mostrarmelo allora piuttosto che dirlo soltanto.
«Qualcosa non va?» mi chiese con un tono leggermente preoccupato.
«Secondo me non sai nemmeno tu cosa mi faresti.» risposi io decisamente offesa.
«Dici sul serio?» continuò lei con un sorriso confuso.
«Sì, sul serio, qual è il tuo problema? Non ti piaccio abbastanza?» le domandai nervosamente.
«Guarda, ti giuro, non capisco se sei seria o meno...» rispose lei con un tono particolarmente confuso mentre lentamente mi lasciò le gambe e io ritornai a tenermi da sola coi miei piedi. «Ieri sera, in quel locale, sembrava che volessi tirarmi uno schiaffo solo perché ti ho baciata davanti a quella gente, adesso invece pretendi che mi lasci andare completamente con te?»
«Io non pretendo proprio nulla, anzi forse ho sbagliato a venire qui.» dissi facendo un passo alla mia destra e poi allontanandomi da lei.
Mi avvicinai ai miei vestiti ancora sul pavimento, e ancora bagnati, e mi piegai per prenderli.
«Non vorrai mica andartene?» mi chiese con un leggero accenno di sarcasmo.
«Credo di esserti solo di peso restando qui.» risposi io prendendo il mio pantalone e rimettendomi in piedi ma continuando a darle le spalle.
Provai ad infilare una gamba all'interno di esso ma una mano di Barbara, che si mise alle mie spalle, fermò le mie e con l'altra mi porse il pantalone del suo pigiama blu.
«Non sei un peso, affatto, e voglio che tu resti qui con me.» disse mentre io lasciai cadere il mio jeans a terra e mi voltai verso di lei. «Sul serio te la stai prendendo perché non voglio fare sesso con te?» mi chiese con un piccolo sorriso portando poi la sua mano libera sul mio viso, mentre l'altra teneva ancora il suo pigiama in mano.
«Quindi non vuoi?» domandai un po' delusa.
«Certo che lo voglio, ma non è qualcosa che faccio con chiunque, vorrei conoscerti meglio prima.» mi spiegò lei accarezzandomi lentamente il viso. «Tu non vuoi mica fare sesso con la prima che ti si offre davanti?»
«Beh no, cioè forse... Non lo so. Non penso ci sia nulla di male.» commentai cercando le parole adatte per non sembrarle troppo sfacciata.
«No, in effetti non c'è nulla di male, ma come hai detto tu hai chiuso una storia da poco e la cosa è ancora fresca. Voglio che tu ti chiarisca meglio le idee prima di fare qualsiasi cosa.» rispose lei lentamente. «Non voglio che tu ti senta in colpa o abbia dei rimpianti.»
«Credi sul serio che potrei avere dei rimpianti dopo aver fatto sesso con te?» continuai io ironicamente, ma lei era ancora piuttosto seria.
«Non saprei, provi ancora qualcosa per quella ragazza?» mi chiese spiazzandomi decisamente. «So che non sono affari miei, ma non voglio essere un rimpiazzo o qualcuna con cui stare solo per passare il tempo. Te l'ho detto, in questi anni ho sprecato un sacco di tempo, ho seguito sempre l'istinto e non mi ha mai portato a nulla di buono.»
«Forse non hai un buon istinto, il mio è migliore.» ribattei facendole l'occhiolino.
«Oh, non ne dubito, ma tu devi comunque vestirti.» replicò lei con un sorriso appena abbozzato sul viso.
«E va bene...» mi arresi io prendendo quel pantalone dalle sue mani.
«Brava!» esclamò lei sorridendomi e allontanandosi da me mentre io m'infilai velocemente quel pantalone.
Si avvicinò ai miei vestiti bagnati, li mise in quell'asciugatrice e poco dopo ritornò indietro con la maglia del pigiama che prese precedentemente. Mi passò anche quella e io la infilai lentamente, non volevo esagerare, farle pensare che stessi continuando a provocarla, ma c'era un così buon odore su quella maglia che non riuscii a non restarci per qualche secondo di troppo. Quando mi ricomposi e fui a posto mi ritrovai faccia a faccia con Barbara che mi sorrideva in modo strano.
«Non guardarmi così.» le dissi implorandola quasi di guardare altrove, il suo sguardo m'imbarazzava.
«Non ti sto guardando in nessun modo.» ribatté lei avvicinandosi lentamente a me. «Dai seguimi, ti faccio vedere dove dormirai.» aggiunse poi fermandosi di fronte a me e poggiandomi una mano sulla testa.
Subito dopo si voltò e si avviò verso la porta aperta ed io le andai dietro. Uscimmo da quel bagno e continuammo lungo il corridoio, entrammo nella stanza in fondo al corridoio e pensai che fosse la sua camera da letto. La casa non era molto grande, aveva poche stanze, e quella sembrava proprio la sua camera.
«Ecco, puoi dormire qui.» disse facendomi segno verso un letto matrimoniale quasi al centro della stanza.
«E tu dove dormirai?» le chiesi un po' confusa.
«Il divano è molto comodo.» disse con un tono leggermente sarcastico, probabilmente non era così comodo come diceva. «Dai, mettiti a letto che è tardi, domani dovrai andare a scuola.» continuò lei sorridendo.
Io non me lo feci ripetere due volte, avevo proprio bisogno di dormire e non pensare più a nulla, mi avvicinai a quel letto e ci salii subito sopra. Era molto comodo e non appena mi misi sotto le coperte notai che era anche molto caldo.
«Beh io allora vado, dormi bene piccolina.» commentò Barbara voltandosi poi verso la porta.
«No dai, ehm... Aspetta.» le dissi con un tono decisamente incerto, non volevo che andasse via.
«Qualcosa non va?» mi chiese avvicinandosi lentamente al bordo del letto dove stavo io e sedendosi poi accanto a me.
«No, niente, è che... Insomma... Non puoi restare qui con me? Cioè il letto è abbastanza grande per entrambe.» risposi io continuando a guardarla col viso completamente rosso.
Lei inizialmente sembrava sorpresa, poi piano piano sul suo viso comparve un piccolo sorriso e portò subito una sua mano sul mio viso.
«Sei molto dolce, davvero, ma non so quanto convenga tutto ciò.» disse come se si preoccupasse sul serio di esagerare.
«Dobbiamo solo dormire.» le spiegai io con un ampio sorriso.
«E ci riusciresti?» domandò lei prendendomi quasi in giro.
«Possiamo provarci.» le proposi.
«Va bene, dammi cinque minuti.» replicò lei alzandosi lentamente in piedi.
Si voltò verso il grande armadio che era sulla parete accanto alla porta, di fronte al letto, e iniziò a spogliarsi dandomi le spalle. Aveva davvero un bel corpo, due gambe perfette, e guardando queste ultime mi accorsi di un piccolo tatuaggio sul polpaccio destro. Provai ad allungare il collo per guardarlo meglio ma non ci riuscii, si mise un pantalone troppo velocemente e non mi diede il tempo di scoprire molto.
«Quindi, sei sicura di voler dormire nello stesso letto con me? Sicura che poi non cambierai idea.» mi chiese voltandosi verso di me col busto ancora scoperto.
Chiuse le ante dell'armadio alle proprie spalle e si avvicinò al lato destro del letto, quello libero dove non ero io.
«Dipende... Dormirai così?» le chiesi provando a non fissare troppo il suo seno.
«No, tranquilla, ho la maglia proprio qui.» rispose lei fermandosi davanti al suo comodino e piegandosi su di esso.
Si rimise diritta al suo posto e s'infilò quella maglia mentre il mio sorriso scomparve del tutto.
«Peccato.» sospirai io debolmente.
«Come?» chiese lei un po' confusa prima di sedersi e mettersi sotto le coperte.
«Niente...» risposi subito sperando che sul serio non mi avesse sentita ma il suo sorriso mi fece capire il contrario.
«Va bene, beh buonanotte allora.» commentò mettendosi comoda.
«B-buonanotte.» risposi io un po' titibante.
Tra di noi c'erano almeno 20 centimetri a dividerci, 20 centimetri abbondanti, 20 centimetri di troppo. Avrei volentieri azzerato in fretta quella distanza, mi sarei volentieri spostata sul suo corpo, sarebbe stata decisamente più comoda di quel letto. Rimasi rivolta sul mio fianco destro per un po', guardando il suo viso per forse troppo tempo, lei non si accorse di me, almeno non subito, era sdraiata a pancia in su a fissare il soffitto, a quanto pareva anche lei era immersa nei propri pensieri. Dopo alcuni minuti si voltò verso di me ed io abbassai subito lo sguardo sul materasso.
«Mi stavi fissando?» mi chiese con un tono sarcastico.
«Io fissare te? Naaah!!» risposi alzando di nuovo il mio viso su di lei e incrociando il suo sguardo. «Perché dovrei?»
«Oh non saprei, perché mi trovi irresistibile?» commentò lei con un sorriso malizioso.
«Pff, certo, come no. Sei proprio modesta.» ribattei io col suo stesso tono. «Tu invece a cosa stavi pensando?» le chiesi imitando il suo sorriso. «Pensavi a me?» continuai stuzzicandola leggermente, ma mi aspettavo che mi rispondesse in modo negativo.
«Sì...» disse voltandosi completamente verso di me e mettendosi a carponi lasciando che le coperte si togliessero di dosso a lei. «Pensavo proprio a te.» confermò guardandomi con uno sguardo piuttosto intenso e diminuendo lentamente quei centimetri di distanza che ci dividevano. «Pensavo a te, ai tuoi occhi, al tuo corpo mezzo nudo tra le mie mani.» disse sdraiandosi poi di fianco a me non appena fu abbastanza vicina. «Alle tue labbra...» aggiunse portando una sua mano sul mio viso e passando il pollice sulle mie labbra. «Dio, sei così bella.» concluse mordendosi leggermente le labbra.
Io ero imbarazzatissima, quelle sue personalità, prima dolce, poi romantica, per poi arrivare alla provocatrice mi confuse molto le idee, ma mi fece salire ancora di più la voglia di saltarle addosso. Voleva darmi tempo per dimenticarmi di Cristina ma quando stavo con lei non la pensavo affatto, era lei la cura che mi serviva contro tutto il dolore e la rabbia che provai in quei mesi. Pochi istanti dopo fermai la sua mano con una mia, la tolsi dal mio viso e mi avvinghiai sulle sue labbra. La baciai con foga sdraiandomi poi sul suo corpo. Portai cautamente le mie mani sul suo ventre, sotto la sua maglia, e poi lentamente salii su verso il suo seno. Sapevo che lei non avrebbe mai fatto la prima mossa, sapevo che mi avrebbe atteso all'infinito pensando che non fossi pronta, che avessi ancora Cristina in testa, ma io non ce l'avevo più, almeno non in quel momento. Continuai a baciarla per alcuni minuti, poi dopo averle morso le labbra mi staccai e la lasciai riprendere fiato.
«Ho voglia di te.» sussurrai portando le mie mani dietro la sua schiena.
«Anche io, ma...» concordò lei ma io la interruppi subito tornando a baciarla.
Non mi andava di conoscere un suo eventuale "ma", sapevo che non sarebbe uscito nulla di buono dopo quelle due lettere e non volevo sprecare anche quell'opportunità. Non appena mi staccai di nuovo la vidi sorridere, era un sorriso sarcastico come se non si aspettasse quella mia mossa.
«Puoi lasciarmi parlare?» mi chiese con quel sorriso stampato in faccia e un tono particolarmente divertito.
Io non le risposi subito, mi tirai su con le braccia togliendole da sotto alla sua maglia, mi misi seduta a cavalcioni su di lei e subito mi tolsi la maglia di dosso lanciandola poi alle mie spalle.
«Non devi dire nulla, non c'è nulla da dire, io lo voglio e lo vuoi anche tu, basta questo. I rimpianti ci sono e ci saranno sempre, che io faccia o meno qualcosa. Ma tutto ciò lo voglio fare davvero e da come ti comporti credo che lo voglia molto anche tu.» le spiegai tornando a sdraiarmi sul suo corpo.
«Si, ma...» ricominciò lei ma io la interruppi di nuovo.
«Niente "ma"...» dissi portando una mia mano sul suo viso e sentendo le sue accarezzare la mia vita. «Se non vuoi farlo basta dirlo, ma se lo volessi anche tu e io restassi ferma senza fare nulla me ne pentirei.» aggiunsi prima di sentire un suo braccio dietro la mia schiena e velocemente la nostra posizione cambiò.
Mi ritrovai io sotto, con le spalle contro il materasso, e lei sopra di me che sorrideva soddisfatta.
«Volevo solo cambiare posizione, mi sentivo piuttosto scomoda.» sussurrò lei sdraiandosi su di me e portando poi le sue labbra sul mio collo.
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Semplicemente lei.
Teen FictionChi lo ha detto che un'ex può essere e restare un semplice ex? Niente contatti, niente chiacchierate, niente baci né altro... Chi lo ha detto?? Magari un ex potrebbe diventare un amico, un amante o anche un semplice ex! xD Nessuna opzione è da esclu...