Angolo autrice: il capitolo contiene spoiler al terzo film de "Il padrino". Se non l'avete visto dovete assolutamente correre a guardarlo e poi ripassare a leggere la storia. Oppure rovinarvi un film bellissimo a vostro rischio e pericolo, decidete voi.
L'estate era finita da tempo. L'aria fredda di fine ottobre aveva portato su New York grosse nuvole nere gravide di pioggia.
Margaret, in cuor suo, pregava che iniziasse a diluviare. Adorava quel clima e sperava di poter andare nella sala televisione a guardarsi un film in santa pace, mentre tutti stavano in sala da pranzo a fare i compiti o parlare tra loro.
Verso le dieci di mattina iniziarono a cadere le prime gocce di acqua. La giovane, per questo, schizzò al terzo piano e si chiuse le porte della stanza che le interessava.
Tirò un sospiro di sollievo nel constatare che era vuota.
Si diresse nel punto in cui venivano riposte le cassette e le fece scorrere. Dopo aver letto alcuni titoli di documentari di fisica trovò qualcosa di interessante.
«Il padrino» lesse ad alta voce. Sorrise leggermente, al pensiero del professore che imitava il tono di don Vito Corleone, dicendo "Le faccio un'offerta che non potrà rifiutare".
Aveva visto i primi due film della trilogia fino alla nausea, ma il terzo non le era ancora passato per le mani.
Inserì la cassetta nel lettore e avviò la televisione.
Era quasi a metà del film quando qualcuno aprì la porta della sala tv, rompendo la magia in cui Meg era stata catturata.
«Oh, sei tu» disse Jean, entrando. Dietro di lei apparve Scott, seguito da Ororo.
«Ciao» salutò Changer, riportando lo sguardo sullo schermo.
«Stai guardando "Il padrino"?» chiese Scott, leggermente sorpreso. «Gran bel film.»
«È così strano?» sorrise Margaret.
«Non so... a Jean non piacciono questi film.»
«Non ti piacciono?» strillò Meg, sorpresa.
«Sono poco femminili e per niente realistici.»
«Perdonami cara, ma mi trovi in disaccordo» rispose la ragazza, mettendo in pausa il film per poter affrontare il discorso in tutta calma.
«E come mai, di grazia?»
«Andiamo! Sai leggere nella mente delle persone, muovere gli oggetti con il pensiero e sei circondata da gente che fa cose straordinarie e fai fatica a credere alla mafia?»
«Nessuno ha prove concrete che esista. Non qui in America, per lo meno.»
«Ma che cosa stai dicendo?» chiese Margaret. Quello era un argomento che le stava particolarmente a cuore. Le era sempre sembrato ridicolo che delle persone commettessero simili atti per soldi, ma si era documentata, scoprendo che era tutto vero: aveva anche assistito a dei processi per mafia, tempo addietro.
Il discorso venne interrotto quando la porta si aprì di nuovo e Logan, seguito da Marie e altri due ragazzi, entrò nella stanza.
«Ho interrotto qualcosa?» domandò, turbato, osservando le facce stravolte dei presenti.
«Solo un litigio che vedeva protagoniste Meg e me» affermò Jean, scuotendo la sua chioma di capelli rossi.
«Oho» sorrise l'uomo, incuriosito. «A che proposito?»
«Jean sostiene che i film gangster siano poco realistici e che la mafia non esista» si imbronciò Meg.
«Così non va, mia cara Jean Grey» l'ammonì Wolverine, sollevando un sopracciglio.
«Non dirmi che stai dalla sua parte!»
«In questo caso sono d'accordo con la ragazzina.»
«Evviva!» si esaltò lei. «Qualcuno mi appoggia!» batté le mani.
«Nessuno viene a darmi man forte?» tentò la dottoressa.
Tutti i presenti nella sala scossero la testa, e la mutante dovette arrendersi.
«Io stavo guardando in santa pace un bel film, prima di venire brutalmente interrotta. Chi non vuole vederlo si alzi ora o se lo vedrà tutto» sentenziò Meg. Vedendo che nessuno aveva intenzione di andarsene, sorrise e riavviò la pellicola.
Si commosse profondamente sul finale, quando Mary, la figlia di Michael Corleone, venne uccisa accidentalmente da un sicario che voleva colpire suo padre.
Quando la telecamera inquadrò un ormai vecchio don Corleone che moriva nel cortile di casa sua, la ragazza non potè trattenere i singhiozzi. Michael era, se possibile, uno dei suoi personaggi preferiti, e le dispiacque vedere il film finire in quel modo tanto triste.
«Meg, credo di doverti delle scuse» disse Jean dopo qualche minuto di assoluto silenzio.
«Non importa. Hai capito perché mi piace tanto?»
«Inizio a comprendere ora.»
«Mi fa piacere» sorrise, stringendo una mano all'amica.
Gli amici non si erano ancora ripresi del tutto dal finale del film quando la porta si aprì per identificare uno degli studenti della scuola.
«Mi manda il professore» disse. «Vuole vedere Margaret Grant.»
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Amore mutante
FanfictionMeg, soprannome di Margaret Grant, ha ventisette anni e un sogno: diventare un medico. La sua vita è quasi felice. Ma lei è una mutante e durante la sua vita è spesso stata trattata con freddezza. Persino i suoi genitori hanno sempre avuto a che far...