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Professore? Ha un momento libero?, a due settimane di distanza dalla prima volta che si erano sentiti, Meg provò a contattare Xavier a sua volta, sperando che lui potesse in qualche modo sentirla. Da allora non si erano più parlati e Margaret aveva pensato più volte di essersi immaginata tutto quanto. Dio, che stupida, che sono... provo a parlare con qualcuno che non ho mai visto. Telepaticamente, per giunta. Sono definitivamente pazza.
«Margaret Grant, ti ho già detto che non sei pazza!», intervenne l'uomo, spaventando a morte la ragazza. «Cosa dovevi chiedermi?».
Come si fa ad iscriversi alla sua scuola?, domandò la giovane, dopo essersi ripresa, andando dritta al punto.
«Non c'è un vero modo per iscriversi. I mutanti come te ne sono naturalmente attratti, come le api al polline. Ma per te non è ancora arrivato il momento di venire a farmi visita: lo capirai da sola, quando sarà giunto.»
Ma io non capisco. Com'è possibile che nessuno di voi senta il bisogno di palesarsi al mondo? La realtà è molto diversa dal nido sicuro rappresentato dalla scuola...
«Frena i tuoi impulsi Meg... molte cose sono difficili da accettare, e tu non sei la prima persona che ha provato a ribellarsi. Ma l'umanità non è ancora pronta ad accettarci. Pensa al tuo amico George Collins.»
Professor Xavier?, Chiese Margaret, non prestando troppa attenzione al fatto che il professore sapesse del suo litigio con George.
«Sì?» Rispose Xavier.
Quando lo sarà? Quando gli umani potranno accettarci, finalmente?
«Nessuno può dirlo... nemmeno io.»
Rivoglio i miei amici pensò Margaret, sconsolata. Il professore non ebbe tempo di replicare, perché la mente della ragazza fu distratta da un altro fattore.
«Maggie! Vieni giù, c'è un uomo che vuole parlarti!» la voce del signor Grant la riscosse.
«Chi è?» si informò la giovane, iniziando ad avviarsi verso il salotto.
«Ciao, Margaret. Io sono Erik Lehnsherr, posso rubarti qualche minuto?» un uomo di circa sessantacinque anni era in piedi davanti alla porta d'ingresso, la schiena perfettamente dritta e le mani intrecciate dietro di essa.
Non avendo idea di chi si trattasse, la giovane rimase paralizzata per un momento, poi annuì, tesa, e fece segno di accomodarsi.
«Potresti dire a tuo padre di...» chiese l'uomo, in un sussurro, indicando il padre della ragazza con un cenno del capo.
«Oh, sì. Mi scusi. Papà puoi lasciarci soli un momento?» dopo che il signor Grant si fu allontanato -non senza qualche mormorio di protesta-, il vecchio signore trasse un sospiro e fissò la giovane negli occhi.
«Come ti ho già detto, il mio nome è Erik, anche se molti mi conoscono come "Magneto", e sono un mutante. Ora, vedo che ti stai chiedendo come ti ho trovata, e questo è abbastanza semplice. So che in questi giorni hai avuto una bella chiacchierata con un mio vecchio amico: Charles Xavier ti ha contattata. Mi sbaglio?» la ragazza negò, incapace di parlare. «Molto bene. Lui ha una macchina molto carina che gli permette di ampliare i suoi poteri di telepate e individuare i mutanti come me e te in base all'energia che sprigionano. È così che ti ha trovata. Io, dal mio canto ho un'abilità molto più insolita, dal momento che so controllare il metallo. Ma anche io ho una particolare dote nell'individuare mutanti, e non mi serve frugare nella mente degli altri per farlo. Per me i mutanti sono unici, indipendentemente dalle doti che possiedono e padroneggiano. Sono, a modo loro, delle macchine perfette, ma si muovono circospetti e intimiditi dagli umani comuni. E così ti ho raggiunta» a questo punto fece una pausa, e Margaret cercò di fare gli opportuni collegamenti. Perché Xavier non l'aveva ancora visitata, mentre questo Erik Lehnsherr, che lei non aveva mai sentito nominare in vita sua, si era presentato a casa sua senza nemmeno prendersi la briga di avvisare?
«Perché è qui, signore?»chiese dunque.
«Perché so che hai avuto dei problemi in questi giorni con un certo George Collins, un umano che tu hai sempre definito "amico".»
Un nodo si strinse attorno al cuore della ragazza, nel sentir nominare George.
«Come fa a sapere tutte queste cose su di me mentre io non so niente di lei? Insomma, avevo già sentito parlare del professor Xavier, prima che mi contattasse, ma, con tutto il rispetto, di lei non so assolutamente nulla.»
«Ho le mie fonti» rispose vago con un'alzata di spalle.
«Ha detto di sapere che ho litigato con George...»
«Ah, sì. Grazie per avermelo ricordato. Il signor Collins è il collegamento che mi serviva per il mio discorso. Gli umani, come tu ben sai, non sono ancora pronti per accettare quelli come noi. Per questo è bene che essi osservino con i loro occhi il potere dei mutanti. Charles è convinto che tener nascosti i suoi pupilli sia la soluzione più adatta, ma io sono un inguaribile pragmatico, perciò ecco cosa ho in mente: io, te e pochi altri che condividono il mio stesso modo di vedere le cose, in missione per far capire alle persone comuni che noi non siamo come ci vedono loro. Siamo migliori di come ci vedono loro.»
Concluse il suo discorso e si appoggiò allo schienale della sedia su cui si era adagiato pochi minuti prima. Ammaliata dalle sue parole radicali ma vere, Margaret non si era accorta di essersi sporta verso il tavolo che la separava dal signor Lehnsherr e di aver iniziato a guardarlo sorridendo.
«E cosa dovremmo fare per convincere gli umani di ciò?»
«Innanzitutto ci addestreremo insieme. Io sono vecchio, ma ho una mutazione abbastanza potente da sapermi difendere da solo. Gli altri ragazzi hanno ancora molto da imparare, ma sono sicuro che col mio aiuto e quello della mia carissima amica Raven Darkhölme possano migliorare parecchio. Sei dei nostri?»
«È una scelta difficile... posso pensarci ancora un po'?»
«Ma certo, mia cara» sorrise l'uomo, alzandosi e posando una mano sulla spalla della ragazza, come avrebbe fatto un qualsiasi nonno con la nipote, poi iniziò ad avviarsi verso l'uscita della casa.
«Aspetti! Come farò a contattarla?»
«Quando avrai compiuto la tua scelta definitiva ti troverò io, Meg. Non ti devi preoccupare.»
Detto questo uscì silenziosamente dalla casa, lasciando la ragazza in uno stato di confusione e stordimento.

Amore mutanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora