«Pietro!» esclamò Meg, correndo ad abbracciarlo.
«Eccoti qui, mia cara. Posso stare solo con te un momento?» chiese, ricambiando la stretta.
«Sì, certo. Ronnie puoi uscire un momento, per favore?»
«Allora... quello che sto per dirti non è per niente semplice» cominciò a spiegare il ragazzo appena la giovane mutante se ne fu andata.
«Ma tu sei bravo a spiegare le cose nel modo più veloce ed indolore possibile, per cui dimmi tutto.»
«Qualcuno ha compiuto un attacco a casa dei tuoi genitori. Sono stati portati in ospedale, ma nessuno dei due ce l'ha fatta» questo era uno dei pregi del ragazzo: ogni brutta notizia veniva detta in fretta. Come per riparare un arto lussato.
«Nessuno dei due?» si informò la ragazza, il cuore che le si stringeva.
«Mi dispiace» si limitò a dire Pietro, per confermare le sue parole.
Al contrario di quello che si sarebbe detto, Meg non era triste. I suoi occhi erano asciutti e il suo cervello era una landa desolata in cui nessun pensiero o emozione riusciva ad attecchire. L'unica cosa che voleva era vendetta. Voleva farla pagare a chiunque fosse il responsabile della morte dei suoi genitori. Non aveva nemmeno detto loro "addio". Li aveva sentiti per telefono il giorno prima e li aveva lasciati con la promessa di tornare a casa per Natale.
«Si sa chi è stato?»
«Gli uomini di Magneto, dicono. Ho saputo che ha attaccato anche un certo George Collins, tempo fa.»
«Allora Xavier aveva ragione...» mormorò la giovane.
«Il vecchio non sbaglia mai, dovresti saperlo.»
«Voglio trovarlo.»
«Chi?»
«Lehnsherr.»
«No.»
«Invece sì.»
«Perché? Vendicare i tuoi genitori non servirà a niente.»
«Ah, no? E lasciare che Magneto uccida tutti quelli a cui tengo pur di portarmi a stare con lui servirà?»
«Come fai a esserne certa?»
«Tempo fa aveva provato a portarmi dalla sua parte e io lo avevo lasciato con un "forse". Vedendo che non mi facevo più viva deve aver tratto le sue conclusioni e ha iniziato ad attaccare tutti quelli che conosco. George Collins è il mio migliore amico. I miei genitori erano miei parenti. Chi sarà il prossimo?»
«Qualcuno che ami» suggerì Pietro.
«Tu per me sei come un fratello.»
«No. Non intendo qualcuno a cui vuoi molto bene perché ti ospitava a casa sua durante il liceo quando litigavi coi tuoi genitori. Io voglio dire che il prossimo sarà qualcuno di cui sei innamorata.»
«Ma non c'è nessuno.»
«È impossibile. Anche Margaret Grant deve provare dei sentimenti.»
«C'è qualcuno, ma non posso dirti chi è.»
«Dannazione, Meg! Metti da parte l'imbarazzo e ascoltami. Ne potrebbe andare della sua vita.»
«Lui sa difendersi.»
«È uno dei mutanti che stanno qui alla casa?» Meg annuì.
«Ma non so nemmeno se mi ricambia. Insomma, se fosse solo un falso allarme? Non potrei andare lì a dirgli: "Devi andartene perché ti amo". Mi riderebbe in faccia e io rimarrei rossa per l'imbarazzo per il resto della mia vita.»
«Se non mi dici chi è, non posso sapere se sei il suo tipo. E non posso aiutarti ad inventare un piano per allontanarlo senza dirgli niente.»
«Come puoi essere certo che lui è il mio tipo?»
«Io sono cresciuto qui, ricordi?»
«Giusto» fece una pausa. «Logan.»
«Che?»
«Mi hai chiesto un nome e io te l'ho dato.»
«Sul serio? Logan?»
«Non scherzo mai su certe cose.»
«Bene, allora. Organizzeremo il suo spostamento entro domani mattina.»
Schioccando la lingua e ammiccando, Pietro uscì dalla stanza.«Devo proprio andare con i più piccoli?» Chiese Logan.
«Loro non possono difendersi e tu sei l'unico che può aiutarli» rispose il professore.
«Ma perché evacuiamo la scuola?»
«Per colpa mia» intervenne Meg. Xavier ricevette uno sguardo disperato dalla ragazza e capì che doveva andarsene.
«Ma...»
«Non posso spiegare. È una storia troppo lunga.»
«Me la racconterai, un giorno?» Nel frattempo, l'uomo si era avvicinato alla ragazza e le aveva posato una mano sulla spalla. Era vicino, terribilmente vicino. Meg provò ad arretrare, ma trovò il muro a fare da ostacolo tra lei e una via di fuga.
«Può essere, Howlett» provò a sorridere, per disperdere il panico che le stava attanagliando lo stomaco.
Logan le fece passare una mano sulla schiena e una attorno alle spalle, tirandola a sé. La abbracciò con dolcezza, come si fa tra amici. I veri amici.
«Ora devi andare. I bimbi aspettano» suggerì la giovane, ricambiando l'abbraccio.
«D'accordo...» mugugnò l'uomo. «Ma questo discorso non è ancora finito.»
Con queste ultime parole si allontanò da Margaret e uscì dalla scuola.Spazio me: di nuovo devo scusarmi per il capitolo pressoché vuoto di avvenimenti e per avervi trollati in questo modo per il non-bacio tra Logan e Meg. Mi perdonate se vi dico che entro un paio di capitoli al massimo l'azione dovrebbe arrivare e, con essa, la tanto agognata ship? State connessi e viva i #Logaret (che nome orrendo per una ship, ne avete di migliori?)
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Amore mutante
FanfictionMeg, soprannome di Margaret Grant, ha ventisette anni e un sogno: diventare un medico. La sua vita è quasi felice. Ma lei è una mutante e durante la sua vita è spesso stata trattata con freddezza. Persino i suoi genitori hanno sempre avuto a che far...