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«Mi raccomando Meg: ricorda che togliere il blocco non sarà così facile e indolore come applicarlo e non c'è antidolorifico in grado di alleviare le pene che sentirai. Ora che sei a conoscenza dei tuoi poteri, sei curiosa di sapere come funzionano, quindi questi potrebbero esplodere da un momento all'altro. L'unica cosa che ti chiedo, anche se può sembrare banale, è di non farti rendere dal panico. Se ti può aiutare, puoi concentrarti su qualcosa in particolare: puoi contare o pensare ad un ricordo felice. Sei pronta?»
Meg lo era. O almeno lo sperava. Nell'ambulatorio con lei, Xavier, Bruce e Jean avevano fatto di tutto per rassicurarla, ma l'unico risultato che avevano ottenuto fu quello di aumentare la dose d'ansia che si aggirava malefica nelle sue vene.
Changer si costrinse ad annuire.
«Cominciamo» aggiunse.
Il professore si pose dietro di lei e posò le sue mani sulle tempie della ragazza. Fu come se il cervello di lei si spegnesse, e Margaret fu contenta di non avere niente a cui pensare. Per la prima volta da tre mesi a quella parte, non aveva fatto altro che covare rancore nei confronti di Erik Lehnsherr e aveva passato talmente tante notti insonni da averne perso il conto.
Sentiva che la sua mente fluttuava in un grande spazio vuoto e nero. Poi un dolore lieve, come la puntura di uno spillo, la fece sussultare un poco. In breve tempo -anche se non seppe quantificarlo con certezza- il leggero mal di testa di trasformò in una vera e propria emicrania.
Prova a contare. Le parole del professore le tornarono in mente, limpide come una scritta luminosa in una strada buia.
Uno, due... il dolore era troppo forte, e la ragazza volle urlare, ma si costrinse a distrarsi. Tre, quattro, cinque... il male alla testa si placò un poco, lasciando spazio al sollievo. Ma tutto riprese presto, e la delusione per la falsa speranza che fosse tutto finito fu quasi più forte del dolore. Dopo una considerevole quantità di tempo -Changer era riuscita ad arrivare a trecento novantaquattro- la morsa in cui si trovava di attenuò sempre più. Riprendendo coscienza di sé e di dove si trovava, Margaret aprì gli occhi.
«Com'è andata?» domandò a Xavier.
«Oltre ogni previsione» sorrise lui. «Credevo che ti saresti agitata, durante l'operazione, ma non è successo. La tua mente è più forte di quanto si potrebbe pensare, e siamo riusciti a rimuovere il blocco completamente.»
«O forse sono solo più determinata» lo corresse lei.
«Come ti senti, tesoro?» intervenne Jean.
«Non molto diversa da prima, in effetti. Ho più paura di combinare un disastro mentre dormo. Non so se riuscirò a controllarmi nel sonno, ora che so avere più potere.»
«Ce la farai. I tuoi parametri vitali dicono che il tuo cervello è forte e sano. Potrebbe sopportare qualsiasi condizione di stress, come ad esempio un sogno» la rassicurò Bruce, voltandosi e sorridendole.
«Grazie a tutti. Non so quali parole dirvi per assicurarvi che avete tutta la mia gratitudine.»
«Non devi assolutamente dimostrarcelo. Ci fidiamo di te, Meg, e sappiamo che la fiducia è ben riposta. Se riuscirai a liberarci di Magneto avrai fatto anche più del necessario per ripagare questo piccolo favore.»
«Lo farò, signore» si limitò a dire la giovane, prima di uscire dalla stanza.

Erano le tre del pomeriggio quando Logan andò a trovare il professore.
«Sta bene?» fu la prima cosa che chiese, riferendosi tacitamente a Margaret.
«Ora dorme, ma la sua mente è forte. Se la caverà bene e resisterà alle conseguenze della rimozione del blocco che avevo precedentemente inserito. Ti ha già fatto la sua proposta?»
«Sì, e io ho accettato. Credo sia una buona opportunità per entrambi.»
«Mi fa piacere vedere quanto tu sia diventato saggio in questi pochi mesi. Qualcuno ha avuto un effetto positivo su di te. Mi sbaglio?» sogghignò Xavier.
«Non saprei» disse Logan prima di andarsene. «Di chi sta parlando?» Domando sarcasticamente, poi uscì.

Spazio me: buongiorno, miei prodi! Ecco un altro capitolo. Vi ringrazio per i commenti che avete lasciato nei capitoli precedenti, ma, siccome sono all'estero, internet non funziona molto bene e non posso aprirli. Tra un paio di giorni tornerò in Italia e vi risponderò.

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