Prologo 01

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Ovunque vada la folla tu corri dall'altra direzione.Loro si sbagliano sempre.
Charles Bukowski

Cercare di riprendersi in mano la propria vita, credo sia la cosa più difficile che una persona possa fare....la mia da un po' di tempo oramai , era un susseguirsi di sfortunati eventi.

Mentre cammino a piedi scalzi sull'asfalto nel mio bellissimo vestito a sirena rosso porpora...aspettando che arrivi il giorno, ripenso a tutto quello che e' successo fino a questo momento, a cosa avrei potuto fare per cambiare questo triste finale...per cambiare quello che oramai non può essere più cambiato .
L'alba e'arrivata...proprio come me, mentre osservo la mia destinazione un sorriso malinconico si fa spazio sul mio volto, raccolgo tutto il mio coraggio e vado a riprendermi la mia vita. Partirò dal principio,vi racconterò la mia storia...

Tre anni prima..

"Giulienneee..Giulienneee" sentivo la voce di mia zia in lontananza, era un sogno forse,"Giulieeenneee svegliatii" mi resi conto che non era un sogno, mia zia stava effettivamente urlando il mio nome.

Mi sollevai dal letto trascinandomi fino al bagno quando la porta di camera mia si aprì schiantandosi contro il muro "Giulienne oggi devi partire per il college te lo ricordi?siamo in ritardo di un'ora per la partenza e tu sei ancora in pigiama" andava su e giù per la stanza in modo frenetico, zia Mel era una a cui piaceva tenere tutto sotto controllo e questa mia innata pigrizia la mandava fuori di testa."Mellow" la chiamai con il soprannome che le diedi da piccola e che utilizzavo ancora oggi a 19 anni, "Mantieni la calma, respira ed esci dalla mia stanza così mi preparo" lei mi guardava come se fossi impazzita, " Giulienne ti rendi conto di quello che ho detto? Il primo giorno e già sei in ritardo, che penseranno di te? Che sei un tipo poco affidabile ecco cosa penseranno" alzai gli occhi al cielo e cominciai a spingerla fuori dalla mia stanza "va fuori a farti delle domande a cui tu stessa darai delle risposte, vedo che ti piace " la spinsi e prima che potesse rispondermi le chiusi la porta in faccia.

Osservai la mia figura allo specchio, i miei capelli scuri in contrasto con i miei occhi verdi queste due cose le avevo ereditate dalla mamma che oramai non c'era più e che aveva lasciato un grande vuoto in me. Mi aveva lasciata quando avevo dieci anni, quando un orco decise di stroncarle la vita, un uomo che lei credeva fosse quello giusto dopo papà che ci aveva abbandonate.

Si era fidanzata con Marck tre anni dopo la mia nascita e la fuga di mio padre.
Marck si mostrò un uomo adorabile all'inizio ma ad un certo punto non riuscì proprio a trattenere la sua vera natura e il mostro che c'era in lui decise di stroncare la vita di mia madre con dodici coltellate.

Ero a scuola quel giorno, all'uscita trovai zia Mel con un espressione sul volto che lasciava poco spazio alle domande,non dimenticherò mai il suono della risata di mia madre, la felicità e l'energia che metteva in tutto quello che faceva, era un artista, amava dipingere ed io adoravo i suoi quadri.

Marck era in galera a marcire per quello che ne sapevo, la collera che provavo per lui certe volte mi distruggeva, ma non potevo permettergli di rovinare la mia vita come aveva fatto con quella di mia madre, non gli avrei dato questo potere.

Per fortuna c'era zia Mel, sorella minore di mia madre, non mi aveva mai fatto mancare nulla e aveva sempre rispettato le mie scelte, oltre che ad essere zia e nipote eravamo anche grandi amiche...mi fidavo ciecamente di lei. Mel era una trentacinquenne tutta pepe, aveva una grande forza considerando che a ventisei anni si era ritrovata una ragazzina di dieci anni con mille problemi, figlia dell'unica sorella che aveva ed unico parente, oltre me, che le era rimasto.

Lei era un esempio per me, direttrice di un'azienda di moda, bella e indipendente, l'unico problema di zia Mel erano gli uomini, a causa del suo lavoro non era capace a tenersene uno.

Ritornando a noi, ero bella che pronta e stavo uscendo dalla mia camera, la guardai per l'ultima volta a mo di saluto e mi richiusi la porta alle spalle, scesi in cucina dove mi aspettava mia zia in preda ad un esaurimento."Gesù! Giulienne finalmente, dobbiamo andare" comincio' a trascinare alcune borse con molta difficoltà dato il tubino nero lungo sul ginocchio e le scarpe alte che indossava,"Mellow lascia fare a me, sei troppo vecchia per fare questo tipo di sforzi" le feci la linguaccia subito ricambiata da lei, "fai poco la spiritosa mocciosetta" ci avviamo verso la Range Rover nera  e caricammo i bagagli.

Ci avviammo verso l'aeroporto, mi aspettava un bel volo di tre 0re e quindici minuti, New York - Miami, mi sarei fatta un bel riposino, ansia permettendo sia chiaro. Ero curiosa e spaventata, felice e malinconica,tutti sentimenti contrastanti, non sapevo cosa mi aspettava e dovermela cavare da sola senza zia Mel mi spaventava ancora di più, era arrivato il momento di crescere, di costruirmi una vita tutta mia.

Arrivati all'aeroporto presi i miei bagagli, salutai Mel con un abbraccio caloroso e ricco d'amore, non poteva accompagnarmi perché il lavoro non glielo permetteva, ma lei era sempre presente...sempre, ad ogni recita, festività o compleanno lei c'era sempre, questa volta io stessa le dissi di pensare al lavoro e che salutarci all'aeroporto avrebbe fatto bene anche a me, dovevo vivere questo distacco e ricominciare da sola.Ci guardammo con occhi lucidi e mi avviai verso la mia nuova vita...

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Questa è la mia prima storia quindi siate pazienti se c'è qualche errore, sono molto emozionata perché ho letto molte storie e non vedevo l'ora di crearne una tutta mia.
La storia sarà ricca di sorprese e cercherò di svilupparla in base a ciò che riterrò più giusto ma questa sarà anche una crescita che spero di fare con voi lettori.
Questo è l'inizio di una bellissima avventura me lo sento 😉
❤️❤️❤️

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