E non è vero che ci si abitua, si è sempre più stanchi, semplicemente .
Charles Bukowski
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-Giulienne's Pov-
Passarono molti giorni da quel bacio,ed io non facevo altro che pensarci.Il giorno dopo quando scesi in cucina chiesi a Brenda dov'erano tutti e lei rispose che erano in viaggio d'affari, ero un po' delusa per il semplice fatto che non l'avrei visto per chissà quanti giorni.
Cercavo di tenermi occupata leggendo o guardando la TV, di tanto in tanto aiutavo Brenda in qualche faccenda domestica anche se lei si ribellava alla cosa.
Non facevo altro che pensare a lui, a cosa stesse facendo o se mi pensava di tanto in tanto, mi sentivo come una quattordicenne alle prese con la prima storiella d'amore.Pranzavo e cenavo con Brenda e le altre cameriere con cui mi trovavo molto bene,Alissa una delle cameriere,era una ragazza madre con le palle, guadagnava molto lavorando per il King e questo le permetteva di mantenere suo figlio e sua madre unico genitore rimastogli, Dakota invece era una signora di mezza età che amava lavorare. Suo figlio era un medico e le diceva che non aveva bisogno di questo lavoro ma lei insisteva nel farlo. Adorava la sua indipendenza e sopratutto voleva tenersi occupata dopo la morte del marito, Cecilia invece era approdata in America dall'Italia per sfondare come ballerina nei video musicali ma ben presto si rese conto che non era un mondo che le apparteneva.
Le altre cameriere erano un po' antipatiche, era un gruppetto formato da quattro cameriere giovanissime che si sentivano privilegiate perché qualche volta avevano scopato con Damon, mi disgustava solo il pensiero. Si tenevano alla larga da noi, sopratutto da me,non mi interessava più di tanto, amavo stare con Brenda, Alissa, Cecilia e Dakota e questo mi bastava.
Le avventure di queste donne mi appassionarono e le ascoltavo con rapimento, a pranzo e a cena se ne uscivano sempre con storie diverse. Gli uomini che lavoravano qui a quanto pare pranzavano in un posto diverso, i due sessi non potevano amalgamarsi, che regola antiquata.
Loro non sapevano che ero stata praticamente sequestrata ma intuivano che c'era qualcosa di strano nella mia presenza in quella villa, non approfondirono mai il discorso per non mettermi in una posizione scomoda e lo apprezzai davvero tanto.
A differenza degli altri giorni questo sembrava essere quello più lungo, non sapevo il perché era una sensazione. Mi misi a letto subito dopo cena perché ero inspiegabilmente stanca, appena presi posto mi appisolai.
Degli schiamazzi mi fecero sobbalzare, qualcuno saliva le scale con molta difficoltà visto che sentivo rumori di cose che cadevano.
Mi alzai per andare a vedere di cosa si trattava, aprii la porta e mi affacciai, il mio cuore si frantumò in mille parti, era lui.. il king era tornato, era ubriaco fradicio e trascinava con se due ragazze altissime, ridevano tra loro come idioti mentre si dirigevano al piano superiore.Mi richiusi di nuovo in camera, che idiota ero stata, io pensavo a lui e a cosa stesse facendo mentre lui scopava a destra e a manca. Corsi verso il letto e mi ci catapultai sopra a pancia in giù, nascosi la faccia nel cuscino e come un idiota cominciai a singhiozzare.
Piansi per tutta la notte, fino all'alba. Piangevo soprattutto perché provavo questo sentimento così forte mei confronti di un mostro, non potevo sopportare l'idea che forse ero come lui.. malata. Piangere per il proprio carnefice era da persona deviata.
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Paradiso+Inferno
RomansaEra così con lui, il mondo girava al contrario e tutto ciò che prima aveva un senso ad un tratto perdeva di significato. Sul suo viso apparì il solito sorriso strafottente che mi destabilizzava"cosa ti turba Giulienne?" Accarezzò con la lingua il mi...