Chapter 24

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Era mille donne lei,
ma il profumo era sempre lo stesso
Inconfondible
Era quella la mia unica certezza.
Mi sorrideva sapeva di fregarmi con quel
sorriso
Quando sorrideva io non capivo più nulla
Non sapevo più parlare ne pensare
Niente, zero
C'era all'improvviso solo lei
Era matta, tutta matta
A volte piangeva
Dicono che in quel caso le donne
vogliono solo un abbraccio
Lei no
Lei si innervosiva
Non so dove si trova adesso ma scommetto che è ancora alla ricerca di sogni
Era matta tutta matta
Ma l' ho amata da impazzire.

Charles Bukowski

                                     ~~~

-Giulienne's Pov-

Mi svegliai nel cuore della notte in preda ad una forte nausea, sapevo che tra i vari sintomi dovuti all'astinenza c'era anche questo.
Quando mi voltai lui non c'era, mi sollevai in preda al panico più totale, cominciai a guardarmi intorno e lo vidi...era di spalle, fuori la grandissima vetrata c'era una sorta di balconata che dava sul giardino e lui era lì che fumava..non poteva sentirmi.

Improvvisamente la nausea si trasformò in conati di vomito e dovetti correre in bagno.
Speravo che non se ne accorgesse, non volevo che mi rivedesse in questo stato, era già capitato...per me era già degradante che fossi una tossica che elemosinava droga ai suoi occhi..una con il volto sfregiato...un peso e basta...

In quel water ci riversai il mio vomito e le mie lacrime, piangevo per ciò che mi era stato strappato e per ciò che ero diventata. Non avevo un futuro, non mi ero costruita nulla se non un cumulo di guai infiniti, le ceneri delle mie ambizioni se l'era portate via il vento insieme a ciò che restava delle mie speranze...

Continuai a piangere e vomitare, la faccia mi faceva un male cane, non potevo farci nulla..più cercavo di trattenermi più la nausea aumentava.
Sentii il rumore dello scorrere della vetrata segno che lui era rientrato, poco dopo attraverso la parete  udii la sua voce preoccupata "Giulienne?.."
mi sedetti accanto al water, le mattonelle fredde del muro premevano contro la mia schiena ma non ci feci caso.

Tenevo le ginocchia strette al petto con l'aria di chi non riusciva proprio a rialzarsi.
Fece il suo ingresso nel bagno con quella sua solita espressione tormentata, di chi nella vita ne aveva passate davvero tante. Piano si inginocchio' di fronte a me che ero in condizioni pietose "piccola...che succede?" Continuavo a singhiozzare senza sosta "guardami...cosa te ne fai di un mostro drogato? Forse l'idea che avevi al principio era quella giusta...dovresti sbarazzarti di me..."
la sua espressione cambiò radicalmente quasi spaventandomi "Forse hai ragione...la ragazzina che conoscevo non c'è più...lei avrebbe affrontato la situazione di petto..." mi ferirono terribilmente le sue parole.

Si alzò furioso, si girò di spalle intento ad abbandonare la stanza ma io in uno scatto veloce mi alzai avventandomi su di lui, presi a pugni la sua schiena con tutta la forza che avevo.
"Ti odioooo..ti odio sei un bastardo..t..." continuavo a colpirlo forte, i miei colpi sembrarono non fargli assolutamente nulla e la cosa non fece altro che innervosirmi spingendomi a colpirlo più forte fino a quando le forze mi abbandonarono e scivolai lungo il suo corpo fino al pavimento "ti...ti amo da morire.."piangevo come se non ci fosse un domani.

Si voltò finalmente a guardarmi poi mi prese di peso come una sposa "adesso ti senti un po' meglio?.." mi guardava negli occhi in attesa di una risposta e in effetti mi sentivo un po' più leggera. La verità era che avevo bisogno di prendermela con qualcuno, oramai farlo solo con me stessa non mi divertiva più...
"Si!..un po', ti amo così tanto.." sapevo che non me lo avrebbe mai detto ma io continuavo a farlo,era così forte quello che provavo che se non lo avessi esternato sarei esplosa.
Gli accarezzai il viso non più liscio come una volta, un filo di barba contornava la mascella definita "dovresti rasarti..mi piace sentire la tua pelle sotto le dita.." sorrise alla mia affermazione "ai suoi ordini capo...ho una brutta influenza su di te, sei un po' dispotica adesso ragazzina" era davvero un bel po' di tempo che non mi chiamava così, sapevo che lo stava facendo per scherzo e infatti mi fece sorridere.

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