Chapter 6

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Non sono come il mondo comune. Ho le mie pazzie,io vivo in un'altra dimensione e non ho tempo per le cose che non hanno un'anima

Charles Bukowski

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-Giulienne's Pov-

Fissavo il bancone della cucina da ormai un bel po' di tempo, quella mattina mi prese davvero male.
Mi svegliai con la voglia di farmi bella, forse per far capire a quel bastardo che se volevo potevo anch'io guardarmi intorno, ma a chi volevo darla a bere, lui era un dio greco e io una ragazzina e basta, però volevo comunque provarci.

Misi degli shorts di jeans alti in vita, cosa ovviamente non acquistata da me ma da zia Mel che da anni cercava di rendermi più femminile, un top nero sistemato negli shorts e degli stivaletti neri semplici, avevo pettinato accuratamente i capelli, per quanto riguarda il trucco non volli cimentarmi perché chissà quale obbrobrio sarei stata capace di fare,poi il regalino di Damon era ancora lì più gonfio di ieri, strano che durante quel magnifico bacio non provai neanche un briciolo di dolore,basta non dovevo più pensarci.

Mi alzai per posare la tazza nel lavandino e girandomi incontrai i suoi occhi, mi osservava da capo a piede serio, era lì fermo e sembrava studiare la situazione, lo ignorai e lui fece lo stesso, si sedette sullo sgabello prese il giornale e cominciò a leggere senza curarsi della mia presenza in piedi di fronte a lui, era incredibile quanto riuscisse ad essere stronzo, prima che riuscissi a dire qualcosa sbuco' Ian "King posso parlarti?" Sembrava serio..serissimi poi si rivolse a me salutandomi con un cenno,non era da Ian, "solo se è importante" rispose come se gli stesse facendo un favore,"si! E' IMPORTANTE" era un obbligo travestito da richiesta, il King sembrava spazientito "va bene, veloce però,andiamo nel mio studio"
Se ne andò senza degnarmi della minima considerazione.

Decisi che era il momento di cambiare aria, dovevo uscire un po' da questo posto, scrissi un biglietto per informarli che sarei tornata e che quella non era una fuga,varcai la porta principale che si apriva solo da dentro, da fuori serviva una sorta di codice, feci tutto il vialetto con passo spedito,arrivata al cancello mi venne il dubbio,come diavolo si apre questo?
Gli diedi un calcio per la rabbia e cominciò a suonare un allarme, "cazzo..cazzo..cazzo"..

Mi guardai intorno allarmata, poi lo vidi uscire dalla porta principale e camminare verso di me, lento e sicuro "ragazzina!ti dai alla fuga?" Aveva quel ghigno da stronzo che gli spuntava quando si prendeva gioco delle persone " No!certo che no e lo sai, poi non parlarmi" ero incazzata è questo dannato allarme continuava a suonare,"ah no?" Continuava a ridere di me silenziosamente, "no cazzo!prima vuoi uccidermi, poi mi rapisci,poi mi disinfetti le ferite, poi ti intrufoli in camera mia, poi mi ignori, questa non è bipolarità e quadrupolarita', tu soffri di seri disturbi" urlavo per farmi sentire ma anche per la rabbia,lui scoppio' in una risata di pancia..bene !adesso rideva spudoratamente di me almeno prima si sprecava a nasconderlo.

"Senti sono davvero felice di metterti un po' di allegria, ma voglio uscire, qui mi annoio a morte sto impazzendo" era vero, mi sentivo soffocare, lui ritornò serio spense l'allarme premendo su un piccolo telecomando che aveva in tasca "non è ancora possibile questa cosa, uscirai quando sarai pronta, oggi verrà Harry a prepararti avete una settimana poi apparirai in pubblico al mio fianco", ero davvero delusa dalla sua risposta, volevo evadere e non me lo permetteva, infondo chiedevo solo di fare una piccolissima passeggiata, ma per come mi guardava sembrava davvero irremovibile.

Ero stesa sul mio letto a fissare il soffitto, sport che da un po' praticavo spesso e volentieri, bussarono alla porta e vidi sbucare la testa di Ian," si può ?" Mi sollevai dal letto sorridendogli " certo che puoi" entrò senza farselo dire due volte "c'è Harry di sotto, vorrebbe incontrarti" ero davvero scocciata da questa situazione, sbuffai e mi avviai verso l'uscita, una volta arrivati al piano di sotto  Ian che mi aveva superato agilmente, mi guido' verso lo studio del grande capo, li ad aspettarci c'erano solo il King seduto su una poltrona con la sua aria da padrone dell'universo e sull'altra poltrona c'era un uomo molto elegante in tailleur grigio chiaro e i capelli bianchi tirati dietro, gamba accavallata e atteggiamento forse un po' effeminato, era molto più elegante di me.

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