Chapter 19

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" Era quello che volevano loro: che m'arrendessi. Glielo leggevo negli occhi, nei sorrisi quando credevano che non guardassi.
Non intendevo dargliela vinta."

Charles Bukowski

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-Giulienne's Pov-

I suoi occhi di ghiaccio mi osservavano, era lì bello da morire, mi sfiorava la pelle scatenando un mare di emozioni dentro di me.

Era così con lui, il mondo girava al contrario e tutto ciò che prima aveva un senso ad un tratto perdeva di significato. Sul suo viso apparì il solito sorriso strafottente che mi destabilizzava"cosa ti turba Giulienne?" Accarezzò con la lingua il mio nome, ero paralizzata, non riuscendo a proferire parola rimasi lì ad osservarlo,perche' lui sapeva...sapeva che ero creta nelle sue mani.
Si avvicinò a passo lento come un predatore che studia la sua preda"Sarò il tuo inferno Giulienne" si fermò ad un centimetro dal mio viso ,soffiò sulle mie labbra, sorrise malefico"tu sarai il mio paradiso".

Improvvisamente la sua voce si fece lontana e la sua immagine comincio' a dissolversi "hey dolcezza..svegliati avanti" una voce che non riuscivo a decifrare se femminile o maschile prese il posto di quella sensuale e dominante del mio grande king. "Santo cielo ma che droga ti hanno dato?sono due giorni che cerco di svegliarti. Su..su zuccherino " aprii di scatto gli occhi spaventando la figura che era seduta accanto a me "Buon Dio!per poco non mi facevi morire di infarto" teneva la mano sul petto e respirava a fatica, prima di parlare studiai la sua figura.

Era un trans...al posto della parrucca portava un foulard annodato dietro il capo per coprire i capelli estremamente corti di un nero come l'inchiostro, era magra e slanciata, si vedeva anche da seduta. Era truccata in modo estremamente pesante anche se il trucco era un bel po' sbavato,in quegli occhioni blu come il cielo si leggeva tanta bontà. Sul viso riportava qualche livido e il suo vestito a sottana con un motivo floreale era lungo fino al ginocchio e parecchio malandato.

"Tesoro ti senti bene? Vuoi una mano ad alzarti?" Era dolce! feci no con la testa, mi sentivo troppo debole. "Avrai anche tu una bella linguetta , potresti usarla e dirmi perché ti trovi qui?" Continuai ad osservarla soltanto "magari comincio io per rompere il ghiaccio. Mi chiamo Eva, lavoro per il tuo fidanzato e credo di essere finita nei guai proprio per questo. Qualcosa mi dice che in parte sia lo stesso anche per te." Mi guardai intorno poi finalmente riuscii a parlare "come sai che sono la sua fidanzata?" Lei sorrise "finalmente! Allora parli anche tu. Beh siete sulla prima pagina di qualsiasi rivista, siete il gossip dell'anno" inarcò le sopracciglia come ad indicare un fatto ovvio.

Ignorai la cosa e mi misi a sedere, il materasso sulla quale avevo dormito fino ad allora era logoro e la cosa strana era che si trattava di un letto a baldacchino con lunghe tende rosa pallido. Di fronte al mio c'era un'altro letto a baldacchino, l'unica differenza era che aveva le tende azzurre, doveva essere quello di Eva . Sembrava una di quelle stanze presenti nelle regge antiche oramai trascurate, con i parati staccati e malandati era un po' inquietante, le finestre erano sigillate e c'erano solo un armadio e due comodini di legno pregiato. Per finire c'era un grosso lampadario di cristallo e la porta d'uscita era molto ampia.
Non provai neanche a vedere se era aperta, tanto era inutile.

"Dove siamo?" Continuai a guardarmi intorno spaesata, Eva sospirò "beh tesoro se lo sapessi non sarei qui, sono prigioniera quanto te". Pensandoci aveva ragione, feci spallucce e lei rise "cara dobbiamo assolutamente supportarci a vicenda se vogliamo uscire vive da qui, quindi cerca di aprirti un po' con me così ci aiutiamo a sopportare questa situazione" abbassai lo sguardo e ci pensai su, lei mi osservava speranzosa "ok! Hai ragione" lei sorrise e cominciò a battere le mani "menomale, adesso ci facciamo una bella chiacchierata e cerchiamo di far passare un po' di tempo...le giornate da reclusa sembrano durare una vita",la prima cosa che mi uscì come sempre fu una domanda, "come vi siete conosciuti?" Lei capì subito e con estrema dolcezza cominciò il suo racconto.

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