2.

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Il rullo automatico continua a sputare valigie e a fare su e giú con un ritmo da narcolessia, mentre una buona parte delle persone che ho intravisto durante il volo se ne stanno andando con il loro carico.

"Dici che le hanno perse?" gli domando mentre mi mordo un'unghia.

Damiano alza un poco la spalla poggiata contro la mia e continua a masticare la sua gomma alla fragola.

"Vor dí che te rifarai 'r guardarobba." sbiascica in un sorriso.

"Non ti conviene scherzare, finiremmo i fondi prima del previsto."

Lui fa un'altra scrollata di testa per dire che non gli importa e raccoglie i capelli in un cipollotto mal fatto, che lascia alcuni ricci a solleticargli il collo.

"Sei stanca?" mi domanda, poggiando la mano sopra il mio ginocchio.

"Un po'."

Sento le sue labbra spingere piano contro la mia guancia, cosí gli metto sotto le mie.

"Voi che annamo in albergo pe' riposa 'n po' prima de annà a'a riscossa?" -sussurra al mio orecchio, riducendo il tono a un ronzio confuso- "Battezzamo 'r letto."

Faccio finta di ignorare l'ultima frase e gli bacio la punta del naso, che combacia perfettamente con la mia bocca semiaperta.

"Non sono venuta qui per riposare, Dem."

"Va bene." -alza le mani- "Come dici tu."

Mi fa un occhiolino e se ne ritorna buono buono al suo posto per giocare con l'elastico che tiene sempre al polso e battere i piedi a terra al ritmo della musichetta snervante che s'amplifica dalla cassa.

Lo guardo e mi accorgo non tanto di quanto sia cambiato, ma di quanto lo abbia fatto io. Ha le guance un po' meno scavate, un filo di barba a coprire la pelle colorita e pare anche sorridere più spesso, ma forse lo fa solo per non farmi preoccupare. In realtà, sono io a vederlo diverso: prima non era nient'altro che una scommessa.

Avete mai presente quando si gioca a poker con la Fortuna? Vorresti puntare tutte le fiches in gioco sulla carta buona, eppure pensi a casa, a tua moglie che t'aspetta credendo di avere ancora un conto tendente al verde. Cosí, lasci che la carta buona si bruci tra le dita. Poi, peró, la Fortuna ti sputa in un occhio mostrandoti quello che avresti potuto guadagnare, come se volesse dirti lo vedi, imbecille? Continua a farla nei pantaloni. Cosí, la volta dopo, ti giochi tutto e la Fortuna sputa ancora più forte.

Con Damiano non é stato cosí, la Fortuna non mi ha mai lavato la faccia. Ho scommesso su di lui sin dall'inizio, credendo che fosse il momento buono, e ho vinto. Lui non era niente piú che una scommessa, ma ora é tutto cambiato: Damiano é la moglie a cui penso prima di giocare le mie fiches.

Intanto passano i minuti e mentre lui tiene la sua mano premuta contro il mio ginocchio per evitare che la gamba gli faccia venire il mal di mare, la sua valigia nero lucido fa capolino sul nastro trasportatore, seguita dalla mia. Damiano si alza a rilento prendendomi per mano e trascina le nuove Havaianas verde foglia verso il rullo.

"Sai giá dove anná, ve?"

Le ruote del trolley rigano il pavimento dell'aeroporto e il rumore grattato si mescola a quello dei miei pensieri.

"Non fá finta de n'avé studiato tutta la cittá. T'ho visto mentre facevi le tue ricerche su Google."

Arrossisco un po' e Damiano mi riempe la guancia di sguardi persi. Non mi bacia, peró.

Lo faccio io.

[...]

"Caballero! Caballero!" -esclama, schioccando le dita e dimenandosi sulla sedia- "Un.. Un otro trago, por favor."

un bacio al tabacco 2. | MåneskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora