Grazie,
@martynischLa nostra camera è rimasta più o meno come l’avevo lasciata mesi fa. Ci rifletto proprio ora che dei fasci di luce entrano dalle tapparelle e illuminano dei fogli che prima occupavano l’intera scrivania. Li trovo precisamente allineati, il tappo del profumo che non ritrovavo più accanto ad un mio vecchio pacchetto di sigarette.
Quello c'a dedica sopra.
L’ha tenuto hai visto?
Dio, come te amo..
.
."Vorrei smettere di fumare."
"Che davero?"
Annuisco mentre Damiano fa dei cerchi con il fumo denso. Prende una penna, il mio pacchetto e dice: "Allora, d’oggi in poi, siccome ce tengo a te, te comincio a contà ‘e ciospe."
E mentre lo dice, scrive il titolo della canzone.
.
.
.Qualche vestito lasciato in giro, ora, è piegato sulla sedia accanto all’armadio, o rintanato nei cassetti. Le pareti non hanno più lo stesso odore, sanno di lui, di birra, di tabacco bruciato. Mancano il mio aroma fruttato, i miei shampoo e i miei olii.
dormi da me stasera.
La frase mi rimbomba nella testa tanto quanto nelle lenzuola che peccano di ingordigia da quando ci sono dentro. Perché sì, casa nostra - con tutto quello che implicava chiamarla “nostra” - ha conosciuto il singolare per mesi.
È stata casa tua, da quann'ho portato via la convivenza fori dar portone blindato, lascianno solo scie ed echi che t'hanno tormentato, menestrello prigioniero d'a torre più arta p'a principessa sbagliata.
Da “nostra” a “tua” ci passa un sordo rimbombo di serratura. Ed è proprio il rumore di quest’ultima che mi ridesta, accompagnato dal fiatone di polmoni familiari.
"Ehi, tutto bene?"
Damiano si toglie la giacca e l’appende a testa bassa, ansimando ancora.
"Tutto bene." sospira, agitandomi una mano davanti al naso per rafforzare il concetto e convincermi.
Saranno ‘e scale e er catrame.
Poi lo osservo, come si fa con un orologio che ti entra in testa con il suo ticchettio pungente, e quando stringe le sopracciglia, capisco che non va poi così tutto bene.
"Dem." - sussurro mentre gli passo una mano tra i capelli- "Non c'è più bisogno di sentirsi soli."
L
ui allarga gli occhi e si siede sul letto, mordendosi la guancia.
"Dici che sò 'n amico demmerda, Precisì? Uno de quelli che pensa sempre a li cazzi sua e fa le paternali per sentisse importante?"
Gli dico di no, un no immediato, ma lui sapeva giá che lo avrei fatto, e sapeva anche che non sarebbe stato abbastanza.
Mi appoggio al muro, sotto al nostro primo quadro e alla mia foto da bambina. Damiano le guarda entrambe, poi scuote la testa.
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un bacio al tabacco 2. | Måneskin
FanfictionPerché si sa: ogni Dante ha la propria Beatrice. Ma deve attraversare l'Inferno per ritrovarla.