8. Damiano

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Carl è sempre stato una testa di cazzo assurda. Con quegli occhiali da alieno che si fa regalare come testimonial, i ricci ribelli che partono dalla stempiatura e le camicie che sembrano rubate dai mercati equosolidali.

"Vedi de mette 'n buca qu'a palla che si no te faccio ritornà a casa pe'e recchie." mi urla Federico, accompagnando l'intimazione con le mani a conchiglia accanto alla bocca.

Limo la punta della stecca e ci soffio sopra con fare da professionista.

Lui è dalla parte opposta del tavolo e si poggia sul bordo in legno con le mani rivolte al contrario, mostrandomi l'interno dell'avambraccio, mentre Carl si scola una Corona Extra tenendosi in equilibrio con la stecca poggiata a terra.

"Bbassa qu'a voce Franchì, che te sente pure Neno dietro 'r bancone." gli dico mentre mando in buca la palla.

Carlo allarga le braccia, che ricadono sui fianchi con uno scocco sonoro, e Federico arriccia i baffi sotto gli occhiali da sole.

Ma sò gli stessi, amò?
Sò gli occhiali de du' settimane fa?
Quanno l'ho messi m'hai detto che m'amavi come non avresti mai potuto amá nessuno, nemmeno tu fio.

"Ce sai fá co'e palle, mister Måneskin."

Do una steccata sulla spalla di Federico e Carlo si mette a ridere, distraendo Leonardo mentre cerca di recuperare. Ha le sopracciglia ravvicinate e il ciuffo che gli ricade sulla fronte in un ricciolo carbone. La Peroni che ha ordinato solo cinque minuti fa è quasi finita.

"Porca puttana, Grillè, non ne mandi 'n buca mezza." si lamenta Carlo, spegnendo l'amarezza dietro un sorrisetto del cazzo.

Leonardo sbuffa e finisce la sua birra, affiancando il compagno di squadra mentre rifinisce la punta della stecca. Lo guardo irrigidirsi e ritorno indietro di qualche giorno, sul divano del bar dove aveva consumato i suoi ventuno anni insieme al contenuto dello stomaco.

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"Che.. Che cazzo gl'hai detto, Damiá?" mi chiede ubriaco, biascicando talmente male da sbavare da un lato della bocca.

"Vatte a 'rpulì, Lè. Me stai a spaventá 'a ragazza."

Beatrice mi stringe il braccio come un laccio emostatico ma non smette di passare le dita tra i miei capelli.

Leonardo, vedendola, si zittisce, poi passa il dorso della mano sulle labbra.

"Quale ragazza, questa qui o quella che sta dentro 'r bagno?"

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Due secondi dopo aveva vomitato a terra e Beatrice si era dimenticata delle sue parole.

"Concedemoglie 'na pausa, Franchì, che questi litigano come du sposati."

Federico ferma i Rayban sui capelli e s'asciuga la patina di sudore che si è formata sul setto nasale, annuendo mentre cammina verso il bancone. Nazareno ne sta pulendo la superficie con un panno avana che ha visto anni migliori e appena mi vede alzare quattro dita, si mette in moto come una macchina, riempendo altrettanti boccali con birra alla spina.

"Che sò ste facce mosce, v'hanno sotterrato?" domanda Neno a Carlo e Leonardo, non appena il primo poggia le labbra sull'orlo del bicchiere e il secondo ci si specchia sopra con fare pensieroso.

Carlo lo manda a fanculo con un'alzata di mano, mentre Leonardo sembra non sentirlo, e continua a rigirarsi il vetro tra le dita.

Che t'ho fatto, Lè..
Ho rotto pure a te?

un bacio al tabacco 2. | MåneskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora