Ho sempre sognato di vivere un risveglio da film. La solita scena buca-schermo si ripete come un giro di lavatrice. Lei é distesa sul letto, avvolta tra le lenzuola disordinate, ancora incredula della notte trascorsa insieme. Lui, invece, é in cucina, davanti ai fornelli a preparare dei pancakes fantastici allo sciroppo di mirtilli.
Ho sempre sognato di vivere un risveglio da film, ma ho sempre creduto che fosse solo un'idea da ragazzina in fase di sviluppo. Eppure, sollevando le palpebre e scorgendo la figura di un uomo davanti ad una padella che frigge, tutto quello che odoro é la pura realtà.
Damiano sta maneggiando una forchetta a tre denti con cui sbatte le uova, mentre due piatti già fumanti si raffreddano alle sue spalle sopra il tavolino della piccola sala da pranzo, imbandita con un centrotavola fiorito da cui spunta una rosa bianca. Ha il busto nudo e i pantaloncini da basket stropicciati che gli scoprono la parte superiore delle mutande griffate, mettendo in risalto la carnagione abbronzata e i muscoli delle spalle contratti per fare delle buone omelette. Una patina di sudore ricopre la sua spina dorsale, spingendo le gocce a scivolare veloci verso il profilo del suo fondoschiena. Un fascio di luce penetra dalla fessura tra le tende della portafinestra, lasciata coperta per evitare che il bagliore mi svegli, e si stampa sul polpaccio di Damiano in un ovale estremamente schiacciato, che illumina il neo sotto il ginocchio destro.
non hai gli occhi puliti, Dem gli avevo detto.
Rabbrividisco al pensiero e gli cammino incontro, facendo scricchiolare il parquet sotto le ossa anchirosate dei piedi.
"A cosa devo tutto questo?"
Lui non si gira, come se si aspettasse di trovarmi lí, a due centimetri dal suo collo, o di sentirmi pronunciare le stesse parole. Sospira solamente e io appoggio l'orecchio contro la sua schiena per sentire i suoi muscoli tendersi in un respiro.
"Due minuti e semo pronti. Sistemate a tavola."
Faccio come dice ed entro una manciata di minuti riesco a prendere la terza sforchettata di omelette e pancetta abbrustolita. Lui, invece, mangia in silenzio, con le spalle infossate e i capelli sciolti che mi impediscono di guardarlo in viso mentre sembra masticare controvoglia.
"Cos'hai?" -gli chiedo bucando il silenzio- "É per ieri sera, vero?"
Damiano alza lo sguardo, che cerca il mio tra le ciocche di capelli, e mi sorride appena.
"Hai visto che t'ho portato, rosellí?"
Che c'hai, amó? Perché fai cosí?
N'hai voluto parlanne ieri, n'voi parlanne oggi..
Me nasconni quarcosa, ve?"Perché bianca?"
"No'so." -alza le spalle, per poi stirare la schiena e mostrarmi il volto pulito e assonnato- "É quella che me ricordava de piú l'occhi tua."
Tendo le labbra in un sorriso e Damiano poggia la guancia contro il palmo aperto, studiandomi come si studia un quadro di Picasso o un'equazione differenziale di secondo ordine.
"Non voglio piú litigá pe'e stronzate come ieri sera, Beatrí. Mai piú."
Il suo tono secco, tirato come un filo su cui stendere la biancheria, si incolla alle pareti e mi fa rabbrividire dietro le orecchie, dove di solito soffro i suoi baci caldi.
"Credevo fosse una storia chiusa."
"Lo era." -ribatte veloce- "Me sentivo solo de dittelo."
Alzo lo sguardo da quel che resta della colazione e di un quarto di succo all'arancia, finendo irrimediabilmente per incastrarlo nel suo: un colpo al petto. Vi scorgo delusione, rabbia soffocata dalla tristezza, impotenza, distanza, e poi, ancora, sotto sotto, rassegnazione. Come se fosse consapevole che qualcosa di brutto stesse per accederci, ma a lui non fosse concesso muovere un dito per salvare il buono che abbiamo costruito.
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un bacio al tabacco 2. | Måneskin
FanfictionPerché si sa: ogni Dante ha la propria Beatrice. Ma deve attraversare l'Inferno per ritrovarla.