15. Ethan

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Non appena raddrizzo la cravatta, la sento stringere sul pomo d'Adamo fino a mozzarmi di netto il respiro. Allungo l'indice verso il campanello con la nebbia nella gola e quando il trillo risuona nel pianerottolo, il cuore accelera fino a rischiare un attacco di panico.

"Arrivo!"

Poco prima che la porta si apra, sfilo la cravatta con una mossa decisa, sbottonando la camicia e tornando a respirare.

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"Non se ne parla."

"T'a metti 'nvece." -rincara Thomas, tirandomi addosso il fascio di seta a quadri- "Te vesti sempre come 'r principe Harry e adesso fai i capricci pe' sembrá 'n po' più convincente? Dici sempre che pe' fá 'r musicista ce vogliono i sacrifici.. Eccote servito."

Giro la cravatta tra le dita e sposto lo sguardo su Victoria, che sembra trattenere una risata. Damiano mi osserva con gli occhi grandi e feriti, seduto sul divano con i gomiti sulle ginocchia: appena incrocia i miei, ritorna indifferente e alza le spalle, ma io lo so. Anche se non lo dice, so di essere la sua ultima speranza.

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Se David ha tutta l'aria di aver subito le conseguenze di una rottura che gli è costata l'amore e il sonno, Beatrice non sembra sulla stessa lunghezza d'onda. Ha i capelli raccolti in due piccoli chignon ai lati della testa e la pelle fresca di chi dorme una manciata di ore sufficienti a notte. Gli occhi, però, spalancandosi alla mia vista, tradiscono qualcosa che non appare in armonia con tutto quell'involucro di serenità che la circonda.

E adesso come te lo spiego, Damiá?
Che lei pare pronta ad anná avanti mentre tu rimani fermo?

"Ciao." -tento un passo in avanti per evitare che richiuda la porta prima di avermi permesso di parlare- "Posso entrare?"

Beatrice non risponde, ma decide lo stesso di aprire un varco per permettermi di passare. Cammino fino alla sala da pranzo e noto subito una scatola di medicine lasciata aperta accanto ad un bicchiere vuoto.

"Cosa ci fai qui?"

"Cercavo Elena." -mento, cercando di essere il più convincente possibile- "Mi aveva detto che sarebbe passata a trovarti."

Beatrice rimane impassibile. Forse mi crede o forse mi sta solo studiando.

"Beh, qualcuno dei due ha capito male. Vuoi.. vuoi qualcosa da bere?"

Tentenno un po' prima di risponderle, ma quando annuisco, vedo i suoi occhi luccicare e la faccia contrarsi in un sorriso gelido, come se aspettasse solo di farmi cadere in una trappola.

Mentre versa del succo in un bicchiere, rivolgendomi le spalle, allungo l'occhio verso le medicine sopra il tavolo: Valium, Diazepam, quasi finite.

"Non tornerò da lui."

Ora è girata e mi porge da bere con la voce sicura e il viso assonnato. Mentre mando giù, prendo tempo per evitare che tutto possa sortire l'effetto contrario.

"Non so di cosa tu stia parlando."

"Ho parlato con Elena dieci minuti fa, Ethan." -abbaia, facendomi capire di non voler essere presa per il culo- "Non c'è alcun motivo per cui tu possa essere qui se non quello che conosciamo entrambi."

Sembri na bambina, Beatrì, co'e ciuccie e tutto 'l resto.
Poi, però, quanno te guardo bene, c'hai l'occhi vissuti e i fianchi da donna.
Ora capisco perchè David n'riesce più a vive senza de te.

un bacio al tabacco 2. | MåneskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora