6. Damiano

2.9K 106 3
                                    

Il cin cin dei bicchieri mi desta dal torpore e mentre sbatto le palpebre assonnate, i festoni bianchi m'ingannano d'esser già arrivato in paradiso.

"Agli sposi." borbotta un signore sulla cinquantina con il completo più elegante del festeggiato.

"Agli sposi." ripete Beatrice in un sorriso, facendo cozzare il vetro raffinato.

Sposto lo sguardo sul grande gazebo che accoglie i più anziani, accecati dal sole delle tre. Un'enorme architettura in metallo placcato decorata a festa, con un telo azzurro a fare da tetto e pizzi, tendine e fiori eccessivi che scendono come gocce di pioggia per dare al tutto un tocco très chic.

Mi guardo attorno e i tavoli rotondi mi fanno girare la testa.

Gl'inglesi e le loro tradizioni da perfettini der cazzo.

Sento Beatrice pizzicarmi una coscia, così do una sistemata alla cravatta, raddrizzo la schiena e piego il gomito, permettendole di prendermi sottobraccio. Sfoggio un sorriso falsamente interessato e mentre una goccia di sudore mi scende dai capelli impomatati, l'uomo che ho di fronte appare sempre più nitido, travolto dalla luce che proviene da dietro e non fa altro che farmi prudere il naso.

"Il famoso Damiano." -sentenzia, scandendo le parole come in una
cerimonia- "Finalmente ti conosco."

Mi porge la mano grande e decisa, sfoggiando l'anello d'oro e le unghie tagliate in maniera maniacale.

"Eric. Il padre della sposa."

"Damiano, lieto di conoscerla."

Getto un'occhiata fugace su Beatrice, tesa come lo era sua cugina sull'altare giusto un'ora fa. Hanno lo stesso colore di capelli, la medesima corporatura, ma Natalie ha gli occhi azzurri, più gelidi e sicuri, e l'andatura di una ragazza che, nei suoi ventisette anni d'etá, cela giá il segreto della perfetta moglie. Per un attimo, vedendola spuntare a capo della navata, ho avuto un colpo al cuore: mi ha ricordato subito la donna che mi stringeva tremando, bisbigliando quanto sua cugina fosse bella e lo sposo fortunato. Scorgerla muoversi tra i fiori - bianca tra le rose bianche - mi ha raggelato, finchè, passandomi accanto, i suoi occhi si sono sciolti nei miei senza mescolarsi, come in un miscuglio di acqua e olio.

"Complimenti per sua figlia." -gli dico, raccogliendo l'approvazione che cela dietro una piega della bocca sottile- "Bellissima ragazza."

Eric abbassa il capo, facendo ricadere alcune ciocche mosse del colore della legna incenerita - tra il grigio argentato e il nero spento - sulla fronte, che si scopre in una patina madida di sudore.

"Grazie." -tradisce l'accento inglese- "Devo dire che, però, la vera rivelazione di questo matrimonio siete stati voi, ragazzi. Vedete tutta questa gente?"

Eric alza il bicchiere, con cui indica il gruppo di adulti e anziani che ci circonda, da quelli statici sotto il gazebo a quelli che, in piedi, intrattengono conversazioni prive d'entusiasmo e cariche di regole da codice d'onore.

"Non fa altro che parlare di voi. Non capita tutti i giorni di avere una celebritá intorno."

"Beh, signore, non credo d'esser così-"
Eric m'interrompe, scusandosi con l'alzata di un sopracciglio folto e brizzolato, e stringe la spalla di Beatrice, che gli sorride appena.

"Hai sempre voluto far le cose in grande tu, eh?" -sorride sincero, pizzicandole la guancia amorevolmente- "Devo ammetterlo, presentare un fidanzato durante un matrimonio non è da tutti."

Beatrice arrossisce e la luce del primo pomeriggio, chiara e fresca, sembra quasi intimorita dalla sua ingenua timidezza, illuminandole solo una macchia del viso. L'occhio sinistro diventa di una tonalità più cristallina, la bocca acquista volume e lucentezza, i capelli si muovono ordinati sopra le spalline giallo tenue del vestito.

un bacio al tabacco 2. | MåneskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora