Capitolo 4

1.7K 101 7
                                    


Stato: rivisto!

▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬

0 4

Il Birmingham attacca

▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬



In uno dei vicoletti di Millwall, Harry chiuse le mani in due pugni.

I suoi occhi fumavano di rabbia, i lineamenti del viso erano contratti in un'espressione severa e minacciosa, i denti erano serrati, la mascella indurita e tra le sue sopracciglia comparve un cipiglio.

Gli hooligans del Birmingham si stavano avvicinando, ma loro rimasero impassibili mantenendo le loro posizioni.

Le urla si fecero sentire: una ventina di uomini sbucarono dal vicolo adiacente ed Harry sentì l'adrenalina scorrere nelle sue vene.

Prese un profondo respiro e si sgranchì le ossa del collo, mentre quelli del Birmingham prendevano posizione.

"Fatevi avanti, teste di cazzo!" urlò Kit fremendo sul posto. Sentì l'energia in lui che era pronta ad esplodere e non vedeva l'ora di attaccare.

Il Birmingham iniziò a lanciare dei sassi, colpendo uno di loro e fu in quel momento che Harry sorrise maliziosamente.

Si scambiò un'occhiata con Zayn, il quale ricambiò con uno sguardo d'intesa.

Harry gli doveva tutto. Senza il suo supporto non ce l'avrebbe mai fatta ad arrivare fin lì. Non riusciva ad immaginare una vita senza di lui.

Era indispensabile: ogni respiro, ogni movimento, la punta dei suoi capelli morbidi, gli occhi scuri e profondi, le labbra carnose, la sua pelle, le mani, il suo viso perfetto.

Lui era il suo braccio destro, il suo mentore, ma più di tutti, il suo migliore amico. Solo che era un po' speciale. Un migliore amico speciale.

Si capivano con un semplice sguardo, tocco e se l'altro restava per molto tempo in silenzio c'era qualcosa che non andava. Il silenzio non era mai buono. Per nessuno.

"Rimanete ai vostri posti e combattete," urlò Harry, riportando lo sguardo sulla folla di fronte a lui.

La violenza era l'unica cosa che li univa, ed era anche l'unica cosa che riusciva a farli sentire bene.

Era insana, cattiva e sbagliata ma loro la chiamavo 'vita'. Era il loro ossigeno, la loro acqua.
Essere un hooligan non era un passatempo. Essere un hooligan significava far entrare la violenza in se stessi e non considerarla offensiva e malvagia, ma piuttosto uno stato mentale.

Essere un hooligan era uno stile di vita e una volta che ci si abituava, era difficile farne a meno ed essere qualcos'altro.

Dicevano che combattevano per difendere il nome della propria squadra, ma non era così.

Gli hooligans combattevano per il bisogno di sentirsi superiori e non si arrendevano perché erano orgogliosi e dovevano difendere il loro onore.

Li faceva sentire potenti quando per tutta la città si diffondeva la notizia che avevano avuto la meglio su altri hooligans.

E alla fine non è così? L'uomo è sempre stato ossessionato dal potere e farebbe di tutto pur di averlo nelle sue mani.

Perciò quella che era una piccola lite tra tifosi, si trasformava sempre in una lotta di supremazia, proprio come facevano gli animali.

Se sapevano che era sbagliato? Certo che lo sapevano, ma il potere li accecava. Secondo il loro pensiero picchiare altre persone era da persone grandi, potenti e forti e non c'erano giustificazioni.

In quei casi erano simili ai cavalli: avevano i paraocchi e guardavano solamente dinanzi a loro.

"Avanti, andiamo!" Harry urlò più forte che poteva, prima di correre contro di loro, seguito da il resto della RSE.

Colpì immediatamente un ragazzo dinanzi a lui, scaraventando due pugni forti e potenti contro il suo viso e facendogli girare la faccia prima a destra poi a sinistra.

Nel frattempo tre uomini lo attaccarono, intrappolandolo con una spinta al muro. Due gli tennero le braccia, mentre l'uomo dinanzi a lui caricò una testata.

Prima che fosse abbastanza vicino, Harry si mosse verso destra e il colpo finì contro i mattoni. Il tizio barcollò, mentre si manteneva con entrambe le mani la fronte.

Harry, approfittando del momento di debolezza, gli rifilò un calcio nello stomaco pieno di rabbia, facendolo accasciare sull'asfalto bagnato. Poi passò al ragazzo al lato sinistro, colpendolo con una testata, mentre si preparava a sganciare un pugno all'altro.

Quest'ultimo barcollò all'indietro, mentre dei rivoli di sangue gli bagnarono le labbra. A quel punto Harry, che era finalmente libero da costrizioni, gli rifilò una pedata nello stomaco, spedendolo supino a terra.

Aveva il fiatone e non ebbe neanche il tempo di riprendersi che subito un uomo di mezza età si lanciò su di lui. Avvolse le braccia intorno al suo petto in modo da non farlo muovere, ma questo non gli impedì di dimenarsi.

Nonostante i suoi sforzi, un altro uomo si piazzò davanti a lui e a quel punto fu circondato. Il tizio caricò un pugno che finì contro la sua mascella, colpendolo, facendogli emettere un piccolo gemito.

Gabe, vedendolo in difficoltà, liquidò i due uomini con cui stava combattendo e si diresse verso di lui, bloccando in tempo il secondo pugno. Subito dopo roteò il braccio dell'uomo, impossibilitandolo a muoversi e, non appena ebbe occasione, gli afferrò la testa e la scaraventò contro il suo ginocchio.

HOOLIGANS | #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora