Capitolo 8

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Stanca dopo una giornata completamente folle finalmente mi misi a letto. Sentivo la tempesta forte in sottofondo. La mia camera di certo non nascondeva i rumori. Anzi, li amplificava. Sembrava di esser là fuori, mentre mi coprivo di più con la coperta fin sopra le orecchie. Non avevo avuto il coraggio di spengere la luce dopo quello che era successo, così mi limitai ad osservarmi attorno. Dormire da sola, in casa, metteva i brividi. Quelli che una volta erano rumori rassicuranti perché sapevo che al piano di sotto dormiva mia nonna erano ora rumori che mandavano in allerta tutti i miei sensi.
Il cigolare del legno delle finestre, il vento che soffiava fuori, il rumore del frigo. Tutto mi faceva saltare il cuore in gola, levandomi il sonno.
Forse mi ero fatta troppo suggestionare da quello che era successo. Il ragazzo si era divertito a prendermi in giro, e speravo di non rivederlo mai più, ed il corvo. Quell'animale aveva partecipato a rendere tutto più strano. Sorrisi autoironica.
Eravamo su un' isola in mezzo alla natura, ero sempre stata circondata da animali. Era normale.

Provai a fare un respiro profondo, tentando di recuperare il sonno, od almeno cercando un minimo quella sonnolenza necessaria per tentare di chiudere gli occhi.
Qualcosa però mi fece scattare sul letto. Avevo sentito la serratura aprirsi, od un rumore simile. Ma non era possibile. La serratura della casa si apriva solo dall'interno. Mi alzai, silenziosa, mettendo una tuta rapida addosso. Mi affacciai , piano, dalla porta di camera. Tutto al piano di sotto pareva silenzioso. Luci spente e nessun rumore.
Dovevo smetterla di auto suggestionarmi.
Un lampo la cui luce penetrò dalla finestra illuminò due occhi verdi nel buio. Romeo.
Esalai un sospiro di sollievo, già meno agitata. Il gatto entró in camera con me e si mise sul letto. Richiusi la porta e mi misi a dormire con lui.

-

Sentii qualcosa di umido sulla guancia. Ruvido. La stanza era al buio. Presi il cellulare sul comodino per illuminare con la torcia  attorno a me. Erano solo le 4 di notte e Romeo mi aveva svegliata leccandomi la faccia. Mi dava continuamente delle zampate sul viso, per poi correre alla finestra ed infine ritornare da me. Di nuovo zampata, finestra e da capo. Fuori si sentiva il vento forte e la tempesta, che ancora non si era placata. I rami degli alberi vicino la casa sbattevano con forza contro le finestre. Mi misi a sedere, stropicciandomi gli occhi.
-"ma cosa ti prende?"
Vidi il gatto bloccarsi sulla finestra per fare marcia indietro con la coda gonfia. Cominciò a soffiare forte, guardando fuori. Aveva paura dei suoni forse provocati dalla tempesta . Un lampo illuminò la stanza e ciò che vi era fuori dalla finestra proprio nel momento in cui mi alzai.
Ed urlai.

Una figura femminile.
Non ebbi però il tempo di ragionare, o di agire. La finestra esplose dentro la stanza. Mi coprii la testa e le orecchie. Mi sentii improvvisamente sollevare per sbattere sul letto, il cuore in gola. Lo sentivo battere forte nel petto, quasi a minacciare di voler uscire scalciando. Qualcosa di pesante si appoggiò sul mio letto ed alzai lo sguardo.
Una donna, pelle d'alabastro ed occhi scuri mi fissava. Addosso degli strani abiti ricchi di pendagli ed aggeggi strani. Un sibilo sinistro mi fece tremare sul posto, sentendo le lacrime minacciare di uscire dagli occhi. Sulla testa della donna decorazioni a forma serpentina, che parevano muoversi. Sgranai gli occhi, in preda a quasi una crisi isterica. In mano aveva un ramoscello appuntito.
Mi mise una mano sul viso ridendo ed io  scalciai con tutte le mie forze per allontanarla. Mi dimenavo con tutta me stessa mentre sentivo la sua mano fredda come il marmo schiacciarsi sul mio naso e sulla mia bocca. Ma, proprio come marmo, sembrava impossibile spostarla.
Era forse un ladro?ma non avevo nulla di valore, in casa.
Cercavo, provavo a muoverla di dosso a me, spingendo con tutta la forza che avevo. Graffiavo il suo braccio, cercando di farle del male. Mi sentivo un groppo in gola, disperata. Non riuscivo a parlare.
-"scalcia scalcia tanto di qui non te ne vai ragazzina"
La sua voce era stranamente.. Flebile. Strana. Le sue unghie, lunghe e nere mi graffiarono una guancia. Due dita, solo due della sua mano si spostarono dalla guancia verso i miei occhi, e poi si mise a cantare qualcosa.
Sembrava una ninna nanna. Sentii i muscoli leggeri, senza tensione. Lentamente sentivo la mia mano e le mie gambe perdere forza, come se fossi molto stanca.
In quel momento Romeo si gettò addosso a lei, graffiandola. Questo la distrasse ed io, come se avessi ricevuto una scarica improvvisa di adrenalina, corsi via dal letto.
Mi voltai solo tre secondi, preoccupata per il gatto. La donna lo prese per la collottola gettandolo dalla finestra.
-"no"
Oddio Romeo. Gridai.
-"ti dovrai preoccupare più per te che di un povero Familiar, Adéle. "
Come sapeva il mio nome? Chi era questa donna?
Venne verso di me, camminando, ed io corsi giù per le scale. Arrivai rapida alla porta.
La sentivo scendere con calma; le scale scricchiolavano ad ogni suo passo, quasi fosse sicura di prendermi.
Dovevo uscire veloce ed andare in città. Chiamare la polizia. Controllai addosso di avere il telefono ma lo avevo lasciato in camera.
-"merda!"
Aprii velocemente la porta aprendola di scatto e mi gettai fuori, pronta a correre giù per la collina.
La pioggia mi bagnò velocemente i vestiti e, tanto era fitta, mi pareva di non riuscire a veder nulla se non i lampioni in lontananza della città.
Vidi vicino a me passare Romeo, correre anche lui nella stessa direzione, quasi aspettandomi.
Gli corsi dietro.
Ero sollevata, stava bene.
Solo io potevo preoccuparmi così in una situazione del genere, ma per me anche gli animali erano la mia famiglia.
Corsi giù per la collina, seguendo il gatto. Lo vidi saltare un piccolo ruscello e fermarsi al di là di esso.
-"ma cosa fai corri! Corri!"
Gli urlavo, più forte.
Dovevamo arrivare in città.
Un rumore sordo, di un'esplosione dietro di me mi fece voltare, per vedere la casa andare in fiamme. Mi portai le mani al volto, terrorizzata. La casa della nonna stava bruciando. Vidi un figura uscire dalle fiamme, illesa. La donna di prima.
Non era possibile. Sentii di nuovo il cuore in gola.
Romeo miagolò dietro di me. Mi voltai per ricominciare a correre, senza fiato quando qualcosa mi colpí fortemente alla bocca dello stomaco. Caddi a terra rotolando . Il fiato bloccato in gola. Mi tenni forte la pancia. Cosa era stato.  Dall'altra parte continuavo a vedere il gatto camminare avanti indietro sulla riva opposta del ruscello, quasi non potesse andare oltre.
Con la coda dell'occhio, vidi un'ombra scura.
Qualcuno si avvicinò a me. Una figura incappucciata di nero. Un'altra donna.
La vidi camminarmi attorno, per poi voltarsi verso il ruscello oltre il quale stava Romeo, che fissava furioso la donna, gonfiando il pelo.

The Circle - Born witch - Nata Strega Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora