Capitolo 25

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Camminavo nella notte, coperta nel mio mantello. I grilli in sottofondo mi facevano compagnia, cantando la loro monotona ma rilassante canzone, le lucciole luminose mi indicavano la via. Camminavo, sfiorando con le dita l'erba alta attorno a me. Alzai lo sguardo. La luna alta nel cielo, stellato. Quante volte avevo visto il cielo così bello, così luminoso? Quante volte mi ero veramente fermata ad apprezzarlo? In tutta la sua calma, la sua quiete, ma in tutta la sua disarmante vastità.
La vista di un semplice essere come l'uomo non bastava ad ammirarlo tutto,per quanto ci potesse provare. Il rumore dei miei passi in sottofondo, le vesti che si muovevano leggere, provocando solo un timido fruscìo,in quel silenzio così naturale, così confortante. Poco lasciava intendere che stavo avviandomi verso un rito di passaggio, verso il mio futuro. Mai avevo visto la natura così bella. L'avrei vista con questi occhi anche dopo l'iniziazione? L'avrei ammirata fino a questo punto? Cosa comportava quel rito, oltre a ciò che era stato detto? Cosa ne sarebbe stato di me, della mia anima? Sarei comunque riuscita ad emozionarmi come facevo una volta, per le piccole cose, per i momenti semplici, quelli puri, in cui ti ritrovi a sentirti il cuore in gola senza un apparente perché, e ti ritrovi a sorridere, scioccamente , felice per chissà che cosa? Quella era la me, il mio io, fino a poco fa.  Sarei cambiata?
E coloro che avevo lasciato indietro, cosa ne sarebbe stato di loro? Era davvero finita lì, la mia tappa del viaggio al loro fianco?
Come sarebbe stato bello averli qui, a sostenermi.
Avevo paura, e non c'era motivo di nasconderlo. Ma avevo scelto io di andarmene. Se fossi rimasta, e se avessi chiesto spiegazioni, forse sarebbe cambiato qualcosa? In tutta la marea di gente che avevo incontrato solo all'inizio del mio viaggio, solo pochi volti li riconoscevo come familiari. Ma mi erano stati tanto vicini. Ed a loro si, a loro dovevo una spiegazione. Ma un giorno.
Forse un giorno.
Perché adesso stava a me capire chi ero, e cosa potevo fare in questo momento presente.

Guardai davanti a me.
Delle luci calde, accoglienti, indicavano l'arrivo al tempio. Lí, le sirene mi attendevano in piedi in forma umana. Formavano un corridoio fino al tempio, all'aperto, antico. Un brivido di emozione mi corse lungo la schiena. Mi feci forza, e mi incamminai tra di loro. I loro sorrisi mi dettero forza, mi dettero coraggio. Non sapevo se lo meritavo, non sapevo se era giusto, ma era il momento.
Salii le poche scale in pietra del tempio, così simile a come lo avevo immaginato. Le stelle, il nostro unico sfondo e le nostre testimoni.
La sirena dagli stupendi color fuoco, mi chiese di avvicinarmi con un semplice gesto della mano. Davanti a noi, stava un cerchio disegnato a terra. Incastonato nella pietra, per ricordare a chi stava lì , a chi vi era stato ed a chi vi sarebbe stato in futuro, l'importanza di quel posto. Mi accompagnò silenziosa al centro di quel sigillo.
Mi voltai , silenziosa.

La luna era quasi vicina. Da quel punto, sembrava quasi di poterla toccare con un dito. I momenti successivi, furono toccanti. Emozionanti. Carichi di attesa. La luna, si avvicinò silenziosa, passando esattamente sopra quel cerchio. Esso attorno a me si illuminò. Lo guardai, sorpresa. Tante piccole luci si levarono in aria come tante piccole lucciole, le stesse che mi avevano indicato la strada. Mi avevano spiegato a parole cosa sarebbe successo la sera prima, ma vederlo con i propri occhi, era uno spettacolo completamente diverso. Le luci vorticarono leggere, come petali danzanti nel vento. Una forte forza, una forte energia, prese possesso di me. Mi sentivo forte, piena di vita. Ogni dubbio completamente svanito nel vento. Mi tolsi il cappuccio, per vedere meglio. Sentivo tutto. Gli animali del mondo, ogni singolo verso nelle mie orecchie. Sentivo mille odori, alcuni sconosciuti. Vedevo di fronte a me ogni singolo dettaglio. I piccoli ragni che indaffarati creavano le loro tele, alcuni animali raggomitolarsi nelle loro tane sugli alberi, cercando un poco di calore e protezione nel dormire gli uni accanto agli altri. I piccoli insetti che volavano nella foresta. I serpenti che strisciavano a terra, smuovendo le foglie. Tutto si muoveva come in una danza davanti a me. Spalancai gli occhi per la meraviglia.
Un piccolo minuscolo granello di polvere danzò davanti ai miei occhi,dotati di quella vista così strana, così affascinante. Allungai una mano, timida, per sfiorarlo,ed esso cambió direzione. Sentii e vidi il vento spostare i soffioni, che lasciavano andare i loro piccoli semi appesi a soffici piume volare via. Un giorno sarebbero fioriti a loro volta, in un immenso ciclo. Era come.... Come sognare. Era tutto collegato, tutto unito, tutto in equilibrio, solo che mai lo avevo percepito come in quel momento.

Trattenni il fiato. Da un ramo, due  occhi neri mi scrutavano dalla loro tana. Uscirono silenziosi. E la luna li illuminò. Due immense ali bianche, ricche di piume con leggiadre pennellate di beije, si spalancarono ,rivelandomi la creatura a cui appartenevano. Il becco dell'animale si aprì leggermente, emettendo un dolce ma cupo verso, che riverberò nel silenzio di quella notte. I piccoli roditori presenti nella zona scapparono per nascondersi nelle loro tane, alzando le foglie e la terra. L'animale spiccò il volo, alto, lasciando che la sua ombra si stagliasse contro la luce della luna. E poi scese, indifferente, verso di me.
Alle mie orecchie giunse lo sbattere delle sue ali, e la leggera brezza provocata da esse mi mosse i capelli, mentre sosteneva il suo peso nella lenta discesa verso di me. Allungai , rapita, spontaneamente, un braccio. Come in un attimo di pace in tutto quel crepitio di suoni, il tempo si fermò. L'animale si adagiò in tutto il suo peso sul mio avambraccio, gli artigli si tenevano saldi ad esso, senza però ferirmi. Sbatté ancora le ali, sistemandosi. Lo guardai, mentre avvolti da quelle strane luci, l'animale si puliva un' ala col becco.
I suoi grandi occhi neri poi si incastonarono nei miei. Il suo piumaggio si illuminò debolmente della stessa luce della luna, per esplodere in una marea di piccole scintille, che a contatto con la mia pelle, emanavano solo un dolce calore. Tiepido come quella notte di fine estate.

Ciao

Ed io risposi, in un sussurro

"Ciao"

Era lui. Il mio gufo. Il mio familiar.

In quel magico momento , un ramo spezzato attirò l'attenzione di tutti. La luna sorpassò il tempio, continuando nella sua discesa che sarebbe proseguita lenta verso il giorno. Le sirene impugnarono i loro tridenti,mentre io rimanevo lì , al centro, con il mio familiar.
Dalle profondità della foresta, alcune figure comparvero, vestite elegantemente. Tra di esse, una figura si stagliò, prepotente, sulle altre.
Con il loro arrivo, il silenzio cadde sovrano su quel luogo sacro.
La figura camminò lenta, verso la luce. E si rivelò a me. I suoi occhi cercarono subito i miei, ignorando la presenza di tutti gli altri.
Vidi dettagli che prima non avevo mai notato, che erano sfuggiti alla mia vista disattenta, timida.
Perché mentre tutti guardavano quegli occhi con paura e timore, occhi che anche io fino a poco tempo fa vedevo come sottili ed impenetrabili, ora vedevo in loro la dolcezza e la tenerezza con la quale mi osservavano.

-"Adéle..." - queste furono le sue semplici parole.
Il mio nome. Ed io ricambiai, insicura su come dovevo affrontarlo. In un momento incerto, nel quale  nemmeno io sapevo chi ero, ora.

-"... Namel.."







Adéle ha finalmente trovato il suo familiar, ma cosa accadrà ora? Cosa sarà cambiato in lei? E cosa accadrà adesso che Namel ed i vampiri l'hanno raggiunta al tempio?

The Circle - Born witch - Nata Strega Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora