Capitolo 31

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Tutta la villa era in fermento. I vampiri si muovevano nervosi, spostandosi da una parte all'altra dell'edificio. In tanti si erano già piazzati davanti la porta, pronti a resistere ad un eventuale attacco.
L'odore era troppo forte per essere una coincidenza. Erano lì. Ma con quali intenzioni? Somir dava ordini a destra ed a manca, con un tono di voce molto calmo. Doveva controllare la situazione, per poter evitare il peggio.
Io lo guardavo, sorridendo. Ci avevano sentiti arrivare. Tanto meglio. Mi voltai verso la donna anziana al mio fianco.
-"bussiamo?"
-"troppo vecchia per certi convenevoli"

Con un movimento agile, delicato ma preciso della bacchetta, scaglió un incantesimo silenzioso.
Il portone della villa si spalancò, cogliendo in tanti di sorpresa. L'unico che parve riuscire a celare qualsiasi emozione fu proprio Somir, che mi guardava in cagnesco.
La signora precedette me ed altre due giovani streghe bianche che ci eravamo portati dietro per sicurezza... Sperando ovviamente di non arrivare ad uno scontro.
Mentre la donna avanzava attraverso il giardino, perfino la pioggia fitta che cadeva quel giorno plumbeo sembrava evitarla in modo reverenziale.

Entró tranquilla, e noi la seguimmo.
Alcuni vampiri ci soffiarono contro, mostrando i canini. Ma cosa erano, gatti?
Per l'amor del cielo. Li guardai  annoiato . Odiavo i vampiri, con tutto me stesso.
Una cosa però mi mise in allarme, e dallo sguardo severo della donna e delle due streghe capii che anche loro avevano fatto caso a quel dettaglio.
Non percepivamo la presenza di Adéle in nessuna parte del castello.

Somir si avvicinò a noi, con fare minaccioso, ma la voce che mi aspettavo di sentire lo fermò.
Namel se ne stava in cima alle scale, con la sua aria strafottente e carica di autorità. Come se poi ne avesse. Solo i vampiri rispettavano altri vampiri. Fine. Nessuno si fidava di loro, nessuna creatura magica di quel regno né di altri.
Noi spiriti non eravamo da meno.

-"se volete seguirmi" - ci invitò, come se ci stesse aspettando. Ed ero sicuro che fosse così.
Salimmo le scale, diretti al suo ufficio.
Cosa se ne faceva di uno studio poi un vampiro, lo sapeva solo lui.
Ero nervoso, ma dovevo cercare di calmarmi. Non gli avrei mai dato la soddisfazione di lasciargli credere che era in vantaggio, in qualche modo. In nessun modo.
La signora accanto a me fece un cenno alle altre due streghe bianche, che si fermarono alla fine della scala: sarebbero intervenute solo in caso di bisogno.
Noi entrammo nell'antro del vampiro.

La porta si rinchiuse alle nostre spalle.
Con eleganza nauseabonda, l'essere si avvicinò ad un mobile, ed io riconobbi subito l'odore. La sua cantina personale. Storsi il naso, non preoccupandomi di nascondere la mia disapprovazione. A parlare fu però la nonna di Adéle.

-"potreste andare avanti anche di secoli, ma le vecchie disdicevoli abitudini vedo che rimangono"
-"purtroppo signora, non abbiamo altro modo. Ma se dovesse trovarne uno, la prego di informarci. Le saremmo grati" - le sorrise Namel, versandosi un bicchiere di quel liquido denso e viscoso.
L'odore mi dette sui nervi... Quel posto mi dava sui nervi.. Lui in particolar modo.

-"a cosa devo la visita?" - chiese, sedendosi.

La signora gli sorrise, non curando di sedersi. Non eravamo qui per chiacchierare.
-"come se non lo sapessi"

Gli aveva dato volutamente del tu, ignorando ogni singolo protocollo o rispetto che gli davano gli altri vampiri. Se questo però lo infastidì, non lo dette a vedere.
-"Adéle non è qui" - ammise, bevendo.
-"... Capisco" - disse la signora - "dove è andata?"

Namel la guardò.
-"signora, dove va o cosa fa mi duole informarLa che non è affar suo.. Non più"

Le finestre si spalancarono, lasciando entrare la pioggia. Un lampo in lontananza illuminò in modo macabro la figura della donna, che però non si mosse di un solo passo dalla sua posizione.
-" non giocare con me, Namel. Dove si trova mia nipote? "

The Circle - Born witch - Nata Strega Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora