L'ultimo saluto

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Ormai era giunto il giorno di salutarci e il giro da fare per abbracciare tutti era lungo. Avvisai naturalmente tutti della mia partenza e cercai di non far pesare troppo lo cosa perché dopotutto sarei tornata un giorno , anzi presto, più presto del previsto e poi ci saremo sempre tenuti in contatto ( io sono di parola) non sarei sparita. Io tengo ai miei amici, tutti. Il nostro non era un addio ma un arrivederci. Il giro di amici più importante , o meglio gli amici di infanzia ,erano sulla tuscolana. Io vivevo lontano da li e da quando mia nonna si è trasferita dalla tuscolana a qui vicino a noi beh andare da loro divenne sempre più difficile ma anche se scendevo poche volte quelle bastavano per divertirsi. Cominciai dall'oratorio Don BOSCO. Li ero cresciuta, mi conoscevano tutti. Fu veramente dura salutare coloro che mi erano rimasti vicino sin da quando ho messo piede a scuola , coloro che mi hanno sempre aiutato nei momenti di difficoltà , quelli che ti supportavano in qualsiasi circostanza... Fu duro ma allo stesso tempo molto bello e sofferente dovere abbracciare coloro che mi seguono da una vita e vederli piangere per me. Fu la cosa più dura che dovetti affrontare ed era solo il primo giro.. Piansi persino con i catechisti che dopotutto mi videro crescere e migliorare, pensate un Po ho salutato persino persone che neanche conoscevo. Dover abbandonare il mio mondo , la mia vita non era cio che io volevo ma per crescere e migliorare bisogna affrontare queste cose. Non solo in questi casi abbandonavo i miei fedeli e inseparabili amici ma anche la mia migliore amica che piU che amica io la chiamerei sorella. Fu tutto per me . Io e lei condividevamo qualsiasi cosa, ci confidavamo qualsiasi segreto. Non l'ho mai considerata come un'amica nemmeno come migliore amica perché lei era molto di piu lei era colei che mi vide crescere, io e lei ci conoscevamo da quando eravamo nate all'ospedale si può dire.. Siamo cresciute insieme,insieme a lei ho fatto le cose più impensabili, con lei ho giocato e con lei ho riso , mi sono goduta quella mia piccola parte della vita che si chiama : infanzia. Io sempre a casa sua e lei a casa mia. Dover ripercorrere le scale di casa sua per l'ultima volta mi faceva piangere perché poi mentre salivo mi salivano in mente migliaia di ricordi... La sofferenza era talmente grande che arrivata al piano la vidi ferma immobile sulla porta. Ci guardammo per qualche minuto senza dire nulla e con le lacrime agli occhi, poi quasi contemporaneamente corsimo una ad abbracciare l'altra. Piansimo, piansimo tantissimo quasi per 10 lunghissimi minuti senza dire una parola, ci intendevamo ormai. La guardai fissa negli occhi e stessa cosa faceva lei , dissimo insieme:" io non ti abbandoneró mai!". Era tempo di andare e Chiara ( questo é il suo nome) lo sapeva bene , tanto che non fiató. Purtroppo sapevamo bene che ogni secondo in più sarebbe stato un dolore ancora più forte. Le promisi però prima di andar via che non l'avrei dimenticata per nulla al mondo e mi Voltai dirigendomi verso le scale senza mai voltarmi, con testa alta e trattenendo le lacrime che non volevano cessare, sapevano anche loro quanto fosse importante per me questa persona . Meno faticoso e doloroso fu invece salutare il mio migliore amico Francesco che essendo uomo riesce a non mostrare segni di dolore fuori ma io so che lui essendo un ragazzo molto sensibile , gentile e premuroso nei miei confronti , soffriva dentro e terribilmente anche. La storia con lui é molto diversa perché io e Francesco non ci conosciamo da una vita ,solo da 4 anni , dal 1 anno di liceo e sono molto felice di averlo incontrato. Fu una cosa molto veloce perché nessuno dei due voleva dare segni di cedimento e sopratutto dover soffrire troppo per l'addio. Ci salutammo con la nostra solita stretta di mano e mi diede un improviso abbraccio molto intenso , forte e significativo... io ero stata colta di sorpresa e ero come paralizzata. Si avvicinó al mio orecchio e sussurando dolcemente disse:" non voglio perderti, sei l'amica più fidata che ho... ricorda é solo un arrivederci". Nel frattempo io non ce la facevo più , lo guardai e abbracciandolo forte forte scoppiai in lacrime. Fu più forte di me . Anche lui mi abbracció di nuovo e mi bacio la guancia come in segno di calmarmi. Mi asciugai le lacrime e mi accompagnò alla macchina dello zio che mi stava aspettando( gentilmente si era offerto di accompagnarmi in giro). La nostra ultima stretta di mano e poi un vetro e una portiera mi avrebbero separato da lui. Sarà il migliore per sempre, il mio fratellone. L' ultimo giro che avevo da fare erano i miei compagni di classe con la quale non avevo dei buonissimi rapporti non essendo della zona di ponte lungo ma qualcuno fidato c'era come Stella, Giulia, la mia rompipalle e inseparabile compagnia di banco, Del Valli , il mio romanista , e il mio ex ,Federico. Piansi anche con loro ma non fu troppo eccessivo perché una bella partita di schiaccia risolse i problemi. Avrebbero riferito loro che me ne sarei andata e mamma poi avrebbe mandato la richiesta per poter continuare scuola li in america. Era ormai ora di tornare a casa però mi sfuggiva ancora qualcosa, sapevo che c'era qualcosa che mi mancava, non lo so.. avevo un vuoto, un grande senso di vuoto e confusione dentro la testa ... poi , una telefonata.Risposi.

" Angé non é possibile ,non ci credo, quello che mi hai detto non é vero , sono a Tiburtina alla stazione prendo un taxi e vengo" ,dissi:" no Gio ! Vengo io non preoccuparti. Non posso io credere che tu sia qui, che tu sia venuta qui solo per me . Io e lo zio veniamo a prenderti , aspettaci al treno" . Riagganciai. Durante tutto il viaggio ( dopo aver detto l'accaduto allo zio) riflessi sul fatto che la mia piccola Gio , il mio tesoro, la piccola e unica ragione di vita, la mia baganites era venuta qui a ROma solo per me. Non ci eravamo mai viste ancora perché ci siamo conosciute virtualmente grazie a Zak BAgans , attore di,Ghost adventures. L'amore e la passione per lui ci ha fatte incontrare , siAmo diventate ottime anzi perfette amiche. Un giorno l'avrei voluta incontrare per salutarla e non come adesso per dirle addio. Non potevo credere che io contassi veramente così tanto per lei. Durante l'ultimo periodo di scuola fummo molte vicino una all'altra , gli voglio bene anzi un bene immane e doverla perdere mi sarebbe costata la vita. Come ho già detto ho sempre desiderato vederla si dal primo giorno che ci siamo conosciute e vederla per un miserabile addio mi metteva tristezza e dolore insieme. Avevamo condiviso ogni singolo episodio e momento o attimo di Zak insieme, ogni sua foto e ogni sua risata. Avrei perso e visto per l'ultima volta il mio dolcetto. Quel suo sorriso sempre allegro e quell'aria da furbetta mi sarebbero mancate tantissimo e mentre pensavo a 5 interi mesi di conoscenza e di amore arrivammo a tiburtina. Non la vidi subito , o meglio non la riconobbi , fu lei a trovarmi. Mi strinse la mano e poi con un salto mi arrivo in braccio per potermi stringere Forte forte. Nessuna parola , solo le lacrime facevano da protagoniste. Non volli abbandonarla li , subito , decisi che avrei passato la mia ultima notte alla romana con lei , visitando ogni angolo e ogni centimetro quadrato di roma facendole da guida. Nessun cenno o altro riguardo la mia partenza, tutto come se fosse normale ma sapevamo ormai che il tempo delle mele era arrivato e dovevamo salutarci anche se fu deciso grazie allo zio che Gio sarebbe rimasta a dormire da noi. Passammo l'intera notte a parlare di noi, a parlare della nostra amicizia, del nostro futuro, della nostra vita e di zak ( ahahah). Le valige erano già pronte. Il fatto che lasciavo la mia famiglia non fu doloroso perché loro mi sarebbero venuti a trovare presto e io avrei fatto lo stesso quindi non sarebbe passato molto tempo. Ci furono le solite raccomandazioni di mamma , i soliti " buonasfortuna" di papà. gli s trilli continui di mio fratello, e il super e incoraggiante abbraccio di mia sorella. La mattina dopo non volevo far alzare presto Gio e svegliarla per vederla piangere, la cosa migliore fu lasciarle un biglietto con scritto " Baganites io , baganites tu ... ti amerò sempre di più " e andai via chiudendo la porta di casa dietro di me.. Salii in macchina e insieme allo zio Ton andammo con il suo bel e figo fuoristrada nero all' aeroporto. Avrei cominciato una nuova vita , chissa come sarebbe stata, tutta quella monotonia mi sarebbe mancata.

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