Erano le 8 di mattina e purtroppo dovevo alzarmi ,ma quella mattina era diversa dalle altre. Non so se fosse l'emozione che provavo o se fosse il dolce bacio sulla fronte di Stephanie che ricevetti in quel momento a farmi sentire così bene in quella mattinata. Era bello poi vedere il sorriso di Stephanie stampato sul suo dolce viso. Nonostante non la conoscessi bene o meglio , non conoscendola quasi per niente, mi era però molto simpatica . Avevo capito inoltre che era gentile e dolce e già da qual momento le volevo bene. Con la sua grazia e la sua gentilezza , dopo essermi seduta con le spalle allo schienale del letto, mi porse sulle gambe un vassoio d'argento sul quale era ben apparecchiata la mia colazione. Fece un inchino con il suo vestitino azzurro chiaro e se ne andò chiudendo dolcemente la porta dietro di sé. Ero davvero contenta, non dovevo nemmeno scendere dal mio letto per fare colazione. Mentre intanto mangiavo il mio cornetto alla nutella e bevevo il mio latte freddo sentivo qualcosa vibrare. Vrr vrr... era molto vicino. Era il cellulare! stava sul comodino e non la smetteva più . Posai delicatamente il vassoio sul comodino che avevo alla mia destra per prendere il cellulare su quello di sinistra. Continuava insistentemente a muoversi. Era mamma, che mi stava mandando 600 messaggi al secondo augurandomi buongiorno ma sopratutto in bocca al lupo per il lavoro. C'era persino un messaggio di papà , ma non il solito " buona sfortuna" stavolta c'era " faje vede chi sei" e li mi scappó una lacrima. Senza poi parlare degli innumerevoli messaggi dei miei amici ma ciò che più mi aspettavo di vedere erano i messaggi della mia piccola Best. Le sue dolci frasette del buongiorno mi facevano sentire sicura di me e importante, ogni sua frase ogni giorno al mattino mi mettevano allegria. Quella sua dolcezza mattutina mi rendeva davvero felice. Tenevo molto a quei semplici ma molto importanti messaggi di buongiorno. Non posso evitare poi di ricordare i piccoli messaggi del mio amico Fabio. Ogni riga di tutti quei singoli messaggi mi facevano sentire bene e fiera di me stessa ma mi scappava anche da piangere. Mi alzai peró e ripresi a fare colazione siedendo stavolta sulla sedia della scrivania mentre intanto sfogliavo un libro di Stephen King " La metà Oscura" . Ne ero appassionata .King è il mio miglior scrittore, ho visto persino il film del suo libro " il miglio verde". Tralasciando quest'argomento , lasciai il vassoio li sulla scrivania mentre mi affrettavo ad andare in bagno per lavarmi. Finita la doccia il guaio era scegliere il vestito giusto da indossare per dare una bella impressione. Ero ancora in accappatoio quando erano ormai 15 minuti che frugavo nell'armadio e non avevo idea di che mettermi , quando vidi una busta con un cartellino sul fondo. La presi e lessi il biglietto : " nipotina mia, sospetto che avendo trovato questa busta tu non abbia ancora deciso cosa indossare, beh , lo zio ha pensato a tutto. I vestiti nella busta sono tutti tuoi". Con molta fretta aprii quella busta sigillata e presi i vestiti. Erano magnifici, c'erano anche le scarpe! Li indossai subito: un paio di jeans attillati blu , una maglietta bianca con un grande cuore azzurro nel centro e un paio di stupende hogan blu. Non potevo chiedere di meglio. Preparai la mia borsetta e scesi immediatamente dallo zio che mi stava aspettando in salotto. L'Amato furgone dello zio era tornato appena in tempo, prendemmo quello. Da una parte mi terrorizzava che io non avevo mai partecipato a nessun programma e non sapevo come comportarmi, dall'altra ero tremendamente eccitata per questo nuovo impiego. Dovevamo direggerci a Long Beach e questa splendente cittadina non distava molto dalla grande metropoli Los Angeles. Giusto un'oretta e arrivammo. Molte persone accolsero il nostro ingresso e non sapevo che fare. Il momento peggiore fu scendere dal fuoristrada dello zio . Tutti mi fissavano e il più velocemente possibile mi accostai a lui. Le persone all'ingresso ci vennero incontro e lo zio mi presentó a loro e viceversa. La paura da una parte non c'era ma quello che mi fregava era la timidezza. Allungavo la mano per stringergliela , molto lentamente, come se da un momento all'altro avessero potuto estrarre una motosega per tagliarmi la mano. Lo zio si accorse che non ero a mio agio e con uno sguardo fece capire ai suoi collaboratori di tornare a fare il proprio lavoro. Per calmarmi mi portò al bar e mentre camminavamo mi spiegava come si sarebbe svolto il lavoro. Al bancone del bar c'erano degli sgabelli molto alti , regolabili fortunatamente ,ma non per me , per lo zio !. Lo zio si sentiva giovane e chiese al muscoloso barista, i quali vestiti sarebbero esplosi da un momento all'altro, un whisky. Io chiesi solo dell'acqua. In quel momento da lontano sentii dei passi, veloci e molto forti. Mi voltai per vedere chi fosse ma si scorgeva solo una figura nera venire in avanti. Mi rigirai per bere il mio bicchiere d'acqua quando una voce maschile quasi urlando entró e disse " Eccomi Qua!" . Il barista rispose educatamente "Buongiorno " e continuó a pulire i bicchieri bagnati. Ero concentrata solo nei miei pensieri e non badai per niente all'uomo che era entrato. Lo zio al contrario fu molto felice ed esclamò con soddisfazione " Amico! sei arrivato finalmente!." L' uomo si sedette sullo sgabello del bancone come in sella ad un cavallo accanto allo zio e cominciò a parlargli ma solo dopo aver chiesto una birra fresca. Non riuscivo bene ad inquadrare quell'uomo anche perché lo zio , non per offesa, mi copriva la visuale. I due , per quanto riuscii. a sentire, parlavano di lavoro e una frase in particolare attirò la mia attenzione " Amico mio posso presentarti la mia dolce e bellissima nipotina Angelica ? Lavorerá con noi " . In quel nano secondo cercai di rendermi il più carina possibile. Con un sorriso che arrivava fino agli occhi ma allo stesso tempo molto dolce ed attraente.Lo zio si spostò leggermente. Riuscivo finalmente a vedere quel misterioso uomo che siedeva alla destra dello zio. La cosa principale che io guardo sia in ragazzi che uomini sono gli occhi e furono proprio gli occhi di questo sconosciuto ad incantarmi.
Due luminosi occhi marroni risiedevano in quel tenero viso. Il suo sguardo mi aveva appena fulminato , il suo era uno sguardo tremendamante sexy ma allo stesso tempo aggressivo e seducente. Ero completamente immersa e persa nei suoi occhi per non parlare poi dei suoi capelli. Una piccola cresta fatta crescere verso la sinistra si poggiava davanti la sua fronte . Quella, il suo punto di forza , faceva da stella cometa su quei morbidi e candidi capelli arancioni che si ritrovava.
Non riuscivo a notarlo molto ma da quel poco vidi che era molto muscoloso. Stavo per impazzire. Non smettevo di fissare i suoi occhi , mi guardava con sguardo fisso e rapitore. Mentre ancora quei suoi occhioni mi fissavano dolcemente fece un sorriso che sembrò illuminargli il viso. Mi porse la mano per stringergliela in segno di amicizia e mentre aveva ancora quel sorriso mi disse dolcemente " Ciao , Piacere Di conoscerti Angelica , Io Mi chiAmo Allen, Allen Lee Haff , ma tu puoi chiamarmi Al o Ally se vuoi . Sei molto carina , sono contento di essere il tuo nuovo collega." Finì la frase mentre ancora mi porgeva la mano e mi fissava ancora dolcemente dritta negli occhi, come se mi ammirasse. Ero nel panico , ero praticamente ipnotizzata dal suo sguardo, una parte di me volava urlare " ma quanto sei bono!!!" , un'altra parte avrebbe voluto svenire solo alle sue soavi parole. Inquadrai bene la situazione e la cosa giusta da fare fu porgergli delicatamente la mano continuando ad aver quel candido sorriso di prima mentre gli dicevo fiera e soddisfatta di me stessa ma anche con molta vergogna " Grazie del complimento. È un immenso piacere poterti conoscere Allen e poter lavorare al tuo fianco" Ci tenevano per mano e i nostri sguardi erano ormai fissi , mi prese una voglia irrefrenabile di saltargli Addosso e baciarlo ma capii che non é che poi fosse la cosa ideale in quel momento. Il cuore continuava a battere molto forte e quando le nostre mani si lasciarono lo sentii come se si fermasse. Non ero triste , ero su di giri. Presa da un 'improvvisa voglia di urlare dissi gentilmente" Ora se non vi dispiace vado un secondo in bagno" lo zio rispose prontamente " Sbrigati che tra un Po cominciamo". Andai con passo sempre più veloce in bagno e mi venne il mal di testa per quanti giri su me stessa avevo fatto per la contentezza, si aggiunse qualche saltello e aprii l'acqua dei rubinetti per schizzarla in aria dalla felicità. Sentivo da fuori dei lamenti e degli schiamazzi. Socchiusi pochissimo la porta per riuscire a vedere o almeno sentire cosa accadeva, si sentiva lo zio lamentarsi con il povero Allen ma non riuscivo a capire molto ( parlavano in americano, non posso essere un genio per poter riuscire a capire tutto) l'unica frase che il mio orecchio riuscii a sentire bene fu " Non può essere Allen... é solo una bambina..." Non riuscivo a capire che intendesse e quasi facendo finta di nulla uscì allegramente dal bagno, mi avvicinai allo zio e gli dissi che avevo fatto. Con un viso abbastanza intristito scese dallo sgabello e mi mise una mano in spalla mentre uscivamo dal bar con Allen dietro che ci seguiva. Mi voltai e vidi il suo magico sorriso stampato in faccia, ricambiai e mi rigirai in avanti. Era lui il nuovo collega dello zio ma fortunatamente anche il mio collega. Ero così felice di averlo conosciuto. Avrei tanto voluto avere un minutino per parlargli, per sapere qualcosa in più di lui. Ne ero esteticamente attratta ma anche la sua dolcezza mi aveva colpito. Mi piacevano io suoi occhi , mi piacevano i suoi capelli, il suo viso e il suo sorriso. Mi piaceva lui!!!
STAI LEGGENDO
Una nuova vita
RomanceQuesto libro parla della mia vita. Di una bellissima esperienza che ho vissuto e non potrò mai dimenticare