Los Angeles

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Ero strafelice di aver messo finalmente piede in terra americana. Avevo gli occhi lucidi, il cuore mi batteva a mille e ... ero senza fiato. L'aeroporto non é che fosse questo granché ma solo il fatto di poter toccare finalmente il suolo americano mi rendeva la ragazza più fortunata del mondo. Ero li, sulla pista degli aerei a correre e saltare come una matta mentre lo zio scendeva ridendo e sghignazzando le scalette del jet. L'autista ( sempre il pilota) ci portò le nostre borse e noi ci diressimo verso l'uscita. Lo zio poco prima di atterrare aveva chiamato il suo maggiordomo per dire al suo autista ( e stavolta parlo di autista vero e proprio) di venirlo a prendere con la macchina. Non dovremmo impegnarci molto per vedere la macchina e l'autista. L'auto si differenziava dalle altre grazie alle svariate modifiche e scritte su essa e per l'immensA distesa di lucine che vi erano sopra. Sembrava l'albero di natale di un motociclista. Quell' enorme macchina dotata di sedili massaggianti( lo zio sapeva come rendermi felice) sfrecciava via da quell'inferno di auto una volta caricati i bagagli. Il cielo era molto chiaro, nemmeno una nuvola in cielo , solo una distesa azzurra mischiata all'effetto lucente e arancione del sole , ciò rendeva quel momento di felicità magico. Intuivo , senza dover nemmeno guardare l'ora, che era mattina presto essendoci con l'Italia una differenza di 7 ore . Qui la giornata era appena iniziata. Lo zio, seduto vicino a me, mi disse sorridendo che presto saremmo arrivati a casa. La mia risposta fu un grande sorriso dal quale straripava contentezza. Chiusi gli occhi e mi feci trasportare da quei bellissimi e comodi cuscinetti massaggianti e in un attimo , quando riaprii gli occhi, mi ritrovai di fronte ad un grande cancello che si stava aprendo . Il posto si prospettava tranquillo e silenzioso ma sopratutto spettacolare alla vista del mega vollone che si trovava dietro un enorme piazzetta con una magnifica fontana ,con rappresentata un aquila , nel centro. Purtroppo le mie espressioni furono le solitè , beh dopotutto vorrei vedere voi di fronte a quello che ho visto io... voglio vedere se voi non rimanete sempre a bocca aperta o robba del genere.. comunque sulle scale ad attenderci c'erano il maggiordomo 2 cuoche, 5 cameriere e il fido cucciolotto dello zio, un bellissimo pastore tedesco nero , Lucky. Senza neanche pensarci su lo zio diede un grande saluto alla sua troupe e ordinò subito che i bagagli fossero portate nelle nostre stanze , dopo sopratutto avermi presentato ad ognuno di loro . 10 della mattina, quello che ci voleva era un bel bagno , così una volta che la gentilissima Stephanie , la cameriera , mi accompagnò nella mia stanza , mi chiusi e diressi in bagno per rinfrescarmi. Bussarono e impaurita chiesi chi fosse , e una voce forte e rauca rispose " sono John , il maggiordomo, le ho portato i bagagli, posso entrare?". Con un sospiro di sollevio uscì dalla doccia con l'asciugamano che c'era li vicino e risposi a John dicendo " Certo John, solo un attimo" e andai ad aprirgli. Gentilmente lo ringraziai per i bagagli e se ne andò dicendomi di prepararmi perché lo zio mi chiamava. Dopo essermi asciugata mi vestii mettendomi un paio di jeans e una magliettina con scritto " Los Angeles, my world" che mi aveva portato a Roma lo zio. Asciugai capelli e visto che faceva caldo decisi legarli mettendo un fiocchetto bianco . Pronta. Fuori dalla stanza non sapevo dove andare e fortunatamente sentii la voce dello zio che stava parlando al telefono, fu quella a farmi arrivare da lui. Lo vidi molto contento e sorridente gli chiesi il perché è lui con un gran sorriso e abbracciandomi forte mi disse urlando " sei stata accettata per partecipare al programma su cui lavoro insieme a me! " . Non potevo crederci !. Sarei andata in televisione, un sogno. Poter lavorare insieme allo zio e su una rete molto importante come Spike Tv è un occasione bellissima e sopratutto bellissima. Lo zio chiamo il suo personale e rutti insieme , come una grande famiglia festeggiamo l'evento. Avrei cominciato a girare insieme allo zio il giorno seguente. La giornata era tutta da farsi e non volevo rimanere il mio primo giorno in America chiusa in casa. Fu lo zio stesso a dirmi di fare un giro per la città, avremmo mangiato fuori e saremmo rientrati per cena. La macchina era meglio non prenderla , il furgone era in viaggio e non avevo la bici perciò facemmo questa bellissima escursione a piedi , come chiunque. Come un normale cittadino. La zona in cui eravamo era un Po desolata dal resto della città , anche perché lo zio aveva speso ( e non pochi) i soldi per poter fare una cosa del genere. Voleva un posto tranquillo dove i vicini non gli avrebbero detto " spegni quello stereo", "abbassa il volume" o cose del genere. Voleva essere il padrone di se stesso. Visitare Los Angeles fu bellissimo, soprattutto con lo zio che faceva da guida e mi spiega ogni dettaglio della città. Lo zio , anche se non si direbbe dall'aspetto, è un uomo molto colto , se glielo avessi chiesto avrebbe saputo dirmi la storia di ogni singola gomma appiccicata ai marciapedi. Le persone , il panorama e sopratutto la vista erano ben diverse da quella bellissima e unica città , la mia Roma. Anche se ormai era ora di pranzo , c'era molta gente in giro e le persone avevano quasi tutte un bellissimo sorriso in faccia. Capii subito che qui si stava in un altro mondo , la gente era cortese e gentile e non mi guardava male come spesso mi capitava in Italia. Non molto lontano vidi l'unica cosa che mi faceva sentire una di loro , il Mc DOnald , amavo quel fast food e tutti i suoi cibi, anche se molto ingrassanti. Quello era un giorno di festa, il giorno più bello della mia vita e non volevo pensare alle conseguenze che un semplice panino mi avrebbe portato. Ero felice , questo erq importante. Dissi allo zio che volevo andare a casa, non perché mi ero stufata o non piaceva ciò chè facevamo o mi vergognassi di lui... assolutamente no. In italia era sera ormai e volevo far sentire la mia voce ai miei cari, se avessi aspettato l'ora di cena in italia avrei telefonato nel cuore della notte. Alle 3.00 pm ( 15 ore italiane) ritornammo in villa e telefonai immediatamente allA mia famiglia , e accanto a me c'era lo io così gli avrebbe salutati anche lui. Quasi subito rispose mamma tutta contenta e felice di sentirmi , sentivo dalla voce che piangeva e che le mancavo, le promisi che avrei fatto una chiamata skype il giorno seguente. Ero in vivavoce , l'avevo capito sentendo sotto gli "angé angé " di mio fratello, mi mancava quel mostriciattolo. Papà mi rispose con voce quasi scocciata dicendomi " embè , che voi, non volemo niente, nce nteressa" ma sapevo che scherzava e che gli mancavo come non mai. Micaela, la mia sorellina piangendo mi disse " angé spero chw tu sIa felice , divertiti per me" , mi mancava e molto anche , non potevo negarlo. Prima di chiudere e salutare chiesi a mamma di far venire il giorno seguente anche nonna a parlare così avrei salutato anche lei e poi naturalmente arrivò il momento di dirle che avrei lavorato affianco allo zio. Urlo come una matta , piangeva rideva , non sapevo cosa succedesse e mi disse ( ne fui contenta) che papà era con le lacrime agli occhi. Anche i più forti piangono. In quel momento avrei voluto abbracciarli, tanto. Ci salutammo e riattaccai. Chiamai tutti i miei amici che furono contenti di sentirmi e sapere che avrei lavorato in tv . Chiesi allo zio per lA scuola come avrei fatto e semplicemente mi disse che era tutto apposto.I Ragazzi in america diventano maggiorenni a 16 anni e io ne avevo 17 perciò mi disse che avrei fatto un corso accelerato , cioè avrei studiato con un insegnante privato la mattina , avrei lavorato il pomeriggio e nel giro di 2 settimane avrei dato l'esame per prendere il diploma. Tutto però all'inizio di maggio. Lo zio mi voleva partecipe e ben preparata per le regiattrazioni .Avrei tenuto il corso e l'esame nel periodo di riposo e di pausa della produzione. Era tutto calcolato. Ero terrorizzata ma anche estremamente felice al pensiero che sarei divenuta una diplomata prima del tempo. Avrei dovuto fare un coeso di 2 settimane per dare l'esame e avrei finito scuola , ero strafelice. Passai il reato del pomeriggio a parlare al telefono con chiara e gio, erano le mie migliori amiche e avrei voluto condividere con loro le mie esperienze. Alle 9( 21 italiana) le cameriere ci servirono a cena nel lungo tavolo che trovava in salone e mangiammo. Finita la cena io e lo zio ci alzammo e dopo esserci salutati andammo nelle nostre stanze( ed io non sapevo ancora dove era la mia). Passarono per prima che mi potessi addormentare e guardai un po di tv ero troppo scocciata per poter tradurre i programmi americani così presi il mio disco e cominciai a vedermi qualche film italiano. Mi addormentai improvvisamente senza nemmeno accorgemene. Un meraviglioso e indimenticabile giorno era passato, era.cominciata la mia avventura.

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