Capitolo 9

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9.
«Tanto non mi prendi»dissi correndo per tutta la casa.
«Ah si?»disse l'argentino dietro di me,cominciando a correre più veloce di prima.
Mi prese per i fianchi e poi mi mise con la testa a penzoloni dalle sue spalle.
«Dai,Paulo!»dissi ridacchiando.
«Sei tu che mi hai sfidato,devo ricordarti che corro più veloce di te»disse posandomi sul divano per poi stendersi al mio fianco.
«Ho solo rallentato,non mi avresti mai preso»dissi sorridendogli.
«E perché avresti rallentato?»disse spostando dal mio viso una ciocca di capelli.
«Perché sennò,avrei dovuto correre per tutta la tua casa,fino all'anno prossimo»
«Sei troppo convinta»disse per poi girare il viso verso il soffitto.
Mi avvicinai di più a lui e appoggiai la testa sul suo petto.
Potevo sentire il suo battito aumentare ogni volta che il dito tracciava dei cerchi sul suo addome.
«A cosa pensi?»dissi accarezzandogli leggermente la mascella che era serrata.
«A nulla in particolare,solo che mi piace che io e te abbiamo creato questo rapporto tra di noi.-disse voltandosi verso di me-ho tante ragazze attorno a me,potrei avere chiunque in questo momento sul divano,eppure io,sceglierei comunque te»
«Devo essere sincera quando Valentina mi parlò di te,rifiutai subito perché mi sembravi uno dei tanti che si vantano dei propri averi,ma conoscendoti meglio,posso dire di essermi proprio sbagliata e sai pure cosa?Potresti piacermi un giorno»
Lui si avvicinò a me,e mi baciò la fronte,per poi avvolgermi con le sue braccia.
Da circa una settimana,io e Paulo,avevamo ripreso i rapporti,e quasi ogni giorno,quando c'era un buco tra i miei e suoi,passavamo del tempo insieme.
L'uscita che avevamo avuto quel venerdì,era stata abbastanza strana,mi aveva portato a mangiare in una pizzeria al centro di Torino,mi aveva raccontato le sue insicurezze,sul perché non mi aveva scritto,e le sue parole erano state tali:«Credo che sia meglio dirti il perché ti ho ignorato,oppure finirai per sgozzarmi-disse alzandosi le maniche del suo maglioncino color senape-vedi,quella sera che sono rimasto a casa tua,ho provato a baciarti,e tutt'ora ne ho voglia,ma questa è una storia a parte,ecco quello che voglio dirti,è che stavo riflettendo sul perché l'ho fatto,e anche sul se io provassi dei sentimenti per te,anche ora sto analizzando la situazione,perché non sono giunto ad una conclusione concreta,ma so che tu,mi fai stare bene»
Da quelle sue parole,avevo dedotto che lui provasse alcuni sentimenti per me,e da allora cominciai a cambiare opinione su di lui.
Erano passati anche il mio e il suo compleanno.
Io avevo pensato di organizzare una cosa con poche persone,ma inaspettatamente Paulo mi aveva organizzato una festa a sorpresa con tutta la squadra,con le mie amiche di università e così via.
Dopo pochi giorni dal mio compleanno,c'era stato quello di Paulo.
Ci portò a mangiare tutti al ristorante di Roberta,il mio regalo per lui furono dei lego,dedussi che gli piacevano visto che in casa sua ne avevo visti molti già costruiti,infatti ne rimase entusiasto.
Lui invece mi regalò un giaccone di camoscio beige,lungo come piaceva a me.
Sicuramente aveva chiesto aiuto a Valentina,che era la persona che più conosceva i miei e gusti.
Se con Paulo avevo riallacciato i rapporti,con Federico invece li avevo rafforzati,quando lavoravo la sera al bar lui veniva sempre a prendere qualcosa da mangiare,mentre se lavoravo di mattina veniva a fare colazione,facevamo delle videochiamate su Skype,e la maggior parte delle volte mi addormentavo nel mentre.
«Vuoi restare a dormire qui?»disse mentre continuava ad accarezzarmi la schiena.
«Non lo so,poi ti creerei solo disturbo»
«Secondo te,se mi davi disturbo,ti chiedevo di rimanere a dormire qui da me?»disse ridacchiando.
Io scossi la testa e mi accoccolai a lui.
«Voglio dormire così»
«Allora se andiamo di là e ti cambi ci mettiamo a letto,che dici»
«Ti dico solo una cosa»dissi per poi guardarlo negli occhi
«Dimmi pure»
«È la prima volta che dormo con un ragazzo»
«Tranquilla,non succederà niente»
«Dai andiamo»disse alzandosi.
«Dai non possiamo rimanere un'altro poi qui?»
«Julia,sono le 2:00!Domani devo andare ad allenamento e tu a lavorare,dai»
Io mugugnai e mi girai dall'altra parte.
«Io non ti aspetterò»disse prendendomi in braccio.
Tirai un urletto,e poi scoppiai a ridere.
«Dai Paulo!»dissi per poi farmi posare sul letto.
«Non ho niente da darti oggi-disse frugando nella cabina armadio decisamente più grande della mia-ti va bene se ti do,la maglia che uso in campo»
Cacciò la solita maglia che indossava in campo e dubitai un po'.
«Non credi che mi vada corta?»dissi alzando un sopracciglio.
«Provala se ti va corta,ti do un pantaloncino,anche se ti andrà largo»
Annuì e andai in bagno.
Mi levai i vestiti e li piegai per poi metterli sul lavandino,e poi indossai la maglia.
«Come va?»dissi spostando i capelli.
«Girati»
Mi girai e lui rise.
«Ti prendo un pantaloncino,ves una buena porción de culo-disse nel mentre-questo dovrebbe andarti bene»
Presi il pantaloncino completamente nero e lo indossai,stringendo i lacci in vita.
«Si può andare,per caso hai uno spazzolino in più»
«Si vieni»disse andando in bagno.
Ci lavammo i denti,e Successivamente ci infilammo nel letto.
Io ero dalla mia parte del letto girata verso di lui,e Paulo era anche lui girato verso di me.
«Non ti mordo»disse avvicinandosi a me.
«Mmm,non ne sarei sicura»
«Mi hai preso per un vampiro?»disse ridendo.
Io rimasi incantato dalla sua risata così spensierata e lo continuai a guardare per un po'.
«¿Has encantado princesa?»
Io annuì e passai una mano tra i suoi capelli,mentre lui chiuse gli occhi beandosi del mio tocco.
«Sono così fortunato,ad averti qui,nel mio letto»
Mi accoccolai a lui,con il suo profumo che tanto mi piaceva,e chiusi gli occhi per addormentarmi nel migliore dei modi.

Mi svegliai per colpa della mia sveglia che arrivò spedita alle mie orecchie.
Mi stropicciai gli occhi,e quando stavo per spegnerla,smise di suonare.
Levai le mani da dinanzi gli occhi e vidi Paulo distendersi nel letto.
Si girò verso di me e mi guardò accennando un sorriso«Buongiorno»
«Giorno»dissi posando i piedi sul pavimento freddo.
«Dove vai?»
«In bagno,e dopo devo fare colazione,e anche tu»
«Incomincia ad andare in cucina allora»disse sedendosi e buttando le coperte ai piedi del letto.
Uscì dal bagno,e Paulo era ancora seduto lì.
«Che dici di alzarti»
«Si,ma non posso»
«Non sai deambulare più?Dai alzati»dissi tirandolo per un braccio.
«Non è per questo-disse guardandosi i pantaloni-incomincia ad andare»
Io risi e andai in cucina.
Cominciai a riscaldare il latte,e poi stesi sulle fette biscottate della nutella.
«Cosa stai facendo»disse Paulo sedendosi sulla sedia.
«Ti piace il latte giusto?»
«Si»
«Bene,ma precisamente,questa non dovrebbe esserci in casa tua»dissi indicandogli la confezione di nutella sul ripiano della cucina.
«Ho alcuni vizzi»
Finimmo di fare colazione e aspettai che lui si vestisse con la tuta da allenamento.
«Ti accompagno prima a casa per cambiarti,e poi ti accompagno a lavoro,va bene?»
Annuì e mi misi le scarpe,per poi riprendere i vestiti in bagno.
«Tra quanto hai allenamento?»dissi una volta entrata in macchina.
«Un'ora e mezza circa»
«Allora ho tempo»

«Entro anche io,o ti aspetto in macchina?»
«No entra»dissi aprendo la porta.
Non appena misi piede dentro,intravidi,l'immagine  di Valentina sul divano con Miralem.
Mi rivoltai verso Paulo,per non farlo entrare,ma essendo più alto di me,vide la scena,e mi guardò stupito.
Gli mimai un "ti prego stai zitto" per poi entrare dentro.
«Valentina»urlai per farla svegliare.
«Chi è»disse alzandosi dal divano per guardarmi.
«Mettiti una coperta ti prego»dissi.
«Ciao Paulo»disse dopo
Paulo sorrise timidamente e poi riportò gli occhi su di me.
«Noi andiamo sopra,tu e lui,vestitevi»dissi prendendo la mano di Paulo.
«Io non sapevo che si frequentassero»disse una volta entrato in camera mia.
«Se esce una sola parola dalla tua bocca,ti uccido»
«Ma,io»
«Niente ma,per favore»dissi guardandolo negli occhi.
«Va Bene»
Si sede sul mio letto,e prese a sfogliare il libro di scienze della formazione che si trovava lì sopra.
«È per l'università?»
«Si-dissi prendendo una felpa color senape e un jeans blu scuro-è per l'esame scritto del 27»
«Tra 7 giorni»
«Si,ma ho già studiato qualcosa,mi mancano poche pagine,vado a farmi una doccia veloce,tu fai come se fossi a casa tua»
Una volta uscita dalla doccia,mi accorsi di non aver portato l'intimo,così mi avvolsi nell accappatoio,e camminai in punta di piedi in camera.
«Cosa stai facendo?»disse ridacchiando.
«Ho scordato una cosa»dissi avvicinandomi alla cassettiera.
«Una cosa,tipo le mutande»
«Si»dissi girandomi verso di lui.
«Potevi chiedermi di prendertele no?»
«No,non credo»dissi ritornando in bagno.
Mi vesti,e legai i capelli in una coda alta per poi uscire fuori.
«Possiamo andare?»
«Si,devo solo mettere le scarpe,mi prendi gli stivaletti vicino al letto?»
«Non mi va»disse stendendosi sul letto.
«Dai Paulo per favore?»
Lui mi guardò e poi scosse la testa.
«Ho capito me li prendo io»dissi.
Li presi e scesi al piano di sotto.
«Julia,dai scherzavo»
«Okay»dissi scocciata nel mentre che li infilavo
«Hei Paulino-disse Miralem,avvicinandosi-problemi nella relazione?!»
«Non stiamo insieme-dissi infilando il giubbino-Ciao Vale,io vado»
Uscì dalla porta e aspettai che Paulo uscisse.
«Scusami,stavo scherzando prima,non credevo che te la prendessi»disse stringendomi tra le sue braccia.
Nello stesso istante il mio telefono squillò facendo comparire il nome "Rock and goal<3".
«Hei»
«Chi è?»disse Paulo.
Gli feci segno di stare zitto e ascoltati quello che aveva da dirmi Federico.
«Hei,stasera lavori?»
«No,in realtà Vado Ora a lavorare»
«Quindi stasera ti va se ti porto a cena fuori?»
«Si certo»dissi sorridendo come un ebete.
«Bene,allora chiamami quando torni da lavoro»
«Va Bene,Ciao»
«A dopo bella»disse per poi chiudere la telefonata.
Entrai in macchina e Paulo mi fissò per un bel pò,finché non mi accorsi del suo sguardo fermo su di me.
«Cosa?»dissi alzando un sopracciglio.
«Era Federico?»disse partendo.
«Si»
A quel mio si,strinse di più la presa sul cambio e si girò per un attimo verso di me.
«Cosa voleva?»
«Mi ha chiesto di andare a cena fuori stasera»dissi rigirandomi le mani.
«E tu andrai?»
«Mi sembra ovvio,è un mio amico»
«Va bene»disse accedendo la radio e alzando il volume.
Probabilmente lo stava facendo proprio per ignorarmi,soprattutto perché la sua mascella era tesa,e lo sguardo era fisso sulla strada.
Abbassai il volume e posai la mia mano sulla sua.
«Paulo,potrò anche uscire con lui stasera,ma ricordati che ho dormito solo con te»dissi per poi baciare la linea accentuata della mascella.
Lui mi attirò a se e mi lascio un bacio tra i capelli,per poi farmi sedere prendendomi la mano.

Solo un pò del tuo cuore- Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora