Capitolo 14.

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14.
«Non ci credo che sto per prendere un cane»dissi stringendo la mano a Federico.
«Non ne avevi uno a casa dei tuoi?»
«Ma averne uno tutto mio ora è strano,prima era mia madre che si occupava del cane,io solo alcune volte lo portavo a fare una passeggiata»
«Beh,ora hai tempo per fare tutte le cose necessarie vero ?»
«Si,ho fatto questa scelta perché nei miei impegni,c'è sempre del tempo libero»
«Bene,entra dai»disse mettendo una mano dietro la mia schiena.
Erano passati circa 5 giorni da capodanno,e io e Federico avevamo passato questo tempo insieme.
Avevo scoperto molti lati a me sconosciuti.
Gli avevo raccontato anche di Paulo,e nonostante il loro litigio aveva messo in buona luce la sua persona.
Cosa che probabilmente Paulo non avrebbe mai fatto,dato il suo orgoglio.
Con le ragazze invece,avevo passato sia il 31 dicembre che il 1 gennaio insieme,in compagnia anche di tutta la squadra.
Il 31 mi ero avvicinata molto a Douglas e Melissa,e lui mi era stato molto d'aiuto dopo che di mia spontanea volontà gli avevo accennato qualcosa di quello che provavo per Paulo.
«Paulo,è pazzo di te,ogni volta che siamo insieme,non perde occasione per paragonarti a chiunque,a sempre il tuo nome pronto,per non parlare di quando sono nello spogliatoio,nessuno può parlare di te ,che subito si altera,sembra che tu abbia il suo timbro sulla pelle»
«Buongiorno,come posso aiutarvi?»disse la commessa alla cassa.
«Salve,io vorrei prendere un cane,possibilmente un cucciolo»
«Va bene,mi segua-disse dirigendosi verso un'altra sala-ha un idea di che razza vuole»
«Mh,in realtà no,sono dell'idea che il primo che mi colpirà,sarà il fortunato»
«Ottima idea-disse fermandosi-allora da qui a lì,ci sono tutti i cuccioli,io vado di là,quando avrai scelto vienimi a chiamare»
«Dai,scegli»
Incomincia a scorrere tutte le gabbie,che contenevano cuccioli di qualsiasi razza.
Arrivai al  penultimo box,e ancora nessun cane mi aveva colpito.
«Se non te ne convince nessuno qui,cambiamo negozio»disse Federico che accarezzava un cucciolo.
«Io...credo di averlo trovato»dissi abbassandomi  all'altezza del box.
Il cucciolo in questione,era un rottweiler,con due occhioni neri come la pece,e un musetto simpatico.
«Ciao piccolo»dissi accarezzandolo.
Mi guardò negli occhi e poi mi lecco la mano con cui l'accarezzavo.
«Non sono aggressivi?»
«in realtà no,sono cani leali, intelligenti e affettuosi,e poi ricorda che è il padrone che fa il cane-disse la commessa di prima-tendono ad essere protettivi nei confronti del proprio padrone,e non amano essere lasciati da soli»
«È lui,scelgo lui»dissi prendendolo in braccio.

«Ti va di fare una passeggiata,portiamo anche Chicago»«Si,mi sembra una buona idea-disse scendendo dalla macchina-porto pure Wendy e spike,se non ti dispiace»«No,meglio almeno comincia ad abituarsi,ti aspetto fuori»«Va bene,vengo subito»Chicago mi...

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«Ti va di fare una passeggiata,portiamo anche Chicago»
«Si,mi sembra una buona idea-disse scendendo dalla macchina-porto pure Wendy e spike,se non ti dispiace»
«No,meglio almeno comincia ad abituarsi,ti aspetto fuori»
«Va bene,vengo subito»
Chicago mi guardava fisso e scodinzolava ogni volta che il mio sguardo finiva su di lui.
Per me rappresentava l'inizio di qualcosa di nuovo,una sfida.
«Dai andiamo»disse Federico.
Spike e Wendy mi si avvicinarono e come sempre mi accovacciai per accarezzarli.
Chicago cominciò ad abbagliare rumorosamente appena i due si avvicinarono a me.
«Chicago,no»dissi con tono deciso.
Il cane si fermò e Federico rise.
«Okay,credo che non ti troverai così male»
«Lo credo anche io,andiamo al parco che dici?!»
«Mi va bene,possiamo passare pure più tempo da soli»
Arrivammo al parco e Fede sciolse I suoi cani,mentre io tenni Chicago vicino a me con la paura che potesse scappare.
«Che dici se incominci ad addestrarlo,a quest'ora non c'è mai nessuno,poi ci sono anche io»
«Va bene dai»dissi alzandomi.
Sganciai il guinzaglio di Chicago e lui cominciò ad annusare a terra mentre Federico gli stava affianco.
«Chicago-lo richiamai-fermo»
Lui continuo a camminare e Federico mi fece segno di continuare.
Ripetemmo l'esercizio per un paio di volte e quando si fermava sotto il mio comando,Federico lo premiava con i croccantini che aveva portato per i suoi cani,che ora si trovavano sdraiati affianco a me.
«Non è stato così difficile,se continuo così si abituerà presto»dissi stringendomi di più nel cappotto.
«Sei bravissima in tutto,e anche in questo lo sei-disse Federico avvicinandosi a me-hai freddo,vieni qua»
Mi strinse tra le sue braccia,e il mio corpo cominciò piano piano a riscaldarsi.
«Chicago dov'è?»mi chiese Federico.
Mi girai dietro di me,e lo vidi in lontananza vicino ad una persona vestita completamente di nero che lo accarezzava.
Mi avvicinai a passo svelto verso di lui e lo rimproverai.
«Mi scusi tanto,l'avevo perso di vista»dissi legandolo al guinzaglio.
L'uomo alzò lo sguardo verso di me.
E proprio come la prima volta,fui attraversata da dei brividi lungo la schiena.
Lui con i suoi occhi mi immobilizzò e mi squadrò velocemente il viso.
Mi guardò fisso negli occhi e poi passò a guardare le mie labbra.
Mi accarezzò il viso con le nocche e poi mi prese il mento.
Sperai in un bacio,quel bacio che mi avrebbe dato una seconda conferma dei sentimenti che provavo per lui,una conferma che tutto quello non era uno scherzo.
Ma così non fu,si rigirò e se ne andò.
Io rimasi lì immobile,con le labbra schiuse e il battito accelerato.

«Guardalo,ha fatto la stessa cosa ieri-dissi guardando Roberta che era seduta sugli spalti insieme a me-mi ha guardata senza dire una parola»
«Forse stava aspettando che tu gli rivolgessi la parola»
«Ma cosa avrei dovuto dirgli,l'ultima volta mi ha baciata,è colpa sua se ci troviamo in questa situazione»
«Dopo raggiungilo nello spogliatoio,è sempre l'ultimo che esce»
«Tu dici?!»
«Si,poi stasera andiamo tutte a mangiare e ci dici com'è finita»
«Metto la scusa di Federico»
«Il mio ragazzo ha dimenticato il telefono»mi disse imitando la mia voce.
«Esatto in questo modo»dissi ridacchiando.
«Qualche volta di queste lo diranno a fede»
«È più che probabile»
Gli allenamenti terminarono,e quando tutti,tranne Paulo,uscirono dallo spogliatoio,io mi diressi all'interno.
«Hei-dissi vedendolo seduto sulla panca-scusa se non ti ho scritto per gli auguri,sono stata incasinata,ma auguri»
Lui si alzò e mi guardò ancora una volta senza proferire parola per poi prendere il borsone e uscire.
«Paulo puoi almeno rispondermi»urlai seguendolo.
Lui si girò vicino la sua macchina,e poi entrò dentro scomparendo dalla mia vista.

Hei,come va?
Vi volevo ringraziare enormemente per 1mila letture,non avrei mai pensato di raggiungere questo numero,e devo ringraziare solamente voi.
Grazie tante.♥️

Solo un pò del tuo cuore- Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora