Aprì gli occhi svogliata e il viso di Paulo era a pochi centimetri dal mio.
Aveva le mani strette attorno al mio bacino, stringeva la mia pelle come se non mi avesse mai più toccata.Tolsi delicatamente le mani e appoggiai i piedi per terra, era tardi, l'orologio segnava le 3:26, e lui era ancora in casa, sul mio divano, messo lì da Federico...
Andai in camera e misi un nuovo paio di mutandine e una maglia, faceva troppo caldo nonostante fosse solo maggio.
Ritornai di là, lo coprì con una coperta e socchiusi il balcone, presi un bicchiere d'acqua e mi sedetti sullo sgabello.
Mi passai una mano sul viso e sospirai, come avevo potuto fare questo a Federico.
Non sapevo che diamine fare, ero così confusa; Paulo era tornato limpido nei miei ricordi e non c'era sensazione migliore di sapere cosa provavo per lui.
L'essere cosciente dell'aver amato e desiderato una persona così tanto, per poi eliminarla, mi faceva venire voglia di recuperare quei pochi mesi passati lontani da lui.
Ma Federico non potevo lasciarlo, su quale base? "Mi dispiace mi sono fatta Paulo sul divano di casa", non era una scusa accettabile, non avrei nemmeno dovuto immaginarlo di dirlo.
Ma era stato fottutamente bello.
Io e Federico eravamo andati a letto, ma non era mai stato così.
Paulo, era un'altra storia, non mi sarei mai stancata di lui, era eccitante, il modo in cui mi trattava a letto mi mandava in estasi.
Posai una mano sul mio interno coscia, e gemetti al solo ricordo di me e lui sul divano.
Due mani si posarono sui miei fianchi e io sobbalzai.
«Hei»ridacchiò.
«Paulo, non farlo mai più»dissi girandomi verso di lui.
Era assonnato e i suoi occhi erano assottigliati, aveva un sorriso sfacciato e mi irritava come tutte le volte in cui lo faceva.
«Leva questo sorriso dal viso, lo sai che mi da suoi nervi»
«lo so, e mi piace vederti arrabbiata.»
Continuò ad avere quel sorriso e poi mi scese a baciare il collo.
Lo scansai e scesi dallo sgabello.«È meglio se torniamo a dormire, domani mi devo svegliare presto» mi diressi verso la camera da letto e mi misi a letto.
Dopo comparve la sua ombra e scossi la testa «non credo sia una buona idea»
«Ti ho già scopata Julia, tranquilla»disse attirandomi a lui dopo essersi infilato sotto le coperte.
Sospirai e chiusi gli occhi. «quando smetterai di essere così il mondo sarà un posto migliore»
«Allora andremo tutti all'inferno»Spensi la macchinetta del caffè e cominciai a riassettare il salotto.
Presi i vestiti di Paulo e li posai ai piedi del letto.
Fini il caffè e continuai a togliere le ultime cosa da mezzo, dopo mi lavai i denti e scelsi i vestiti da mettere.
Mi vestì e feci una coda bassa, mettendo poi un po' di trucco e prendendo gli occhiali da vista.
Senti bussare alla porta e andai a guardare allo spioncino.
Federico...
Corsi in camera, e svegliai Paulo.
«alzati, c'è Federico»
Apri gli occhi e mi squadrò «e?»
Strinsi la mascella «mettiti nel armadio, tieni»dissi prendono i suoi panni.
«sei scema?»
«sta zitto e vai.»
Andai ad aprire a Federico e l'imbarazzo dalla mia parte era palpabile.
Sorrise e mi avvicinò a lui, mi baciò e mi fece camminare fino al divano.
Mise una mano sul bottone dei miei jeans, cercò di slacciarli ma glielo impedì.
Mi guardò negli occhi e fece un cipiglio «tutto bene?»
Annui«è solo che stamattina ho un po' di mal di testa»
«ah, allora ti porto a fare colazione, Forse è per questo»
«Credo di si, devono prendere la giacca in camera»
«Vado io»disse dirigendosi.
«no»quasi urlai.
Si girò e spalancò gli occhi.
«no, non sai quale devo prendere»
Alzò le spalle «ti aspetto in macchina?»
«Va bene, ti raggiungo»
Aspettai che uscisse e poi andai in camera.
Paulo era seduto affianco alla porta, aveva il cellulare attaccato al viso e sorrideva.
«Devo andare»dissi prendono la giacca dalla sedia.
«Non cambierà nulla vero?»
Si alzò in piedi, era vestito e mi sembrava strano ora.
«Cosa?»
«Noi, saremo semplici amici, anche dopo questa notte»
Scossi la testa «no, certo che no, ma non voglio dirglielo ora- mi avvicinai a lui- dammi un po' di tempo»
«Sai che non c'è bisogno che tu me lo dica, io ti aspetterò sempre»
Sorrisi a quelle parole.
Mi baciò la guancia e uscì di casa.
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Solo un pò del tuo cuore- Paulo Dybala
Romance«Appena ho appoggiato la testa sul cuscino, la prima cosa che ho pensato è stata che ti vorrei un sacco qui adesso. Ti vorrei qui con me, raccontarti un sacco di cose, scherzare con te, vederti ridere e sorridere. Vorrei abbracciarti, sfiorart...