Capitolo 38.

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«Devo andare con Vale a vedere il vestito, devo anche vedere il mio»dissi a Federico.
«Manca solo un mese ormai»
«Le sto dietro per ogni passo che fa con il matrimonio, dalla location al centro tavolo, è ormai come se fosse il mio matrimonio»
«un po' extra per i tuoi gusti»
«Un pò? Valentina voleva dei cavoli di cigni al suo matrimonio!»
«Ma, perché?»
«Non lo so aveva questa strana ossessione, ho solo paura che non le piaccia il vestito con il pancione»
«Saprai trovare una soluzione»
Lo speravo con tutta me stessa, da quando Valentina era incinta era diventata così tanto insicura, e continua a ripetere che era la cosa peggiore.
Quel povero miralem doveva sopportarla ogni giorno, con le sue solite paranoie e nonostante questo la riusciva ad amare sempre di più.
«Eccoci arrivati»disse Federico fermandosi difronte casa.
«Grazie, per avermi accompagnata»
Mi sorrise mi lasciò un bacio sulla fronte.
Presi la borsa e chiusi la portiera, bussai a e aspettai che mi aprissero.
«Ciao Julia» mi salutò miralem.
Sorrisi e l'abbracciai «tutto bene?»
«Sisi, a te?»
«Si va avanti, Vale?»
«È sopra, raggiungila»
Le scale bianche e lucide sembravano appena state lavate, e la mia figura rispecchiava su di esse.
La camera era difronte a me, e la porta era chiusa.
Bussai e mi diede segno di entrare.
«Non trovo la bozza dell'abito»disse Valentina girandosi.
I capelli erano legati in una coda alta e il viso era più paffuto del solito.
«Beh, ti serve per forza?»
«Si, è così che voglio l'abito!»
«Ne troverai sicuramente un altro, poi ti ricordi come lo vuoi, giusto?»
Si sedette sul bordo del letto e annui.
«Puoi passarmi le scarpe per favore-mi chiese indicandole-sto impazzendo, il matrimonio è tra un mese e io non so ancora che abito indosserò»
«Tra qualche ora lo saprai, dove incontriamo la mamma di miralem?»
«Non viene, ha la febbre, però viene Paulo»
«Cosa?»
«Si, è passato ieri sera a cena, e quando ha saputo che saremmo state solo io, e le mie damigelle, si è offerto di accompagnarmi.»
«Ma io non credo che sia una buona idea»
«Certo che lo è, lui è perfetto se si parla di prendere decisioni»
Oh, fidati lo so.
Bussarono alla porta e Valentina finì di allacciarsi le scarpe.«deve essere lui.»
«Ti dispiace se vado in bagno?»
Scosse la testa e mi indicò la porta.
Poggiai le mani sul lavandino, e fissai la mia immagine riflessa nello specchio, ero terrorizzata.
Sembravo essere ritornata alle mie prime cotte.
Farfalle nello stomaco, paura di incrociare lo sguardo ed essere insicura.
Tirai i capelli indietro, e mi sorriso, in fondo era solo Paulo.
«Julia, Michela e le altre sono arrivate sbrigati!»urlò Valentina.
Apri la porta e scesi giù, faceva così tanto film, io che scendo le scale e il ragazzo che mi aspetta giù.
Per poco non inciampai nell'ultimo gradino.
Edin mi corse in contro e lo presi in braccio «È incredibile come cresci velocemente»
«Papà mi ha detto che sono diventato più alto»
«Davvero?Tra poco diventerai più alto di lui probabilmente»
«Tu scherzi, ma diventerà davvero più alto di me»disse Miralem.
Prese Edin dalle mie braccia e lo poggiò a terra.
«Aiuta Valentina a trovare l'abito, o mi bombarderà di insulti stanotte»
Risi «male che vada non la sposi più»
Scosse la testa e guardò Valentina scherzare con Paulo «Non riuscirei a fare a meno di lei»
La amava, cavolo come la amava, ogni volta che la guardava sembrava perdersi, sembrava rivivere la scena di vederla per la prima volta ancora e ancora.
«Devi venire in macchina con me, Michela deve portare le altre e non c'è spazio» mi disse Paulo unendosi alla conversazione.
«Beh, io credo che possa venire anche Valentina con te»
«Julia»disse prendendo il polso.
Mi guardò fissa negli occhi, e io non riuscì a mantenere il contatto visivo. Abbassai lo sguardo e annui «Va bene»
«Allora andiamo?»
Uscimmo tutti insieme e ognuno di noi entrò in macchina.
Fissai l'auto bianca difronte i miei occhi, e la mia mente viaggiò nei ricordi più remoti.
«Che succede?»mi chiese mettendosi di fianco a me.
«Ricordi»
«Allora non sono l'unico»disse aprendomi la portiera.
Sorrisi ed entrai.
Non pensavo che una macchina potesse portarmi così tante sensazioni.
«Com'è andata a lavoro?»
Passai una mano tra i capelli portandoli di lato, e mi girai verso di lui.
«Bene, mi sento molto a mio agio devo essere sincera»
«Sono contento, di tutto, soprattutto che stai bene lì, hai sempre desiderato un lavoro del genere»
«Si, anche io lo sono»
Calò silenzio tra di noi, si sentiva solo il rumore della macchina e i nostri respiri.
Rimasi a fissarlo, si girò per un attimo e sorrise.
«Perché mi guardi?»
«Non lo so, sono solo rimasta ferma»
«Mi aspettavo che mi dicessi che ti piaceva guardarmi»
«Si, anche»

Entrammo nella boutique ed ero circondata da abiti pomposi e pieni di lustrini, per nulla nel mio stile.
Mentre Valentina si precipitò a guardarli tutti.
Eravamo sempre state due cose distinti negli abiti, ma non solo. Nel modo di comportarsi, nell'arredamento della casa, nella musica, nello studio. Eravamo in pratica l'opposto di tutto e pure eravamo in sintonia l'una con l'altra.
Una ragazza ci raggiunse e cominciò a condurre la sua indagine su tutte noi.
«La commessa mi sta guardando»disse Paulo poggiandosi sulla mia spalla.
«Probabilmente spera di doverti vestire»dissi trattenendo una risata.
«Si e se vuoi puoi spogliarmi tu»
Sollevai lo sguardo al soffitto scuotendolo la testa, fin quando Valentina non mi trascinò con lei dall'altra parte.
«Lei è la mia migliore amica, e sarà molto importante nella decisione dell'abito»disse Valentina stringendomi a lei.
«D'accordo- disse sorridendomi-ora accomodati in camerino, ti porterò alcuni vestiti» disse sparendo.
Ci accomodammo tutti nella sala, aspettando che uscisse dal camerino.
Indossò tanti vestiti, tutti nel suo stile, ma nessuno che la colpisse davvero.
Era la settima od ottava volta che rientrava per cambiarsi e noi eravamo più esausti di lei.
«Mi maledico di aver deciso di voler venire-disse Paulo stendendosi- e l'ho fatto solo per vedere te»
«Potevi farne a meno»dissi accarezzandogli la guancia.
Socchiuse gli occhi e poi parlò «non credo»
Michela mi guardava di sottecchi e sapevo benissimo che se avesse potuto con lo sguardo mi avrebbe ridotta ad una manciata di cenere.
Stavo giocando con due mazzi di carte ed era più che sbagliato.
Avrei dovuto chiudere con Federico, alla fine non avevo mia voluto davvero lui. Mi mancava qualcuno, e avevo bisogno di lui per riempire il vuoto che sentivo, non capendo che lui provava davvero qualcosa per me.
Ma avevo ritrovato Paulo, avevo ritrovato l'unica cosa che mi faceva disperare e stare bene nello stesso momento, e non volevo di più.
«Siete pronte?»disse la commessa disperata quanto noi.
Paulo si alzò e Valentina uscì dal camerino.
Cavolo.Era stupenda.
In quell'abito riuscivo a vederla all'altare mentre diceva finalmente si.
Arrivò vicino lo specchio, e si morse il labbro, sarebbe scoppiata a piangere da lì a poco.
«Sei stupenda»disse Paulo
Riuscì solo ad annuire, guardandola imbambolata.
Era il suo.
Cominciò ad annuire come una stupida e pianse tanto.
Arrivò il nostro turno, e dovevamo provare l'abito che Valentina aveva già scelto.
La ragazza mi aiutò ad indossare il vestito e lo strinse dietro con le pinze, infilai un paio di tacchi al posto delle mie Air Force, Ed uscì insieme alle altre.
Beh, era molto rosa, molto nello stile di vale, e non avrei rovinato tutto perché non mi piaceva, era solo il tempo di indossarlo in chiesa e per le foto, e poi sarebbe sparito.
Mi girai verso di Paulo, aveva il labbro tra le dita e mi scrutava come se fosse un critico
«Ti preferisco nei panni sportivi di prima, ma così stai bene ugualmente»disse facendomi l'occhiolino.
Valentina si posizionò in mezzo a noi damigelle e sorrise nello specchio.
«Vorrei rivivere questa scena altre mille volte»



«Vorrei rivivere questa scena altre mille volte»

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Questo è l'abito di Valentina.

E questo quello per le damigelle

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E questo quello per le damigelle.

Ho lavorato di più per trovare l'abito che per scrivere il capitolo.

Solo un pò del tuo cuore- Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora