Capitolo 24.

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24.
Paulo's POV.

Aprì la porta del ospedale di corsa,e tutto il mondo intorno a me andava a rallentatore,tranne il mio cuore che batteva all' impazzata,e sentivo solo quello,insieme alla paura che scorreva nelle mie vene.
Arrivai nella sala di aspetto,c'erano già Valentina,Michela e Federico.
«Paulo-Valentina si alzò e mi venne incontro-non sappiamo ancora nulla,io,mi dispiace»disse abbracciandomi.
«Siete i parenti della signorina Greco?»
Annui e lui sfogliò varie pagine.
«In queste situazioni non sappiamo mai cosa dire»disse guardandoci.
«La prego,è la mia ragazza,se è successo qualcosa di grave,voglio saperlo ora»
«La signorina ha avuto un grave incidente,non sappiamo ancora come sia stato possibile,ma è stata travolta da un camion.Ora è in coma,non sappiamo tra quanto si sveglierà,vi posso solo dire di starle accanto,e di parlarle il più possibile,la aiuterebbe tanto.Vi lascio da soli»
Mi accostai al muro,scivolando poi sul pavimento.
«Ma perché non era al lavoro,aveva detto che stava andando lì,ma l'incidente è accaduto sulla strada opposta al bar»
«Lei era a lavoro-disse Federico sedendosi vicino a me-poi ha ricevuto una telefonata,lei è crollata a terra ed è corsa fuori,ho cercato di raggiungerla ma era andata già via»
Cosa conteneva quella telefonata per farla scappare via,lei non ha paura di niente,e quando dico niente,è vero.
Lei è forte,non si fa mai abbattere da nulla,ha sempre quel sorriso sul viso così perfetto,smagliante,che mi fa perdere la testa.
Pensare di avere la donna che più amo al mondo tra la vita e la morta mi fa stare davvero male,ho già perso mio padre,non posso permettermi di perdere anche lei.
«Io devo vederla»dissi alzandomi.
«Paulo,sai benissimo che ora non ti fanno entrare»
«Ma io devo vederla,non posso stare ancora fermo,mentre una persona importante è lì dentro,tra la vita e la morte,non posso perdere anche lei»
«Paulo,per favore,calmati-disse Valentina-se Julia,fosse qui,probabilmente ti tirerebbe uno schiaffo così forte da farti smettere di frignare,non è quello che vuole,lei vorrebbe tanto che noi tutti affrontassimo la situazione a testa alta,aiutandola ad andare avanti!»

Erano passate circa cinque ore da quando era successo l'incidente.
Nel mentre ero tornato a casa,mi ero fatto una bella doccia, ero stato affianco a mia madre,ma non avevo toccato un po' di cibo.
Sapevo benissimo che era sbagliato,ma non ci riuscivo.
Dopo l'uscita dalla champions contro il real,Julia era stata l'unica a consolarmi,in un certo senso lo faceva sempre,so benissimo che tra noi le cose non andavano alla grande nell'ultimo periodo,entrambi lo sapevamo,ma cercavamo di camuffarlo dando la colpa alle nostre piccole liti.
A volte avevo pensato anche di chiudere con lei,ma poi,mi ricordavo di lei,di tutto quello che faceva per me,di come l'avevo conosciuta,e di come mi aveva sconvolto la vita.
Gonzalo mi diceva sempre che da quando c'era lei,io ero migliore in tutto,anche in campo.
Aveva ragione,mi sapeva dare una grinta,che poche volte riuscivo ad ottenere,nemmeno all'inizio della relazione con Antonella mi sentivo così.
«Paulo,c'è qualcuno per te»mi disse mia madre.
Mi girai e notai che Gonzalo era sulla soglia del portone.
«Vieni,andiamo a farci un giro,almeno non pensi sempre»
Baciai mia madre sulla guancia,e presi il giubbino per poi andare via con Gonzalo.
Guidò per un bel pò,non so precisamente per quanto tempo,non riuscivo nemmeno più a ricordare che ore fossero.
Arrivammo in un posto un po' isolato,tranquillo direi,non c'era nessuno.
Era una specie di parco,con due altalene e qualche panchina sparsa qua e là.
«so cosa provi in questo momento,mi dirai di no,ma invece si,lo so.
Quando avevo 18 anni,avevo una ragazza,stavo con lei da un bel pò,circa 3 anni-disse camminando-lei una sera litigò con me,se ne andò via da casa mia,e poco dopo venne coinvolta in un incidente,era nella stessa situazione di Julia»
«e ce l'ha fatta?»
«Sai,quando sei li,i dottori preferiscono dirti solo le cose positive,lei potrebbe non risvegliarsi più,com'è successo ad Amelia,è viva solo perché è collegata ad una macchina,ma orami è un vegetale.A volte penso che sia stata colpa mia,se fossi andato più volte in ospedale a parlare con lei,se solo avessi sperato un po' di più,forse lei sarebbe ancora qui con me ad inseguire il mio sogno»
In quel momento ero più o meno come lui,stavo scappando da quella situazione,da tutto quello  che mi circondava,ero nella fase di negazione,non volevo crederci e mi stavo auto convincendo del fatto che stavo vivendo solo un incubo dal quale non riuscivo a svegliarmi.
Questo accade a tutti,anche se non vogliamo ammetterlo.Ci succede quando perdiamo una partita importante,quando prendiamo un brutto voto,quando veniamo lasciati,ma nel mio caso,succedeva esclusivamente quando una persona a me cara andava via.
Era già successo in precedenza con mio padre,non era bello ricordare ciò che era successo,ma i ricordi sono troppo forti delle volte.
FLASHBACK:
«Paulo un altro giro di campo e poi puoi andare a casa»mi ripetè il mister per la milionesima volta.
Continuai a correre per altri cinque minuti,fino a quando non caddi a terra sfinito con le gambi pesante.
«Sei stato bravo ragazzo,un giorno diventerai un vero campione»disse scompigliandomi i capelli.
«Paulo,corri a fare la doccia,sai che dopo l'acqua è fredda!»disse Nahuel per poi correre negli spogliatoi.
Non capivo come ci riuscisse,io non riuscivo nemmeno a muovere un dito.
Mi trascinai letteralmente dentro le doccie,con il getto dell'acqua ancora caldo.
Mi rivestì e insieme a Fede e Nahuel,ritornammo a casa.
«Domani abbiamo il compito di matematica,se prendo un altro voto basso,mia mamma mi vieta di venire agli allenamenti,quindi devo studiare per bene»disse Fede,tirando qualche calcio ai sassolini per la strada.
«Io sono arrivato,ci vediamo a scuola»disse Nahuel.
«Non credo che tua mamma non ti farà venire,sa che ti piace tanto,lo fa solo per farti studiare,anche papà fa sempre così,litighiamo spesso per questo,era il suo sogno diventare un calciatore,e quindi vuole che io diventi quella persona»
«Sei fortissimo già ora,tra qualche anno sarai come Maradona!C'è mamma con la macchina,ciao Paulino»
Rimasi da solo per strada,ma non mi rimaneva tanta strada da percorrere,e poi mi piaceva camminare,ma non correre.
Senti in lontananza un ambulanza così mi spostai sul marciapiede,continuando per la mia strada quando L ambulanza si allontanò da me.
Arrivai nel mio quartiere e vidi l'ambulanza parcheggiata vicino la mia casa,cominciai a correre ed entrai in casa.
La scena che mi ritrovai davanti fu terribile,mio padre era stesso per terra,mentre i medici stavano cercando i rianimarlo.
Cominciò a rallentare tutto intorno a me.
Mia mamma si girò verso di me urlando «Mariano portalo fuori,portalo fuori!»
Mio fratello mi prese in braccio mentre io cercavo di dimenarmi.
«Paulo sta fermo!-urlò posandomi nel giardino di casa-ora ascoltami bene,se papà non continuerà a vivere,tu devi essere forte,prima che gli venisse un infarto,lui stava parlando proprio di te,del fatto che è così felice nel vederti giocare.Tu devi continuare a giocare Paulo,devi diventare il calciatore che papà non è diventato,rincorri il suo sogno,fallo!»
FINE FLASHBACK.
«Paulo,forse è meglio che tu risponda»disse Gonzalo appoggiando una mano sul mio braccio.
«Mama,cosa c'è?»
«Paulo è meglio che torni,ci sono i genitori di Julia»

Solo un pò del tuo cuore- Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora